IL PUNTO – Nuova giornata di negoziati, oggi il ministro turco a Mosca

Mentre Kiev si chiude in un coprifuoco che durerà fino a giovedì, proseguono gli sforzi diplomatici per trovare una via d’uscita alla guerra. Oggi riprendono i colloqui a distanza: da parte ucraina si predica ottimismo, con Ihor Zhovkva, il vice capo di gabinetto del presidente Volodymyr Zelensky, ad assicurare che “la posizione ucraina è stata ascoltata, i negoziati sono diventati più costruttivi. Stiamo parlando di un accordo futuro, di certe garanzie per l’Ucraina dopo la fine della guerra. Siamo moderatamente ottimisti“, ha detto. Anche per Mykhailo Podolyak, un altro dei negoziatori di Kiev, “c’è sicuramente spazio per un compromesso”. Non sembra pensarla così però la controparte: il Cremlino fa sapere che Vladimir Putin ha riferito al presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, che l’Ucraina “non è seria nel voler trovare una soluzione mutualmente accettabile”. In poche parole, chiede troppo, nonostante Zelensky proprio ieri abbia ammesso che non è realistico per l’Ucraina entrare nella Nato. Nei prossimi giorni a sbloccare la situazione proverà il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, atteso mercoledì a Mosca e giovedì a Leopoli per parlare con gli omologhi Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba.
Sul fronte militare i russi sono vicinissimi a Odessa, il porto sul mar Nero che è il principale obiettivo della loro avanzata. Esperti militari ucraini hanno notato, in immagini satellitari, tre gruppi di navi da guerra della marina russa avvicinarsi alla costa: in serata, inoltre, il capo dell’amministrazione militare regionale Maxim Marchenko, ha affermato che uno degli insediamenti nella regione è stato colpito dai missili di aerei e navi nemici, con due persone rimaste ferite. Secondo l’agenzia governativa Tass, le forze russe hanno preso il controllo di Berdiansk, città portuale di oltre centomila abitanti sul mar d’Azov, nella regione di Zaporizhzhia, circa ottanta chilometri a ovest di Mariupol. E proprio a Mariupol, assediata da giorni, quattrocento persone, tra cui medici, infermieri e pazienti, sono tenuti in ostaggio all’interno dell’ospedale: “Non possono tornare alle loro case”, dice il sindaco della città, Vadym Boychenko. Qui il livepost della giornata di lunedì.