L’inchiesta

Consip, ecco le pressioni di Bianchi sul post-sisma

22 Luglio 2017

L’avvocato Alberto Bianchi è uno strano tipo. Di lui si fida ciecamente Matteo Renzi al punto da affidargli la presidenza della Fondazione Open, la cassaforte dei renziani che ha raccolto 3,2 milioni dal 2012. Di lui si fida la Consip che gli ha affidato – secondo il Noe – ben 392mila euro di consulenze solo nel 2015. Un uomo così dovrebbe essere trasparente. Però quando lo abbiamo chiamato per le ‘pressioni’ che –secondo i Carabinieri (che le chiamano ‘premure’) – avrebbe fatto a settembre del 2016 in favore di un consorzio arrivato secondo nella gara Consip per costruire le casette dei terremotati, non ci ha risposto e ha minacciato una causa, puntualmente arrivata. Ieri La Repubblica lo ha riscritto, aggiungendo nuovi particolari e Bianchi ha minacciato anche i nostri colleghi.

Oggi Il Fatto pubblica gli sms di Alberto Bianchi – non indagato – e le informative depositate dai pm romani nel processo Romeo per permettere ai lettori di giudicare. Nella gara preventiva indetta da Consip nel 2015 per un eventuale terremoto, arriva primo il Cns di Bologna e secondo il Consorzio Arcale di Firenze. Tra i consorziati di Arcale c’è la Sistem Costruzioni di Modena, il cui amministratore Emanuele Orsini – scrive Repubblica – “era tra i promotori della prima ora dei comitati elettorali pro Renzi nel 2012”. Pochi mesi dopo la stipula delle convenzioni c’è il primo sisma di Amatrice. Arcale sembra destinata a restare a bocca asciutta perché Cns ha diritto a fornire le prime 850 case e non ne serviranno di più. Solo dopo il secondo terremoto di ottobre, allora imprevedibile, anche Arcale riuscirà a consegnare la sua quota di 780 casette per un fatturato di decine di milioni.

Il 7 settembre del 2016 Bianchi scrive alle 17 e 34 a Luigi Marroni un sms: “Luigi quando puoi mi chiami? Urgente. Grazie”. Segue telefonata. Questo è il sunto dei carabinieri: “Bianchi gli comunica che tra i suoi contatti c’è un consorzio che si chiama Arcale il cui titolare gli dice di aver vinto una gara Consip per la fornitura di alloggi in legno per l’Italia centrale, il quale può per contratto deve consegnarli entro 6 mesi. Lui dice che se avesse subito l’ok e le platee fatte potrebbe consegnarle 100 entro il primo mese e cosi via. Ovviamente io l’ho segnalato al nostro amico il quale mi ha detto di parlarne con te”. Non è chiaro se ‘il nostro amico’ sia Matteo Renzi. Marroni in un’altra conversazione con il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni, sempre sul tema casette, come vedremo, parla anche di ‘Grande capo’.

Comunque Marroni, prosegue il Noe “gli risponde che lui ha dato incarico ai suoi di fare uno studio per valutare i tempi. Bianchi gli dice che lui ha visto personalmente il tale di Arcale”.

Marroni si attiva dopo 20 minuti, inviando – prosegue il Noe – un sms: “Alberto (come immaginavo ma ho controllato) Arcale è il secondo e, come da bando di gara, entra in funzione dopo che il primo ha fornito 850 moduli e li deve fornire metà entro 30 gg dalla consegna della fondazione e il resto entro altro 30 gg. Più tardi ho una riunione dove faccio il punto della situazione. E comunque tutto parte da quando la Protezione civile o Regione fa l’ordine… ti tengo aggiornato”.

Bianchi non si accontenta: “Subito dopo aver letto la comunicazione del Marroni – scrive il Noe – risponde con altro sms affermando che gli è stato riferito che il primo classificato nel bando di gara non è in grado di realizzare tutte le unità, palesando così un enorme ed anomalo interesse nella vicenda”. Alle 17 e 55 Bianchi scrive: “Mi dicono che il primo nn è in grado ma teniamoci in contatto”. Prosegue il Noe, “altrettanto anomalo, però, è che l’A.D. di Consip si prodighi in favore del Bianchi in tempi strettissimi, fornendogli informazioni che non avrebbe alcun motivo di dare ad una persona che, in seno alla Consip, non si deve che occupare che dei contenziosi”. Appena 5 minuti e Marroni replica a Bianchi: “È quello che sto facendo verificare questi giorni: quando vinse la gara dimostrò di esserlo – comunque ad oggi la Protezione civile non ha definito il numero di case e dove metterle e quindi non ha emesso un ordine – ovviamente ci teniamo in contatto stretto”. Ovviamente. Bianchi insiste alle 18 e 15: “Verifica bene. Il mio dice che il primo gli ha chiesto aiuto xchè nn in grado. Inoltre i moduli del primo assemblano ferro e legno e ci vuole di più. Fammi sapere”. Proprio così: “Verifica bene”. Marroni replica: “Mah ha vinto una gara su specifiche della protezione civile e i termini sono noti da tempo a tutti – importante è’ li rispetti – comunque grazie e ti tengo aggiornato”. Alle 18 e 20 finalmente Alberto Bianchi si placa con un “Ok”. Un’ora e mezzo dopo Marroni si sfoga con Luigi Vannoni, il renziano presidente di Publiacqua che era anche consulente del Ministero dell’economia, ora indagato nel filone relativo alla soffiata a Marroni sulle indagini.

Marroni (M): Purtroppo si vive in un mondo in cui tutti voglio fare il lavoro degli altri… Il secondo che ha vinto che è…

Vannoni (V): … un suo amichetto…

M: … è andato a dire che i primi non ce la fanno a me se mi danno il lavoro … mi danno un altro pezzo in tre mesi lo faccio. Chi lo ha detto sa che ci sono delle gare …

V: … è follia, lui ci ha provato…

M: … quell’altro non ha fatto filtro e ha chiamato il grande capo e glielo ha detto

V: … ma anche quell’altro che ha mangiato pane e volpe.

Il Grande Capo è Matteo Renzi? E “quell’altro ” è Bianchi? Dopo aver letto gli sms che Il Fatto gli ha inviato, Bianchi commenta: “Non ho fatto pressioni di nessun genere. Ho solo segnalato a chi di dovere che c’era qualcuno che mi diceva di poter abbreviare i tempi di consegna delle casette”. Chi la chiamò per segnalare Arcale?. Bianchi non risponde.

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