Meloni: “Sull’aumento delle spese militari ci metto la faccia”. Azione-Iv vota con la destra su Kiev e ambiente. M5s e Verdi-Sinistra: “Stop armi”

La premier a palazzo Madama per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo: "Le condizioni per la pace non sono ancora mature". I centristi votano la risoluzione della maggioranza sulle parti riguardanti la guerra e la transizione ecologica. Il leghista Romeo: "L’obiettivo della cessazione delle ostilità sembra più una dichiarazione di principio"

Aggiornato: 17:50

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    19:02

    La giornata – Il polo Azione-Iv vota con la destra. M5s e Verdi-Sinistra: “Basta armi”. L’appello della Lega alla premier: “Deserto della diplomazia”

    Sulla prosecuzione del sostegno militare all’Ucraina e sulla transizione ecologica (col freno a mano) il polo centrista di Azione e Italia Viva sta con il governo Meloni. E’ l’esito del voto del Senato sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni prima del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. La risoluzione elaborata dalla maggioranza di centrodestra è stata votata dall’Aula di Palazzo Madama per parti separate e su quei due capitoli i senatori calendian-renziani si sono allineati al testo di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Il voto è stato dichiarato esplicitamente nell’emiciclo da Carlo Calenda: sull’Ucraina c’è “una sola linea possibile: andare avanti a sostenere gli ucraini finché la Russia non accetterà di sedersi ad un tavolo di trattative, impegnandosi contestualmente per il ritiro totale e immediato dai territori aggrediti. Fine. Questa rimane l’unica strategia efficace per tenere in sicurezza l’UE e il mondo da nuove rivendicazioni del Cremlino e da ulteriori conflitti”. Secondo il leader di Azione è la “linea, adottata all’indomani dell’invasione russa, da Mario Draghi e da lei portata avanti con coerenza, al netto delle stravaganti dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, è la nostra linea. Continueremo dunque a sostenerla, insieme ai provvedimenti conseguenti, e speriamo che così si comporteranno le altre opposizioni responsabili”. 

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva orientato le sue comunicazioni sulla “difesa dell’interesse nazionale”. “Non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale. La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo”. Meloni ha aggiunto che “noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra”. Viceversa “raccontare agli italiani che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome”.

    Con l’approvazione del testo del centrodestra (non c’è il computo esatto perché il voto è avvenuto con il sistema elettronico ma senza registrazione), sono state precluse tutte le altre risoluzioni presentate dal Pd, dal M5s e dall’alleanza Verdi-Sinistra. In particolare, sull’Ucraina, per il Pd bisogna “continuare ad assicurare il pieno sostegno, con tutte le forme di assistenza necessarie” all’Ucraina, “sostenere un ulteriore rafforzamento da parte dell’Ue della pressione collettiva sulla Russia, isolandola, affinché ponga fine ai combattimenti e si ritiri” e “favorire attivamente un consistente sforzo politico e diplomatico unitario da parte dell’Unione, per il raggiungimento di una pace giusta e duratura. E’ esplicito, invece, il no all’invio di altre armi da parte di 5 Stelle e Verdi-Sinistra. Serve, si legge nel testo M5s, “il massimo sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi Ue, per l’immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea coi principi del diritto internazionale”. Il documento di Verdi-Sinistra, invece, riportava il richiamo a “lavorare nell’ambito del Consiglio europeo per una forte iniziativa diplomatica dell’Unione per la richiesta di un cessate il fuoco e l’avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale“. Segue l’auspicio a “sospendere la fornitura nazionale di equipaggiamento militare e porre in Consiglio la necessità di interrompere anche il ricorso all’European peace facility a questo fine”. 

    Ma se le differenze tra le risoluzioni di Pd e il resto dell’area progressista è plastica ed emerge dai rispettivi documenti, emerge un’incrinatura anche nell’alleanza di governo apparsa compatta dal voto finale. E’ di nuovo la Lega, infatti, in Aula, a esprimere “forte preoccupazione per come stanno andando le cose sul fronte della guerra russo-ucraina”. “L’obiettivo della cessazione delle ostilità – scandisce il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo – sembra più una dichiarazione di principio. Anzi si sente parlare costantemente di offensiva, ad esempio la Polonia è pronta a inviare i caccia. Il problema non è il sostegno militare, ma una corsa ad armamenti sempre più potenti con il rischio di un incidente da cui non si possa tornare indietro”. “Purtroppo – continua Romeo – constatiamo che ben poco è stato fatto specie sul cessate il fuoco e sulla tregua. Anzi ci siamo trovati di fronte al deserto della diplomazia. Ma a nostro giudizio serve più equilibrio per favorire dialogo e tregua. Quindi contiamo su di lei. Sento dire dalla gente che lei è ‘una tosta’ e non solo perché è andata al congresso della Cgil”.

