Il caso

C’è la Fedeli alla Festa Pd: gli studenti lavorano gratis in cambio di “crediti”

A Viterbo - Ecco l’alternanza scuola-lavoro ai tempi della ministra democratica

3 Ottobre 2017

Urgentissimo, mi servono dieci ragazzi disponibili e con la divisa completa da sala per una manifestazione importante a Viterbo con la presenza della ministra dell’Istruzione. Ci sarò anche io, la sera del 09 Settembre. Ricordatevi che passano come crediti formativi e potrebbe esserci anche un rimborso spese”. Così recitava il post scritto da Riccardo Minciotti, docente dell’Istituto Ipsea di Caprarola, sulla pagina Facebook della scuola. Omettendo un dato: la “manifestazione importante” è la festa del Pd. Alla vigilia dell’evento importante, il professore rincara la dose: “Domani sera cerco con estrema urgenza personale di sala, anche ragazzi di cucina che hanno la divisa di sala, è importante essere presenti. La dirigente chiede la partecipazione”.

Sollecitati da queste pressioni, allettati forse dal rimborso spese che poteva esserci e ovviamente non c’è stato, sei minorenni in divisa da cameriere vengono cooptati al ristorante della festa del Pd, al posto dei volontari che una volta mandavano avanti le feste dell’Unità e che oggi devono aver perso la volontà. Tanto che, anche a Genova, il partito aveva fatto ricorso agli studenti in alternanza scuola lavoro per servire ai tavoli dei ristoranti della festa Pd. Si allunga così la lista dei minorenni messi a lavorare gratis – “Sono attività formative!”, precisano ogni volta i docenti degli istituti – costretti a fare le fotocopie all’anagrafe di Campobasso, a raccogliere le cozze a Messina, a pulire i cessi a Ragusa, a portare i lettini ai clienti di una piscina-vip a Parma, a fare camerieri, in 2.700, nel vicentino e via, così per un milione e mezzo di studenti in alternanza scuola-lavoro ai quali la riforma renziana della scuola impone 200 ore obbligatorie – 400 per gli iscritti agli istituti tecnici e professionali – di “percorso formativo”.

La denuncia, questa volta, è partita dai “Partigiani della scuola pubblica”, un gruppo che raccoglie docenti sparsi in tutta Italia e che la sera dell’evento importante ha tentato di confrontarsi con la ministra Fedeli.

È tutto regolare, replica la dirigente scolastica Andreina Ottaviani: “Gli studenti dell’istituto partecipano da anni ad iniziative ed eventi, sempre gratis. Non hanno partecipato alla festa del Pd ma presenziato all’intervento istituzionale del Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli”, incidentalmente del Pd, incidentalmente intervenuta alla festa Pd. “Un intervento istituzionale può legittimamente definirsi tale se avviene in contesto istituzionale, tale non è una festa di partito con pubblico accuratamente selezionato come quella in questione”, osservano però i Partigiani della scuola pubblica.

L’Italia è l’ultima in classifica tra i paesi europei che investono in istruzione: 4.300 euro l’anno per studente contro i 6.200 della Germania e i 21mila della Svezia. Dei milioni investiti dal governo, 100 vanno a finanziare l’alternanza scuola-lavoro. Paghiamo coi soldi pubblici la formazione dei docenti che spediscono gli studenti a lavorare gratis per enti e imprese private, sottraendo, nelle migliaia di casi emersi, posti di lavoro retribuito ad altrettanti lavoratori. Poi ci lamentiamo della disoccupazione e dell’analfabetismo funzionale che colpisce, secondo l’Ocse, 3 italiani su 4: persone che a scuola hanno imparato a leggere, ma non a comprendere il senso di quello che leggono, sia che si tratti dell’editoriale di un giornale che del libretto di istruzioni di un elettrodomestico. L’Italia è penultima in Europa e quartultima al mondo sui 33 paesi analizzati dall’Ocse, avanti solo a Indonesia, Turchia, Cile.

La ministra Fedeli ha rifiutato di avvicinarsi ai docenti-partigiani che protestavano a pochi metri dai cancelli della festa Pd e che le avevano chiesto un incontro. Si è fatta fotografare al fianco degli studenti vestiti da camerieri. Tra i temi al centro del dibattito della festa spicca il seguente: “Formazione e lavoro. La sfida dell’occupazione”.

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