Il Fatto di domani. Biden vola a Kiev e oscura il viaggio di Giorgia. Bonus edilizi, il governo cerca di metterci una toppa

Di FQ Extra
20 Febbraio 2023

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BIDEN IN UCRAINA, LA VISITA “A SORPRESA”. MA SULLE ARMI I PATTI NON CAMBIANO. È durata circa cinque ore la visita a sorpresa di Joe Biden a Kiev. Il presidente americano è arrivato stamattina in treno nella capitale ucraina, con un viaggio tenuto segreto fino all’ultimo e che arriva a quattro giorni dal primo anniversario dell’invasione russa, ma anche alla vigilia del nono anniversario della destituzione di Viktor Yanukovich, la notte del 21 febbraio 2014, dopo l’ondata di proteste di Euromaidan. Biden e Zelensky si erano incontrati di persona solo un’altra volta, a Washington a dicembre. Prima del faccia a faccia, hanno passeggiato per le strade del centro della capitale, davanti al monastero di San Michele, mentre nel Paese risuonava l’allarme antiaereo. Biden ha confermato al suo omologo ucraino il sostegno di lungo periodo, poi due leader hanno discusso “dettagliatamente” di forniture militari e di ricostruzione. “Speriamo che il 2023 sia l’anno della vittoria”, ha detto Zelensky. Sulle richieste di invio di caccia F-16 a Kiev, però, la Casa Bianca frena: “Al momento non ci sono dettagli da annunciare” è la dichiarazione ufficiale. E infatti il pacchetto di armi discusso oggi contiene ancora una volta “solo” munizioni, radar, sistemi antimissile, oltre ai tank annunciati. Sul Fatto di domani vedremo i dettagli del summit tra Biden e Kiev distinguendo tra realtà e annunci. Seguiremo poi un altro importante viaggio diplomatico di oggi, sul lato opposto del fronte. Dopo il giro in Europa, il capo della diplomazia cinese Wang Yi è arrivato a Mosca dove incontrerà Vladimir Putin. Sulla strada, il diplomatico si è trattenuto con il presidente ungherese Viktor Orban. Tra Cina e Usa sono giorni di tensioni diplomatiche. Washington ha accusato Pechino – che ha smentito – di essere pronta a fornire armi alla Russia. Il gigante asiatico accusa gli Usa di “gettare benzina sul fuoco” del conflitto. Verso, le 14 Biden ha lasciato Kiev e il suo staff presidenziale ha rivelato qualche retroscena sul viaggio. I preparativi andavano avanti da mesi, ma la luce verde sarebbe arrivata solo venerdì, per volontà del presidente. Per coprire la mossa la Casa Bianca ha creato una falsa agenda di impegni inesistenti a Washington per oggi, e poi, poche ore prima della partenza, ha informato Mosca per evitare incidenti tra potenze nucleari.


MELONI ARRIVA SECONDA A KIEV. TAJANI E I DUBBI SUI JET: “SOLO ARMI DIFENSIVE”. PACE, VERSO LA PERUGIA-ASSISI STRAORDINARIA. La visita a Kiev di Biden ha completamente oscurato quella di Giorgia Meloni, su cui il governo si era sforzato di creare un clima di attesa negli ultimi giorni. Parte di questa strategia mediatica è passata dall’intervista concessa da Zelensky a tre giornali italiani, Corriere, Repubblica e Sole 24 ore, e una testata tv, il Tg1. In tutti i casi il leader ucraino ripete che la vittoria è dietro l’angolo e chiede agli alleati di continuare a sostenere il suo Paese. Meloni è partita oggi pomeriggio per la Polonia, dove ha incontrato a Varsavia il primo ministro Mateusz Morawiecki, scegliendo però di privilegiare nella conferenza stampa i temi sovranisti su migrazioni e politiche europee (e l’alleanza con il partito di estrema destra Diritto e giustizia, cui appartiene il premier polacco). Poi partirà alla volta di Kiev in treno, secondo il percorso abituale (l’opzione ferroviaria viene preferita a quella aerea per ragioni di sicurezza). Intanto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal Consiglio Affari Esteri europeo, ha esposto dubbi sull’invio di caccia: “Non se n’è parlato. Abbiamo sempre inviato armi difensive e non offensive”. Non proprio un tappeto rosso steso a Meloni in vista della sua visita a Zelensky, dove la premier dovrà far dimenticare le parole di Berlusconi e lo smacco del video a Sanremo cancellato e trasformato all’ultimo in un messaggio scritto. Sul Fatto di domani daremo spazio anche alle parole della pace, seguendo l’organizzazione della marcia straordinaria Perugi-Assisi nella notte tra 23 e 24 febbraio, che culminerà simbolicamente a Roma sabato 25.