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  • 19:02

    La giornata – Il polo Azione-Iv vota con la destra. M5s e Verdi-Sinistra: “Basta armi”. L’appello della Lega alla premier: “Deserto della diplomazia”

    Sulla prosecuzione del sostegno militare all’Ucraina e sulla transizione ecologica (col freno a mano) il polo centrista di Azione e Italia Viva sta con il governo Meloni. E’ l’esito del voto del Senato sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni prima del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. La risoluzione elaborata dalla maggioranza di centrodestra è stata votata dall’Aula di Palazzo Madama per parti separate e su quei due capitoli i senatori calendian-renziani si sono allineati al testo di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Il voto è stato dichiarato esplicitamente nell’emiciclo da Carlo Calenda: sull’Ucraina c’è “una sola linea possibile: andare avanti a sostenere gli ucraini finché la Russia non accetterà di sedersi ad un tavolo di trattative, impegnandosi contestualmente per il ritiro totale e immediato dai territori aggrediti. Fine. Questa rimane l’unica strategia efficace per tenere in sicurezza l’UE e il mondo da nuove rivendicazioni del Cremlino e da ulteriori conflitti”. Secondo il leader di Azione è la “linea, adottata all’indomani dell’invasione russa, da Mario Draghi e da lei portata avanti con coerenza, al netto delle stravaganti dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, è la nostra linea. Continueremo dunque a sostenerla, insieme ai provvedimenti conseguenti, e speriamo che così si comporteranno le altre opposizioni responsabili”. 

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva orientato le sue comunicazioni sulla “difesa dell’interesse nazionale”. “Non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale. La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo”. Meloni ha aggiunto che “noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra”. Viceversa “raccontare agli italiani che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome”.

    Con l’approvazione del testo del centrodestra (non c’è il computo esatto perché il voto è avvenuto con il sistema elettronico ma senza registrazione), sono state precluse tutte le altre risoluzioni presentate dal Pd, dal M5s e dall’alleanza Verdi-Sinistra. In particolare, sull’Ucraina, per il Pd bisogna “continuare ad assicurare il pieno sostegno, con tutte le forme di assistenza necessarie” all’Ucraina, “sostenere un ulteriore rafforzamento da parte dell’Ue della pressione collettiva sulla Russia, isolandola, affinché ponga fine ai combattimenti e si ritiri” e “favorire attivamente un consistente sforzo politico e diplomatico unitario da parte dell’Unione, per il raggiungimento di una pace giusta e duratura. E’ esplicito, invece, il no all’invio di altre armi da parte di 5 Stelle e Verdi-Sinistra. Serve, si legge nel testo M5s, “il massimo sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi Ue, per l’immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea coi principi del diritto internazionale”. Il documento di Verdi-Sinistra, invece, riportava il richiamo a “lavorare nell’ambito del Consiglio europeo per una forte iniziativa diplomatica dell’Unione per la richiesta di un cessate il fuoco e l’avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale“. Segue l’auspicio a “sospendere la fornitura nazionale di equipaggiamento militare e porre in Consiglio la necessità di interrompere anche il ricorso all’European peace facility a questo fine”. 

    Ma se le differenze tra le risoluzioni di Pd e il resto dell’area progressista è plastica ed emerge dai rispettivi documenti, emerge un’incrinatura anche nell’alleanza di governo apparsa compatta dal voto finale. E’ di nuovo la Lega, infatti, in Aula, a esprimere “forte preoccupazione per come stanno andando le cose sul fronte della guerra russo-ucraina”. “L’obiettivo della cessazione delle ostilità – scandisce il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo – sembra più una dichiarazione di principio. Anzi si sente parlare costantemente di offensiva, ad esempio la Polonia è pronta a inviare i caccia. Il problema non è il sostegno militare, ma una corsa ad armamenti sempre più potenti con il rischio di un incidente da cui non si possa tornare indietro”. “Purtroppo – continua Romeo – constatiamo che ben poco è stato fatto specie sul cessate il fuoco e sulla tregua. Anzi ci siamo trovati di fronte al deserto della diplomazia. Ma a nostro giudizio serve più equilibrio per favorire dialogo e tregua. Quindi contiamo su di lei. Sento dire dalla gente che lei è ‘una tosta’ e non solo perché è andata al congresso della Cgil”.

  • 17:56

    Polo Azione-Italia Viva vota parte della risoluzione di maggioranza al Senato

    Su richiesta del Terzo polo, alcune parti della risoluzione, proposta dalla maggioranza al Senato, sono state votate singolarmente e approvate. La richiesta di voto per parti separate era stata avanzata per consentire di votare alcune parti del documento su cui c’era convergenza tra maggioranza e Italia Viva-Azione. La maggioranza ha inoltre votato a favore delle parti della mozione del Terzo polo su cui il governo aveva precedentemente dato parere favorevole. Di conseguenza sono state precluse le altre tre risoluzioni depositate dal Pd, M5s e Verdi-Sinistra

  • 17:55

    Il Senato approva la risoluzione di maggioranza

    L’aula del Senato ha approvato la risoluzione proposta dalle forze di maggioranza, dopo le comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo. Il voto è avvenuto con il sistema elettronico ma senza registrazione.

