Faccia a faccia

Fridays for Future: clima, da Unione popolare le giuste misure

Proseguono gli incontri del movimento ambientalista con  partiti e coalizioni in vista delle elezioni di domenica

Di Giampiero Calapà
23 Settembre 2022

“Il programma e le posizioni dei candidati di Unione popolare risultano coerenti con le misure che devono essere adottate per contrastare la crisi climatica e sociale che in parte abbiamo riassunto nella nostra Agenda climatica. Detto questo noi non vogliamo fare endorsment a nessun partito”: con questo sigillo i giovani di Fridays for Future timbrano il diario nella pagina dell’incontro con Unione popolare. La lista guidata da Luigi de Magistris si è presentata all’incontro con: Domenico Finiguerra, 51 anni, ambientalista di lungo corso, al terzo mandato da sindaco di Cassinetta di Lugagnano, paese di duemila abitanti nella città metropolitana di Milano; Giuliano Granato, 36 anni, laureato in Relazioni internazionali e diplomatiche, militante napoletano di Potere al popolo, protagonista di questa breve campagna elettorale divenuto volto noto per le apparizioni televisive. A interrogarli per Fridays for Future Italia la portavoce nazionale del movimento Laura Vallaro, 20 anni, studentessa di Scienze forestali a Torino, e Giorgio De Girolamo, 20 anni, studente di Giurisprudenza a Pisa. Finiguerra ha esordito: “Non è piaggeria, la vostra agenda per il clima è preziosa e sarebbe un ottimo programma di governo”.
Fff: quale strategia energetica intendereste intraprendere?
Finiguerra. Niente rigassificatori e stop ai 140 progetti legati al fossile. Bisogna ri-nazionalizzare Enel e servono micro interventi di comunità: implementare le rinnovabili con infrastrutture piccole, non serve nascondere le montagne coi pannelli solari e realizzare grandi impianti energetici, ma piccole cooperative. Il mio paese ha perseguito questa strada ed è considerato un Comune virtuoso.
Granato. E questa è una strategia che si può adottare anche in una grande città mappando i quartieri. E anche al Sud, perché non c’è un problema antropologico al Sud rispetto a questi temi. Ci sono già due miliardi di euro per le comunità energetiche già stanziati per altro, ma mancano i decreti attuativi, non mi spiego quindi come altri partiti che sono stati in parlamento cinque anni ora possano fare queste proposte… La strada è semplice: zero fossile, indipendenza energetica delle comunità con le rinnovabili.
Fff: secondo l’accordo di Parigi bisogna ridurre le emissioni del 92% entro il 2030, come arrivarci?
Finiguerra. Bisogna cambiare completamente il modello di sviluppo. Vent’anni fa venivo sbeffeggiato perché dicevo già che era necessario fermare grandi opere e consumo di suolo. Optare per il recupero del patrimonio esistente e stop anche alle opere che incentivano l’uso dell’auto privata sono obiettivi concreti. Mezzi pubblici gratuiti e grandi sconti sui treni sono necessari. Va introdotto lo smart working dove è possibile per evitare grandi spostamenti di pendolari per lavoro. E serve intervenire nelle politiche di grande distribuzione del cibo che hanno ricreato i latifondi con le agricolture intensive.
Granato. E per l’efficientamento energetico è utile anche il salario minimo a dieci euro l’ora su 32 ore lavorative, perché tutela dell’ambiente e la riduzione delle emissioni va di pari passo con le politiche del lavoro. Inoltre, una considerazione bisogna farla anche sulle politiche industriali: abbiamo l’ex Iribus e la Breda Menarini, sorrette al 70% da Invitalia, che potrebbero diventare un simbolo e un’eccellenza per la produzione di autobus puliti.
Fff: la vostra è stata definita Agenda Robin Hood, ma dove andare a prendere i soldi?
Finiguerra. Si deve partire dalla lotta all’evasione fiscale potenziando la struttura dello Stato con parte del milione di dipendenti pubblici che mancano all’appello e che vanno assunti. Gli oneri di urbanizzazione sfuggono totalmente al controllo democratico, devono esser tolti ai Comuni, e lo dice un sindaco, per esser spostati sullo Stato per politiche ecologiche.
Granato. Prevediamo una riforma del catasto, a cui sono allergici tutti gli altri partiti, come mossa preliminare per arrivare alla tassa di successione sui grandi patrimoni. Combattere contro i paradisi fiscali anche europei e contro la pratica dell’elusione fiscale intrapresa già da tempo da aziende come la Fiat. Legalizzare la cannabis, poi, sottrarrebbe un mercato di 7/8 miliardi annui alle mafie.
La discussione è poi andata avanti a lungo fino al giudizio finale di Fridays for Future Italia: “Usciamo soddisfatti dall’incontro con Unione popolare, notando una buona preparazione riguardo alle risposte necessarie per contrastare la crisi climatica e sociale”.

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