SUPERBONUS, IL GOVERNO CERCA UNA “PEZZA” DA 15 MILIARDI. Fatto l’annuncio, si corre ai ripari. Ieri la stessa Giorgia Meloni aveva aperto alla possibilità di modificare il decreto che giovedì ha tagliato la cessione dei crediti per tutti i bonus edilizi. Oggi, mentre la premier è all’estero, il compito di metterci la pezza (o almeno cominciare) è affidato al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha presenziato a Palazzo Chigi all’incontro tra governo e rappresentanti di categoria delle banche e delle imprese edilizie. Pichetto oggi ha ammesso che il problema dei crediti incagliati peserebbe 15 miliardi che le imprese vantano verso lo Stato e non riescono a incassare. Il rischio è che queste imprese falliscano, per questo si ragiona su diverse ipotesi. Il viceministro al Ministero dei trasporti, Edoardo Rixi, ha proposto di far intervenire Cassa depositi e prestiti, in FdI si parla invece di cartolarizzare questi crediti, cioè venderli a una società che li “impacchetti” in un prodotto finanziario da collocare sul mercato sotto forma di titoli. Un problema però è la tempistica, anche perché le banche temono un crollo della liquidità e infatti chiedono di fare presto. Sul Fatto di domani vedremo però perché il governo ha scelto di preoccuparsi poco della sorte di cantieri, imprese e cittadini che si sono impegnati nell’efficientamento energetico delle abitazioni e dare priorità a far quadrare i conti di bilancio.


LA “SETTIMANA DECISIVA” DEL PD VERSO LE PRIMARIE. BONACCINI AVANTI, SCHLEIN RIVENDICA LA VITTORIA A MILANO. Stefano Bonaccini al 52,87% con 79.800 voti, Elly Schlein al 34,88% con 52.630 preferenze. Marginali Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, rispettivamente all’8% e 4,3%. Sono i dati definitivi del voto nei circoli Pd, diffusi oggi dalla Commissione nazionale. A votare circa 151.500 tesserati al partito, che per il segretario uscente Enrico Letta sono un risultato straordinario di partecipazione politica, unico in Italia. Come atteso, saranno quindi Bonaccini e Schlein a sfidarsi alle primarie di domenica 26 febbraio. Ai gazebo però potranno votare anche i non iscritti al Pd e i risultati di partenza potrebbero ribaltarsi. Ci spera il comitato Elly Schlein, che ha rivendicato una vittoria (di misura) a Milano e punta a canalizzare il voto progressista, a sinistra del Pd. Sul Fatto di domani, oltre alla cronaca, affronteremo il tema dell’orientamento del Partito democratico con Massimo Bugani, ex stratega del M5S entrato l’anno scorso nella corrente di Bersani Articolo Uno, e ora assessore nella giunta bolognese di Matteo Lepore.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Indagato Solinas per corruzione. Il presidente della Sardegna è stato indagato con altre tre persone per l’acquisto di proprietà immobiliari. L’ipotesi di reato è corruzione e riciclaggio.

Appalti pilotati, in carcere ex consigliere di FdI a Napoli. Luciano Passariello, ex consigliere regionale del partito di Meloni in Campania, è una delle tre persone per cui è stata disposta la misura cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati alla Sma, società in house della Regione Campania che opera nel settore ambientale.

Tre Regioni ad alto rischio calamità. Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna sono nella top ten (rispettivamente al quarto, quinto e ottavo posto) delle Regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico nel 2050. Lo afferma la prima analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio compiuta per gli investitori da Xdi (The Cross Dependency Initiative).

La Siria trema ancora. Una scossa di magnitudo 6.4 ha colpito il confine tra Turchia e Siria, mentre il conto delle vittime del grande sisma del 6 febbraio è arrivato a quota 41.156.


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO ECONOMICO

Mariana Mazzucato: “Ecco la grande truffa di McKinsey e gli altri”

di Henry Mance

La teoria è semplice. Quando le organizzazioni si trovano ad affrontare delle sfide, possono ricorrere al supporto di consulenti esterni con alto quoziente intellettivo, che portano competenze specialistiche e nuove idee. Questi esterni costano molto, ma non restano a lungo e si ripagano più che bene migliorando l’efficienza aziendale. Nessuno è mai stato licenziato perché la sua azienda ha chiesto una consulenza a McKinsey.

(continua a leggere)


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