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Attentato a Ranucci, l’esplosivo non aveva il timer. Il conduttore ascoltato dai pm: “Cinque tracce per le indagini”

Un ordigno rudimentale ha fatto saltare in aria la vettura del giornalista fuori dalla sua abitazione a Pomezia (Roma). Mattarella: "Severa condanna per l'intimidazione"
Attentato a Ranucci, l’esplosivo non aveva il timer. Il conduttore ascoltato dai pm: “Cinque tracce per le indagini”
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Ranucci: “Quattro o cinque tracce per le indagini”

“Abbiamo delineato con i magistrati un contesto. Ci sono quattro-cinque tracce importanti che però per coincidenza alla fine riconducono sempre agli stessi ambiti. Sono cose molto complesse da provare. Io sto presentando denunce su minacce ricevute dal 2021, quattro in particolare quelle più pesanti. Da quello che so al momento sono tutti fascicoli contro ignoti”. Lo afferma il giornalista Sigfrido Ranucci al termine dell’audizione svolta in Procura a Roma.
Ranucci ha sottolineato di aver “sentito in queste ore la vicinanza dei colleghi e degli amministratori” della Rai: “Credo che sia dai tempi dell’attentato a Maurizio Costanzo che non accadeva una cosa del genere”, ha sottolineato. 

Momenti chiave

    • 09:04

      Il cda di viale Mazzini: “Non si fermerà il dovere di informare”

      Il presidente facente funzioni Antonio Marano e l’intero Cda Rai esprimono massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per “il violento e vile attentato di cui è stato vittima e respinge con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico”. “Non saranno certo le intimidazioni, che condanniamo in qualunque forma si presentino, a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo – si sottolinea ancora -. Una realtà troppo spesso “avvelenata” dall’incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione”.

    • 09:03

      L’ad Rai Rossi: “Tutti con lui, respingiamo ogni minaccia”

      L’ad Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda “si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio”. “Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo – si legge in una nota -. La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano”.

    • 09:03

      Anm: “Attacco a un giornalista è alla democrazia”

      “La nostra piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per l’attentato incendiario di questa notte. C’è viva preoccupazione per quanto successo: un gesto profondamente inquietante perché quando si attacca un giornalista si attacca la democrazia”. Così la Giunta esecutiva centrale dell’Anm.

    • 09:02

      La solidarietà di Renzi

      “Esprimo piena solidarietà a nome mio e di Italia Viva a Sigfrido Ranucci, a sua figlia e a tutta la redazione di Report. Auspico che le indagini facciano rapidamente chiarezza e consentano di punire velocemente i responsabili di questo inaccettabile atto di violenza”. Lo afferma il leader di Iv, Matteo Renzi.

    • 09:02

      Usigrai: “Inquietante salto di qualità”

      “Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui. Siamo vicini a Sigfrido Ranucci alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa. Pochi minuti prima era passata lì davanti la figlia”. A sottolinearlo è l’esecutivo dell’Usigrai. “Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco – continua l’Usigrai – affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d’inchiesta. Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e sopratutto il clima d’odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura – da parte della seconda carica dello Stato – a definire i colleghi di Report “calunniatori seriali”, senza che né il conduttore né l’azienda prendessero le distanze. Una campagna d’odio contro il giornalismo d’inchiesta che deve finire”.

    • 09:01

      M5s: “Siamo sconvolti, chi tocca lui tocca tutti noi”

      “Siamo sconvolti. L’attentato contro Sigfrido Ranucci è un colpo diretto al cuore della nostra democrazia, all’idea stessa di un Paese libero e civile. In questo momento così difficile siamo vicini con tutto il cuore a Sigfrido, alla sua famiglia e alla redazione di Report. Ci auguriamo che i responsabili di questo gesto vile vengano individuati al più presto e che la politica tutta, senza distinzione, sappia far quadrato e schierarsi dalla parte della verità e della libertà. Oggi più che mai, stare accanto a Sigfrido Ranucci e a chi lavora con lui è un dovere morale e civile. Chi tocca Sigfrido Ranucci tocca tutti noi”. Così gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai.

    • 08:59

      Ranucci: “Sto andando a denunciare”

      “Sono in auto con la scorta dei carabinieri e sto andando a denunciare quanto accaduto”. Lo spiega all’ANSA Sigfrido Ranucci dopo l’esplosione della sua auto davanti al cancello di casa, che ha danneggiato anche quella della figlia. “Lei ha posteggiato la sua auto ed è passata da lì venti minuti prima dell’accaduto – fa sapere ancora il conduttore -. Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell’esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice”. Nel video postato dalla trasmissione Report sui social si vede la parte anteriore dell’auto del giornalista completamente distrutta e la vettura accanto, quella della figlia, danneggiata. L’esplosione dell’ordigno, piazzato sotto l’auto del conduttore, ha provocato anche il danneggiamento della casa accanto. Ranucci ha spiegato che la sua auto era stata parcheggiata in quel posto dal figlio ieri all’ora di pranzo. Il conduttore, che è sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia, da tempo denuncia anche “il clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti”, ricordando di aver subito varie minacce negli ultimi tempi, a partire dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino al pedinamento di soggetti identificati dalla sua scorta.

    • 08:59

      Meloni: “Piena solidarietà, libertà d’informazione irrinunciabile”

      La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime “piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere. Lo si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi.

    • 08:58

      Fratoianni: “Vogliamo subito la verità”

      “Stanotte hanno fatto esplodere le auto di Sigfrido Ranucci e di sua figlia, davanti alla loro casa: un ordigno che avrebbe potuto uccidere. Ci auguriamo che le indagini siano veloci e che si sappia subito la verità su quanto accaduto, su chi ha commesso l’attentato. Il dovere più urgente che abbiamo, sopratutto la politica, è stare al fianco di Ranucci, senza se e senza ma”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs. “Ogni mezza frase, ogni parola a metà -prosegue il leader di Si- può suonare come tentativo di delegittimazione. E abbiamo purtroppo imparato dal passato recente di questo Paese che non esiste bersaglio più semplice che un uomo lasciato solo. Con Ranucci, con la sua famiglia -conclude Fratoianni- e con tutta la redazione di Report”.

    • 08:57

      Le indagini in mano all’Antimafia

      I pm dell’antimafia di Roma indagano su quanto avvenuto nella tarda serata di ieri a Pomezia dove un ordigno rudimentale ha distrutto le auto del giornalista Sigfrido Ranucci e della figlia che erano parcheggiate all’esterno dell’abitazione. Al momento il pm della Dda Carlo Villani- coordinato dall’aggiunto Ilaria Calò- procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell’ordine intervenute.