Bilaterale Meloni-Sisi
l presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ricevuto la premier Giorgia Meloni a margine del vertice di Sharm el-Sheikh per la pace, alla presenza del ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty e del capo dei servizi segreti egiziani Hassan Rashad. Durante l’incontro, fa sapere il portavoce del presidente egiziano, al-Sisi ha elogiato lo sviluppo delle relazioni privilegiate tra Egitto e Italia, sottolineando l’importanza di continuare a rafforzare i rapporti bilaterali in vari settori, tra cui quello politico, commerciale ed economico, oltre ad aumentare la cooperazione congiunta nei settori dell’energia, dell’agricoltura, dell’edilizia, del turismo e in altri ambiti di reciproco interesse. Sono stati discussi, inoltre, i modi per aumentare i legami commerciali tra i due paesi e facilitare la comunicazione tra la comunità imprenditoriale e il settore privato in Egitto e in Italia. Da parte sua, Meloni ha accolto con favore la crescente cooperazione tra i due paesi in vari settori, sottolineando l’importanza di continuare a costruire sull’attuale sviluppo delle relazioni bilaterali.
Il premier iracheno: “Se viene Netanyahu, me ne vado”
Il premier iracheno Muhammad Sudani ha minacciato di lasciare il summit di pace a Sharm el-Sheikh se vi avesse partecipato anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che inizialmente nelle scorse ore aveva annunciato la sua presenza salvo poi cancellare il viaggio. Lo riferisce l’Iraqi News Agency, citando una fonte di alto livello, secondo cui Sudani avrebbe informato delle sue intenzioni sia gli Usa sia l’Egitto, i due Paesi organizzatori del summit. “Non c’è un invito ufficiale indirizzato dall’Egitto a Netanyahu per partecipare al summit”, ha spiegato la stessa fonte, rimarcando che “Trump ha cercato di portare il primo ministro israeliano e si è prodigato in contatti diplomatici per assicurare la presenza di Netanyahu”. Secondo la fonte irachena, “le posizioni dei partecipanti erano simili a quella dell’Iraq”.
Trump ripartito alla volta dell’Egitto
Donald Trump è ripartito da Tel Aviv per Sharm el Sheikh, dove è prevista la firma dell’accordo tra Israele e Hamas e un vertice con i leader dei Paesi arabi ed europei. L’Air Force One con a bordo il presidente americano e la sua delegazione è appena decollato dall’aeroporto Ben Gurion.
“Erdogan non sarebbe andato a Sharm se ci fosse stato Netanyahu”
Recep Tayyip Erdogan è atterrato a Sharm el-Sheikh per partecipare al vertice di pace solo dopo avere appreso che il premier israeliano Benjamin Netanyahu non avrebbe preso parte al summit, come era stato annunciato in un primo momento, mentre il presidente turco era in volo verso l’Egitto. L’aereo di Erdogan “ha superato la pista dell’aeroporto internazionale di Sharm el-Sheikh. Dopo aver sorvolato per un pò il Mar Rosso, l’aereo è atterrato all’aeroporto”, ha sottolineato l’agenzia Anadolu, senza fornire spiegazioni a riguardo, mentre il caporedattore di Ülke TV, Hasan Öztürk, ha affermato che la partecipazione di Netanyahu al vertice in Egitto è stata annullata dopo che Erdogan ha informato i suoi omologhi che sarebbe tornato in Turchia se il premier israeliano vi avesse preso parte. La notizia è stata ripresa da numerosi media turchi ma non è stata confermata a livello ufficiale.
Costa: “Oggi inizia la speranza”
“La speranza inizia oggi a Sharm El-Sheikh. Grazie al presidente Usa, a tutti i mediatori e a tutti coloro che hanno continuato a lavorare senza mai arrendersi: oggi celebriamo la speranza e guardiamo con fiducia alla pace”. Lo scrive il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa. “L’impegno collettivo di oggi ci avvicina di un passo a una pace duratura, fondata sulla soluzione dei due Stati, con israeliani e palestinesi che vivono fianco a fianco, senza lasciare spazio al terrorismo. Ora dobbiamo assicurarci che tutte le parti contribuiscano in modo costruttivo all’attuazione del piano. L’Ue sostiene pienamente i suoi principi ed è pronta a contribuire alle prossime fasi: la governance di transizione, la sicurezza e la ricostruzione di Gaza”, aggiunge. “Non appena le condizioni lo consentiranno, amplieremo la nostra assistenza umanitaria. La strada verso la pace è ancora lunga. Ma oggi la comunità internazionale è unita nel suo impegno a realizzarla”.
Terminato il discorso di Trump, durato 66 minuti
Terminato l’intervento di Donald Trump davanti alla Knesset, che ha più volte interrotto il presidente Usa con applausi e standing ovation. In totale, il suo discorso è durato 66 minuti.
Trump a Herzog: “Perché non dai la grazia a Bibi?”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è rivolto al presidente israeliano Isaac Herzog invitandolo a dare la grazia e Benjamin Netanyahu, sotto processo per corruzione: “Perché non lo perdoni?”, ha chiesto scatenando le urla e gli applausi di tutta l’ala destra della Knesset.
Trump: “Palestinesi lascino violenza, voglio essere partner”
“Ora i palestinesi hanno la loro opportunità di abbandonare la violenza e di essere migliori”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump intervenendo alla Knesset. “In questi mesi – ha raccontato – ho incontrato persone che vogliono che questo succeda”. Trump ha sottolineato che “dopo tante violenza e dolore, è arrivato il momento di concentrarsi sulla ricostruzione di un popolo, della stabilità, dello sviluppo economico in modo che i palestinesi possano avere una vita migliore, si meritano una vita migliore”. A questo progetto “io voglio contribuire, voglio essere partner”, ha aggiunto il presidente americano sottolineato che “in tanti lo vogliono fare, si chiama Consiglio per la pace”.
Trump: “Pace è una realtà che si può costruire”
“Abbiamo dimostrato che la pace non è solo una speranza, ma una realtà che possiamo costruire giorno dopo giorno”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump intervenendo alla Knesset. “C’è un potenziale straordinario in questa regione, dopo decenni che è stato fomentato il terrorismo e l’antisemitismo”, ha affermato Trump.
Trump: “Risolveremo anche la questione della Russia”
“Ora ci concentreremo sulla Russia, risolveremo la situazione”. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump nel suo lungo discorso alla Knesset.