A Genova e Roma

“Disgraced”, la New York salottiera e radical chic (non) vede l’integrazione

Arriva la pièce vincitrice del Pulitzer nel 2013. “L’esperienza americana è definita dal paradigma di rottura e rinnovamento tipico del migrante” ha spiegato l’autore di origini pachistane

7 Settembre 2017

Di cosa parliamo quando parliamo di integrazione? Chi integra si chiede mai cosa provi l’integrato? Se no, è utile leggere o vedere Disgraced di Ayad Akhtar, pièce vincitrice del Pulitzer nel 2013: “L’esperienza americana è definita dal paradigma di rottura e rinnovamento tipico del migrante – ha spiegato l’autore di origini pachistane –. La rottura […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.