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M5s, Conte capolista in cinque collegi. Il “guaio” delle preferenze online: malumori per l’alternanza di genere

I nomi in lista - Pubblicati gli elenchi dei candidati: ci sono i 15 scelti dal leader e i più votati dagli attivisti (ma con molte “vittime”)

Di Federico Sorrentino
20 Agosto 2022

Ci sono tutti i quindici volti proposti da Giuseppe Conte nella lista dei candidati M5S ufficializzati per le elezioni politiche del 25 settembre. Nelle Parlamentarie, la base grillina ha approvato con l’86 per cento i nomi indicati per i collegi plurinominali di Camera e Senato e proprio il presidente Conte sarà capolista in quattro regioni e cinque collegi per Montecitorio: Lombardia 1 (in due collegi), Campania 1 (primo collegio), Puglia 1 e Sicilia 1 (primo collegio).

Tra gli altri, confermata l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino che sarà capolista per la Camera nei 4 collegi del Piemonte; l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho candidato nel terzo collegio dell’Emilia Romagna e nel primo collegio della Calabria; l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa in corsa come capolista nel secondo collegio Campania 1; il ministro dimissionario delle Politiche agricole Stefano Patuanelli correrà in Friuli Venezia Giulia, Lazio e Campania; e l’ex magistrato Roberto Scarpinato in Sicilia e Calabria. In Lombardia, oltre a Conte, è capolista anche Samuel Sorial, fratello di Giorgio. Tra i vicepresidenti M5S, Alessandra Todde sarà capolista in Lombardia e Sardegna, Riccardo Ricciardi in Toscana, Mario Turco in Puglia e Basilicata, Michele Gubitosa in Campania.

C’è comunque malumore da parte di chi – durante le Parlamentarie del 16 agosto a cui hanno partecipato oltre 50mila iscritti alla piattaforma Sky Vote – ha preso parecchi voti e ora si ritrova in seconda o terza posizione nei collegi per i capolista proposti da Conte o perché vincolato all’alternanza di genere prevista dal Rosatellum. Regole già note, ma ora che viene messo tutto nero su bianco emergono le anomalie.

È il caso di Valentina Corneli, seconda più votata in Abruzzo con 643 preferenze alle spalle di un’altra donna (Daniela Torto), che finisce però terza in lista dietro Livio Sarchese che ha preso 400 voti in meno. Oppure Anna Laura Orrico, la seconda più votata in Calabria (513 preferenze), che finisce addirittura quarta nel collegio della regione dopo De Raho, Vittoria Baldino e Riccardo Tucci che ha ottenuto 50 voti meno di lei. In Lombardia 3 Sorial è invece il terzo più votato ma diventa comunque capolista perché le due donne che lo precedono (Sonia Lisotti e Monica Ferraris) vengono dirottate in un altro collegio lombardo. Il più votato in Lombardia 1 è Davide Buffagni, fratello dell’ex sottosegretario Stefano, ma è stato messo in terza posizione (dietro Sara Montrasio) e quindi sarà difficilmente eleggibile. Ancora più evidente il caso della deputata Gilda Sportiello, terza più votata in Campania 1 dopo Teresa Manzo e Carmen Di Lauro che però vengono inserite al secondo e quarto posto nel secondo collegio Campania 1, lasciando così alla parlamentare il secondo posto nel primo collegio Campania 1 (dopo Conte). Il gioco dell’alternanza uomo-donna porta l’uscente Valentina D’Orso in seconda posizione in Sicilia 1 per la Camera, terzo posto per il deputato Davide Aiello. Fuori dalla quaterna, ma primo dei supplenti, il deputato palermitano Adriano Varrica. Aiello e Varrica sono stati i più votati con 774 e 586 preferenze ma l’alternanza di genere ha messo fuori gioco il deputato palermitano che però potrebbe rientrare nell’uninominale. Lontano dai primi quattro posti un altro deputato uscente, Aldo Penna, che ha raccolto 111 voti.

Conte ora, sentito il Garante Beppe Grillo, si riserva una valutazione di compatibilità con i valori e le politiche del Movimento 5 Stelle, “esprimendo parere vincolante e insindacabile, in qualunque fase dell’iter fino alla scadenza del termine per il deposito delle liste elettorali”. Il presidente si riserva inoltre “di individuare i nominativi mancanti per il completamento delle liste, ove necessario” e per la scelta dei candidati agli uninominali dove però il M5S – fuori dalle coalizioni – non ha praticamente possibilità di vittoria.

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