Bartoli (Odg): “Clima di caccia al giornalista anche dalle istituzioni”
“C’è un clima di caccia al giornalista che arriva anche dalle istituzioni, proprio da chi dovrebbe dare esempio di moderazione. Un clima pessimo in cui il caso di Ranucci è solo il più inquietante”. Così il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli al presidio di solidarietà a Sigfrido Ranucci davanti agli studi Rai di Via Teulada a Roma. “Ovunque vediamo atti di intimidazione, sassate, teste mozzate davanti alla porta, lettere minatorie. Un clima che si può bonificare solo partendo dalla testa. Sia chi rappresenta questo Paese a fare esempio di moderazione. Disarmate le parole”, chiede. “Alle promesse seguano i fatti”, è l’appello: “Da vent’anni non c’è una legge che favorisca il giornalismo ma ce ne sono state tante che ostacolano il nostro lavoro. Chiediamo a tutti i politici che le manifestazioni e le parole di solidarietà non durino il tempo di un tg”.
Di Trapani (Fnsi): “Bene la solidarietà, ma servono atti concreti”
“Siamo da tempo in un clima di insofferenza nei confronti del giornalismo di inchiesta, non possiamo dimenticare quello che è stato fatto nei confronti della redazione di Report, di Sigfrido Ranucci e in generale di tutti i giornalisti di inchiesta. La solidarietà fa piacere, ma ora non è più il momento delle parole, ora è il momento di agire. Se questa solidarietà è vera, allora servono atti concreti”. Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale della stampa (il sindacato unitario dei giornalisti) Vittorio Di Trapani, arrivando al presidio davanti alla sede Rai di Via Teulada per Sigfrido Ranucci. Il primo, “tradurre in legge italiana la direttiva contro le querele bavaglio. Secondo, finalmente approvare un’aggravante per i reati contro l’informazione per le minacce e le intimidazioni contro i giornalisti, perché quando si colpisce un giornalista si colpisce il diritto dei cittadini di essere informati. Un atto sarebbe anche ritirare le querele temerarie già fatte, soprattutto da parte politica in questo caso, anche nei confronti di Ranucci e della sua trasmissione. Ma ripeto, non basta, perché oltre a ritirare quelle che già ci sono bisogna impedire che si continui a molestare la libertà di stampa con querele temerarie”.
Conte: “Martedì alle 17:30 presidio in piazza Santi Apostoli”
“I cittadini indignati devono farsi sentire: martedì pomeriggio ci ritroveremo alle 17.30 in piazza Santi Apostoli per difendere i giornalisti che fanno un lavoro serio di inchiesta. Non ci saranno colori e bandiere di partito ma metteremo a disposizione un palco per rivendicare la libertà di stampa e il pluralismo”. Così Giuseppe Conte al presidio di via Teulada in solidarietà a Sigfrido Ranucci.
Pichetto: “Inaccettabile tentativo di intimidazione”
“L’attentato contro l’auto del giornalista Sigfrido Ranucci rappresenta un grave e inaccettabile tentativo di intimidire chi ogni giorno esercita con coraggio il proprio diritto-dovere di informare. In una democrazia matura, fondata sulla libertà di stampa e sul pluralismo dell’informazione, episodi come questo non possono e non devono trovare spazio. A Ranucci e alla redazione di Report va la piena solidarietà e la più ferma condanna per un gesto che offende i valori fondamentali della nostra Repubblica e la libertà di tutti”. Lo dichiara il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia).
Cda Rai incontra Ranucci in via Teulada
L’amministratore delegato della Rai Giampaolo Rossi e tutti i membri del consiglio di amministrazione hanno incontrato nel cortile della sede di via Teulada il conduttore di Report Sigfrido Ranucci dopo l’attentato di questa notte. I membri del Cda hanno deciso di interrompere la seduta in corso, che aveva all’ordine del giorno il piano industriale, per esprimere concretamente la loro vicinanza al giornalista e tutti i componenti della redazione. All’incontro era presente anche il direttore generale dell’azienda, Roberto Sergio.
