L’intervista

Italicum, la Consulta rinvia la decisione. Alfiero Grandi: “Che errore legare legge elettorale e referendum”

Alfiero Grandi - Il promotore di uno dei ricorsi alla Corte costituzionale: “Noi andiamo avanti”

20 Settembre 2016

Il rinvio del giudizio della Consulta sull’Italicum mi sembra un errore perché lega indissolubilmente il destino della legge elettorale al referendum costituzionale”. Alfiero Grandi, ex sottosegretario ed ex sindacalista, è uno dei ricorrenti che hanno presentato istanze contro l’Italicum in diversi tribunali italiani. Ed è proprio a causa di tre ricorsi accettati da altrettanti tribunali (Messina, Torino e Perugia, anche se quest’ultimo fuori tempo massimo) che la Corte Costituzionale dovrà esprimere un parere sulla presunta incostituzionalità di alcune parti del sistema di voto approvato dal governo Renzi. Il premio di maggioranza, per esempio, ma anche i capilista bloccati e le candidature plurime.

Grandi, è sorpreso da questo rinvio?

Non più di tanto, diciamo che la decisione era nell’aria, di rinvio parlavano in tanti. Di certo è una scelta che non ci soddisfa, perché era meglio dare un’indicazione chiara prima del referendum costituzionale. La Corte ha preferito agire diversamente e noi rispettiamo questa decisione. L’importante è che un giudizio prima o poi arrivi.

Secondo lei questo è un favore al governo?

Su questo punto preferisco non rispondere proprio per rispetto alla Consulta. Diciamo che la Corte può aver tenuto conto del dibattito politico sull’Italicum che si è scatenato nelle ultime settimane.

Che conseguenze ci possono essere?

La prima è che in questo modo vengono spazzati via i tentativi della minoranza del Pd di trovare un’intesa sull’Italicum che avrebbe potuto portare anche a un accordo sul Sì al referendum all’interno di quel partito. Ora la minoranza avrà una freccia in meno nel suo arco per trattare.

E poi?

Come dicevo prima, la conseguenza è legare la sorte della legge elettorale al referendum, che dovevano essere due questioni ben distinte: i cittadini andranno a votare non solo per dire sì o no alle riforme, ma a questo punto anche per promuovere o bocciare l’Italicum.

Cosa che per l’esecutivo potrebbe anche essere controproducente…

È vero. Comunque il governo finora non ha manifestato una reale volontà di cambiare l’Italicum: anche le parole pronunciate da Matteo Renzi mi sembrano di mera propaganda. Sembravano attendere tutti la decisione della Consulta e ora tutto è rinviato al referendum sulle riforme. Paradossale, ma è così.

La decisione della Corte farà molto discutere…

Forse i giudici costituzionali hanno pensato che una loro sentenza il 4 ottobre avrebbe influito sulla campagna referendaria. Se però devo guardare al bicchiere mezzo pieno, ora ci sarà più tempo a disposizione per le sentenze anche da parte dei 13 tribunali che non hanno risposto ai nostri ricorsi.

Se vince il No, ovvio, si rimetterà mano anche all’Italicum. E se vince il Sì?

Non lo so, ma noi siamo pronti a ripartire con una raccolta firme per un referendum abrogativo di questa legge elettorale.

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