  • 17:53

    Alfieri: “Pd sempre per diritto Ucraina a difendersi”

    Sulla guerra in Ucraina “la nostra posizione è chiara: mai equidistanza, sempre dalla parte delle democrazie liberali, dalla parte del popolo ucraino e del suo legittimo diritto a difendersi”. Lo ha detto Alessandro Alfieri a nome del Pd nelle dichiarazioni di voto in Senato sulle risoluzioni dopo le comunicazioni della premier Meloni. 

  • 17:53

    Calenda: “Partiti responsabili votino per sostegno all’Ucraina”

    Sulla guerra in Ucraina “riteniamo che vi sia una sola linea possibile: andare avanti a sostenere gli ucraini finché la Russia non accetterà di sedersi ad un tavolo di trattative, impegnandosi contestualmente per il ritiro totale e immediato dai territori aggrediti. Fine. Questa rimane l’unica strategia efficace per tenere in sicurezza l’UE e il mondo da nuove rivendicazioni del Cremlino e da ulteriori conflitti. Questa linea, adottata all’indomani dell’invasione russa da Mario Draghi e da Lei portata avanti con coerenza, al netto delle stravaganti dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza, è la nostra linea. Continueremo dunque a sostenerla, insieme ai provvedimenti conseguenti, e speriamo che così si comporteranno le altre opposizioni responsabili”. Lo ha detto a nome di Azione-Iv Carlo CalenCalenda, partiti responsabili votino per sostegno a Ucrainada in Senato nelle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni dopo le comunicazioni della premier Meloni. 

  • 17:52

    Romeo (Lega): “Preoccupati per crisi ucraina, rischi da corsa armi”

    “Nel comunicare il voto favorevole alla risoluzione della maggioranza, esprimiamo forte preoccupazione per come stanno andando le cose sul fronte della guerra russo-ucraina. L’obiettivo della cessazione delle ostilità sembra più una dichiarazione di principio. Anzi si sente parlare costantemente di offensiva, ad esempio la Polonia è pronta a inviare i caccia. Il problema non è il sostegno militare, ma una corsa ad armamenti sempre più potenti con il rischio di un incidente da cui non si possa tornare indietro”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, nella dichiarazione di voto al Senato dopo le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo.

  • 17:50

    Maiorino (M5s): “Continuo invio di armi all’Ucraina ha fallito”

    “Sono 13 mesi che viviamo un terribile conflitto che ha assunto dimensioni abnormi e e all’orizzonte si prospetta una catastrofe nucleare. Presidente, non trova che sia giunto il momento di fermarsi e chiedersi se quella imboccata sia la strada giusta? Una cosa è chiara fuori dal Palazzo ma non a voi: la strategia del continuo invio di armi all’Ucraina sta fallendo. Abbiamo iniziato con dispositivi minimi ora Zelensky vuole cacciabombardieri. Ci sono domande a cui non potete sottrarvi: l’Italia sta entrando attivamente in guerra? Ditelo chiaramente”. Lo ha detto Alessandra Maiorino (M5s) nelle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni in Senato dopo le comunicazioni della premier Meloni. “Ci vuole onestà intellettuale – ha aggiunto Maiorino – e lo dico anche al Pd: chi è per l’escalation non può essere anche per la diplomazia. Questa strada l’avete bruciata con il furore bellicista”, ha concluso. 

  • 17:49

    Meloni: “Cutro? Sono una madre, Stato non poteva fare di più”. Rojc (Pd): “Invidio che abbia la coscienza a posto”

    “Sono una madre, cerchiamo di mantenere i toni del dibattito”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, nella replica al Senato, rispondendo alle accuse della senatrice Tatjana Rojc, eletta col Pd, sulla gestione della tragedia di Cutro. “Nello stato di diritto – ha detto – sono le prove che fanno i colpevoli. Avete stabilito il colpevole senza avere le prove, non esistono prove che dicono che lo stato poteva fare di più”. Poco prima la presidente aveva detto che “la mia coscienza è completamente a posto, spero che sia a posto anche la coscienza di chi usa le morti di povera gente per fare propaganda“. 

    “Non invidio un presidente del Consiglio che riesce a sentirsi a posto con la coscienza davanti ai morti di Cutro – ha replicato poi Rojc – La premier Meloni si rilegga Pasolini che con quelle parole accusava autori, mandanti e complici delle stragi, e capirà la differenza tra responsabilità politica e giudiziaria. Capirà che quando sulle nostre spiagge muoiono decine di disperati nessuno può sentirsi estraneo, e chi governa per primo”. 

  • 17:39

    Meloni: “In Aula c’è chi vuole accordi con Cina e la resa di Kiev”

    “Siamo un membro della Nato e condividiamo la sua posizione sull’aggressione della Russia all’Ucraina: sappiamo che in questa Aula ci sono partiti che auspicano un accordo con la Cina o una resa dell’Ucraina. Noi non siamo di questo avviso. Accolgo le preoccupazione emerse sui nostri arsenali militari: del resto anche il governo Conte aumentò spese militari”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, in sede di replica, nelle sue comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.