Guerra in Ucraina, diretta – Draghi: “Tutti a un tavolo, Biden chiami Putin”. Zelensky: “Crimea mai russa, ma per ora non discutiamone”

La Finlandia: "Sì all'adesione alla Nato". Mosca minaccia di chiudere il gas a Helsinki ed evoca la guerra nucleare. Il presidente ucraino a Porta a Porta allontana il dialogo: "Non salveremo la faccia a Putin coi nostri territori". Il premier in Cdm rilancia gli sforzi per "riavviare i contatti"

Aggiornato: 22:56

I fatti più importanti

  • 19:48

    Draghi in Cdm: tutti a un tavolo per negoziare. Biden deve chiamare Putin

    In apertura del Cdm, parlando ai ministri dell’obiettivo della pace, secondo quanto riferiscono all’Ansa i presenti, il premier Mario Draghi ha ribadito che lo sforzo iniziale è che tutti gli alleati, ma in particolare ovviamente la Russia e gli Stati Uniti, si trovino seduti a un tavolo. Un tavolo in cui, ovviamente, l’Ucraina sia l’attore principale. In questo contesto, ha riferito il premier, Biden deve chiamare Putin. I contatti – ha spiegato il premier – devono essere riavviati, intensificati a tutti i livelli, con la capacità non di dimenticare, perché “impossibile”, ma di “guardare al futuro”.

  • 18:52

    Quattro missili russi su una raffineria a Kremenchuk

    Quattro missili hanno colpito la raffineria di Kremenchuk, nella regione ucraina nord-orientale di Poltava, già oggetto di attacchi nei giorni scorsi. Lo ha annunciato su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Poltava, Dmitry Lunin, spiegando che gli abitanti dell’area sono nei rifugi, riporta l’agenzia Unian.

  • 18:27

    Lugansk, due ponti fatti esplodere per rallentare i russi

    Le forze ucraine hanno fatto esplodere almeno due ponti sul fiume Seversky Donets per frenare l’avanzata delle truppe russe nella regione di Lugansk. Lo riferisce la Cnn, facendo riferimento ad alcune immagini satellitari che mostrano la distruzione delle infrastrutture nella zona del villaggio di Bilohorivka.

  • 18:26

    Via al G7 Esteri in Germania, ci sono anche Ucraina e Moldavia

    La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha aperto ufficialmente i lavori del G7 organizzato presso il castello di Weissenhaus, nel nord-ovest della Germania. I ministri degli Esteri dell’Ucraina e della Moldavia sono stati invitati a partecipare come ospiti. Come da tradizione, al G7 – dedicato principalmente alla crisi ucraina – prende parte anche l’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è ancora in convalescenza post-Covid e sarà invece sostituito dalla vice Victoria Nuland. Sul tavolo anche la sicurezza energetica e alimentare, le relazioni con la Cina e il cambiamento climatico. L’Italia è rappresentata dal titolare della Farnesina, Luigi di Maio.

  • 18:24

    Zelensky: “Rispetto per il Papa ma non accettiamo le due bandiere insieme”

    “Ho grande rispetto verso il pontefice. Quando il Papa prega per l’Ucraina, è quello che può fare una persona di fede, pregare affinché Dio aiuti, e siamo molto grati e c’è molta fiducia verso di lui. Quando invece (durante la Via crucis, ndr) ha fatto vedere due persone che portavano le due bandiere, quella russa e quella ucraina, che poteva esserci amicizia tra i due popoli, non abbiamo potuto accettarlo“. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervistato da Bruno Vespa nella registrazione di Porta a Porta in onda stasera. Quella russa è “la bandiera sotto la quale ci stanno uccidendo, cercate di capirlo. Per noi quando appare la bandiera russa significa occupazione”, ha aggiunto.

  • 18:20

    Eliseo: “Pieno sostegno” di Macron alla Finlandia nella Nato

    Il presidente francese Emmanuel Macron garantisce il suo “pieno sostegno” alla “scelta sovrana” della Finlandia di aderire alla Nato. Lo rende noto l’Eliseo.

  • 18:13

    Media: “Da domani la Russia potrebbe tagliare il gas alla Finlandia”

    I principali leader politici della Finlandia sono stati informati che la Russia potrebbe tagliare le forniture di gas al Paese a partire da domani, a seguito dell’annunciata intenzione del Paese scandinavo di entrare nella Nato. Lo riporta il giornale finlandese Iltalehti, sottolineando che in precedenza era stata evocata l’ipotesi di un’interruzione il 23 maggio, quando è previsto il prossimo pagamento da parte di Helsinki, che Mosca pretende avvenga in rubli.

  • 17:47

    Anche Azov conferma: “Non ci sono più civili nell’acciaieria”

    “Se parliamo della fabbrica Azovstal, i civili di cui eravamo a conoscenza, i civili che erano con noi, i civili di cui ci prendevamo cura, non sono più con noi. Sono riusciti a lasciare l’impianto”. Lo ha riferito alla Cnn il capitano Svyatoslav Palamar, vicecomandante del reggimento Azov, che nei giorni scorsi aveva riferito di un centinaio di civili ancora nell’acciaieria di Mariupol, nonostante Kiev e Mosca avessero confermato il completamento delle evacuazioni.
    “Magari c’è qualcun altro ancora più giù, perché nessuna organizzazione internazionale è mai riuscita a entrare e valutare la situazione”, ha comunque aggiunto Palamar.

  • 17:46

    Zelensky: “Non riconosceremo mai autonomia al Donbass”

    Concedere una larga autonomia al Donbass? “Ma lì non è rimasto niente. Larga autonomia di cosa?. I russi hanno ucciso, distrutto e ora chiedono l’autonomia? Noi non riconosceremo mai l’autonomia”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato da Bruno Vespa per Porta a Porta in onda questa sera su Rai 1.

  • 17:44

    L’Onu apre indagine su massacri forze russe in Ucraina. Contrarie Cina ed Eritrea

    L’Onu apre un’indagine sulle atrocità attribuite alle forze russe in Ucraina. Il Consiglio per i diritti umani dell’Onu ha votato a larga maggioranza a favore di un’inchiesta, contribuendo così a rafforzare la pressione diplomatica su Mosca. In particolare l’organo ha approvato con 33 voti favorevoli la bozza di risoluzione presentata dall’Ucraina per avviare un’indagine su presunte violazioni nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy fra la fine di febbraio e marzo, “al fine di farne rispondere i responsabili”. Contrarie soltanto la Cina e l’Eritrea, mentre gli astenuti sono stati 12.