Mottola (Report): “Probabile che Ranucci fosse osservato”
“L’ho saputo direttamente da lui, che mi ha avvertito per rassicurarmi. La figlia aveva parcheggiato la macchina mezz’ora prima dell’esplosione e Sigfrido era tornato a casa da dieci minuti. La cosa più inquietante di tutte è che lui non tornava a casa da una decina di giorni, era in giro, e quindi è molto probabile che qualcuno lo abbia monitorato e lo stesse aspettando”. Così l’inviato di Report Giorgio Mottola a Un giorno da pecora, su Radio 1, sull’attentato a Sigfrido Ranucci. La miccia, spiega Mottola, è stata “accesa da qualcuno che era lì e che infatti è stato visto fuggire via, un soggetto incappucciato”. Ranucci, afferma, “è spaventato profondamente per la sua famiglia, visto dov’è avvenuta l’esplosione, ed è anche preoccupato, come lo siamo anche noi, perché non capiamo da dove venga” questa minaccia “e se sia stato un avvertimento di qualcosa che accadrà”.
Auto rubata vicino alla casa del conduttore, strada transennata
Transennata una via adiacente alla casa di Sigfrido Ranucci, dove poco fa i carabinieri di Frascati hanno scoperto una Fiat Cinquecento risultata rubata il 25 luglio scorso a Ostia. In corso gli accertamenti, mentre sul posto sono in attesa gli artificieri.
Delegazione M5s al presidio per Ranucci
Una delegazione del Movimento 5 Stelle, guidata dal presidente Giuseppe Conte, sarà presente questo pomeriggio di fronte agli studi Rai di via Teulada a Roma al presidio di solidarietà con il giornalista Sigfrido Ranucci, “a difesa della libertà di stampa e dell’informazione contro ogni forma di intimidazione”. Lo comunica una nota del M5s.
Mottola: “Un uomo incappucciato è stato visto fuggire”
“L’ho saputo direttamente da lui, che mi ha avvertito per rassicurarmi. La figlia aveva parcheggiato la macchina mezz’ora prima dell’esplosione e Sigfrido era tornato a casa da dieci minuti, la cosa più inquietante di tutte è che lui non tornava a casa da una decina di giorni, era in giro, e quindi è molto probabile che qualcuno lo abbia monitorato e lo stesse aspettando”. Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il giornalista e inviato di Report Giorgio Mottola, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari riguardo all’attentato subito da Sigfrido Ranucci. Lei sa come sia stata innescata l’esplosione? “Attraverso una miccia, accesa da qualcuno che era lì e che infatti è stato visto fuggire via, un soggetto incappucciato”. Ranucci è molto spaventato? “È spaventato profondamente per la sua famiglia, visto dov’è avvenuta l’esplosione, ed è anche preoccupato, come lo siamo anche noi, perché non capiamo da dove venga” questa minaccia “e se sia stato un avvertimento di qualcosa che accadrà”
Calderoli: “Attentato segno di deriva pericolosa”

“Totale solidarietà e vicinanza al giornalista Sigfrido Ranucci per l’inquietante attentato alla sua auto, un episodio grave che sono certo verrà valutato opportunamente da chi gestisce la sicurezza, anche in termini di protezione dello stesso Ranucci”. Lo afferma il ministro delle Autonomie Roberto Calderoli. “Da mesi ripeto che questo clima, esasperato, non mi piace: minacce continue ai politici, di entrambi gli schieramenti, minacce continue a una donna simbolo come Liliana Segre, aggressioni ai poliziotti nei cortei di piazza, danneggiamenti alle sezioni dei partiti (tante volte, troppe volte, contro sezioni della Lega) e via dicendo. Continuo a ripetere che stiamo vedendo una deriva pericolosa e questo attentato a Ranucci ne è la conferma”, prosegue.