Nella Capitale

Grillo-Raggi, la grana vice sindaco: Colomban non si convince

I capi del M5s vogliono nominare un nuovo numero due, la sindaca e i suoi vogliono votarlo

Di Luca De Carolis e Andrea Managò
19 Dicembre 2016

La sindaca dimezzata tenta l’ultima mossa. Prova a schivare Massimo Colomban, il vicesindaco già deciso da Beppe Grillo e Davide Casaleggio. E forse ce la farà, perché lo stesso Colomban ha moltissimi dubbi. E forse la sua nomina sta già tramontando. Un problema in più per i capi, che pensano a rampogne per gli eletti che in queste ore hanno attaccato sul web Luigi Di Maio: blindato, dai vertici. I Cinque stelle cercano un centro di gravità permanente dopo l’arresto di Raffaele Marra, dirigente del Comune di Roma vicinissimo a Virginia Raggi. Ma per ora si continua a ballare.

Innanzitutto in Campidoglio, dove Raggi per restare ha rinunciato al suo capo segreteria, Salvatore Romeo e al suo vice Daniele Frongia, “retrocesso” a semplice assessore. Ma non vuole accettare come nuovo vice l’attuale assessore alle Partecipate, Colomban: ricco imprenditore trevigiano di 67 anni, voluto da Casaleggio, in ottimi rapporti anche con Grillo. Il fondatore avrebbe voluto annunciarne la nomina già sabato sera, nel post del perdono condizionato alla sindaca. Raggi però ha chiesto altro tempo, facendo presente che i suoi 29 consiglieri il vice vorrebbero votarlo, e magari sceglierlo. E potrebbe spuntarla, perché Colomban non vuole accettare. “Dovrei trasferirmi stabilmente a Roma” ha fatto notare, lui che nella Capitale passa due o tre giorni a settimana. E lo spaventa un ruolo così politico. Tradotto, difficile che possa accettare. Non a caso, per il posto di numero due si sono rifatti sotto l’attuale presidente del Consiglio, Marcello De Vito, e il capogruppo Paolo Ferrara, vicini alla deputata Roberta Lombardi, prima avversaria della Raggi. E allora la sindaca spinge per altre ipotesi: l’attuale assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, o quello alla Cultura, Luca Bergamo. Nomi diversi per la stessa richiesta: votare il vice, già nella riunione di oggi. Ma non sarà facile. Perché ammesso che l’assessore con un passato filo-leghista sia davvero uscito di scena, rimane la richiesta dei capi: quella di una figura forte, che possa reggere il Campidoglio se la sindaca dovesse auto-sospendersi per un avviso di garanzia. Nell’attesa, Raggi torna a parlare su Facebook: “È stata una settimana difficile, ma vorrei tranquillizzare i romani, il lavoro per la città non si è fermato”. E di seguito, una lista di cose fatte. Intanto cerca un sostituto di Marra al Personale. E la prima opzione è Gabriella Acerbi: dirigente del dipartimento Razionalizzazione della spesa, che si oppose ai protagonisti di Mafia Capitale quando guidava il dipartimento delle Politiche Sociali. Tanto che nelle intercettazioni Salvatore Buzzi ne parlava così: “Basta che se ne va questa, non te riceve, non te parla”. I falchi del M5s che chiedevano la testa della Raggi però restano scettici: “A Roma rischiamo di andare a sbattere, e comunque vigileremo su Virginia”. Su Facebook batte un colpo il senatore Nicola Morra: “Il Movimento è innanzitutto metodo. Quando si gioca in squadra e magari si è bomber ci si può illudere di essere i più bravi. Ma è un’illusione”. E pare un rimbrotto alla Raggi.

In questo clima, ieri sulle chat diversi ortodossi hanno chiesto un’assemblea congiunta sul caso Roma. Ma dai vertici fanno muro: “Non è un tema parlamentare”. Il timore è che l’assemblea diventi un nuovo sfogatoio contro Di Maio, attaccato da più parti “perché ha coperto la Raggi”. Ma la linea dei vertici rimane quella: “Luigi non si tocca”. E ora si pensa a “segnali chiari” per i parlamentari che hanno “esagerato” sul web. D’altronde c’erano malumori anche su Alessandro Di Battista, troppo silente. Ma ieri il deputato ha parlato una diretta su Facebook: “Non ho detto nulla nelle ultime 48 ore perché avevo solo bisogno di riflettere un po’”. Quanto a Marra, assicura: “Quando viene arrestato un delinquente io sono sempre contento, e ancora di più se il delinquente si era guadagnato la fiducia di un’esponente del M5s…. Tutto il Movimento ha suggerito e chiesto a Virginia di allontanarlo: ma lei si fidava”.

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