L’intervista

Lodi, la battaglia contro le discriminazioni è donna: la libraia sfida la sindaca

La protagonista - Michela Sfondrini guida, con il Coordinamento Uguali Doveri, la protesta contro il regolamento scandalo del Comune sulle mense

19 Ottobre 2018

La sua piccola libreria, “indipendente e resistente”, come ama definirla, è in centro, a pochi metri dal Comune, in piazza Broletto a Lodi, diventata famosa per il presidio delle mamme straniere contro la sindaca leghista Sara Casanova e il suo regolamento che, di fatto, esclude i bambini stranieri da mensa e scuolabus. E lei, Michela Sfondrini, 48 anni, libraia per passione, di questa protesta è stata voce e volto: tra le fondatrici del Coordinamento Uguali Doveri con cui ha lanciato l’iniziativa “Colmiamo la differenza” (più di 145.000 euro raccolti per le rette). Martedì scorso, davanti al Comune, per 12 ore ha tenuto il microfono in mano ripetendo senza mai stancarsi che “quel regolamento è iniquo” e che “se la sindaca non ritira il provvedimento, la mobilitazione non si ferma”.

Lei ha conosciuto la sindaca tra i banchi dell’opposizione nel vecchio consiglio? La libraia di sinistra versus la parrucchiera leghista.

Non mi appartiene questa logica dello scontro. Con la sindaca ci conosciamo da anni. È una persona che ha serie difficoltà a verbalizzare il suo pensiero, va subito nel panico. Forse anche per questo si è ammutolita. Mi spiace moltissimo per le minacce che ha ricevuto sui social. Io ci tengo però a distinguere tra quello che uno è e quello che uno fa. E lei è il sindaco di Lodi, e lo è anche di quelle mamme che chiedono, assieme a noi del Coordinamento, di essere ricevute. Abbiamo suonato sei volte alle porte del Comune. Nessuno ci ha ricevuto.

Cosa chiedete?

Il regolamento deve essere subito ritirato, o radicalmente modificato. Quanto sta accadendo qui a Lodi è inedito: per questo si parla di ‘laboratorio Lodi’. Se un provvedimento del genere passa qui che è un capoluogo di provincia, allora può essere proposto e approvato ovunque.

Ovvero?

Stiamo scoprendo molti altri casi di regolamenti simili. Quello che emerge è che, con la scusa della burocrazia, si sta facendo passare l’idea che gli stranieri siano ‘furbetti’ e che debbano fare più fatica di noi per gli stessi diritti.

“Per le rette agevolate servono i documenti. Come li presento io, devono farlo loro. Se vogliono integrarsi, qualche sforzo dovranno pur farlo”, ha detto la sindaca.

Non stiamo parlando di ‘tariffe agevolate per i cittadini extracomunitari’, ma di tariffe proporzionate a modello Isee per tutti allo stesso modo: italiani e stranieri. Non chiediamo sconti a nessuno.

C’è stata una grandissima risposta, in termini di solidarietà alla vostra lotta.

Straordinaria. Commovente. Abbiamo sospeso la raccolta perché abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo: permettere a tutti i bambini esclusi di iscriversi alla mensa. E siamo contentissimi. Ma per noi la solidarietà è solo uno strumento con cui cerchiamo di risolvere un problema. La società civile non può sostituirsi alle istituzioni.

Dunque la “società civile” data per defunta è invece viva e lotta insieme a noi?

Per me non c’è differenza tra società civili e partiti, e i partiti, che ci piaccia o meno, esistono ancora. Qui a Lodi c’è una saldatura tra molti consiglieri comunali e il Coordinamento. Senza di loro non avremmo avuto accesso a tante informazioni. Io da lodigiana la prima volta che avevo sentito il termine ‘furbetto’ era associato ai ‘furbetti del quartierino’. Ora il ‘furbetto’ è lo straniero: le famiglie degli stranieri, con tanto di bambini al seguito. Lodi è spaccata, così come l’Italia. Solidale da una parte, rancorosa dall’altra. E diciamocelo chiaramente: è più spaccata a sfavore delle persone che credono che dall’incontro si possa più prendere che perdere.

Il motto della sua libreria, fondata 19 anni fa con una sua compagna di collegio universitario, è: “Luogo dello scambio, delle chiacchiere, della condivisione di una grande passione che ci avvicina senza legarci”.

Come tutte le piccole librerie in un Paese che non investe in cultura e che spreca così tanto in marketing e festival, facciamo molta fatica. Ma ringrazio ogni giorno per il mio lavoro. La nostra libreria rende migliore la vita di chi ci passa dentro. Attraverso il libro, la scrittura, i mondi possibili.

Lei, la sindaca, le mamme straniere, spesso considerate peraltro solo sottomesse: un mondo dove le donne sono protagoniste.

Le mamme straniere sono le vere protagoniste. Noi le accompagniamo, le sosteniamo. Ma è da loro che si è sviluppata la forza della protesta.

Qual è il libro che consiglierebbe oggi?

Sembrerà scontato, ma io lo rileggo ogni tre anni. Il buio oltre la siepe di Harper Lee.

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