L’intervista

Alberto Clò: “Il governo dica la verità, sul gas non va tutto bene”

L’economista - “Dal ministro rassicurazioni immotivate, smentite pure da Arera: l’inverno sarà durissimo”

18 Agosto 2022

Alberto Clò è un economista di solida area prodiana. Bolognese, classe 1947, professore per una vita, è passato per parecchi cda (Eni, Finmeccanica, Atlantia, il Gruppo Gedi, etc), è stato ministro dell’Industria nel governo Dini e dal 1984 dirige la rivista Energia, fondata proprio con Prodi nel 1980. Questa breve versione del suo curriculum, che tratteggia un uomo non certo estraneo al potere italiano, serve a spiegare quanto sorprendentemente duro sia l’editoriale pubblicato da Clò su Energia due giorni fa: “Gas: tutto (non) va ben madama la marchesa”. Svolgimento: “Mentre il ministro del governo dimissionario Cingolani continua a rassicurare l’opinione pubblica e specie le famiglie che quest’inverno potranno comodamente riscaldarsi col gas, sempre siano in grado di pagarselo, dai mercati vengono segnalazioni esattamente e profondamente contrarie”.

Professore, che succede?

Sono sorpreso, perché non dicono la verità.

E quale sarebbe la verità?

Intanto non stiamo meglio degli altri, come dice Cingolani. In secondo luogo non si può assolutamente escludere che il prossimo inverno sia molto difficile dal punto di vista del gas. Ne consegue che ci dovremmo preparare al peggio, nel senso che dovremmo aver predisposto un Piano di razionamento. E ancora: abbiamo prezzi altissimi, anche più alti rispetto ad altri Paesi. La botta in autunno sarà fortissima.

E invece…

E invece Cingolani va in giro a dire “siamo bravi” e lo fa mentre Arera, l’Autorità per l’energia, parla di problemi di approvvigionamento del gas e di prezzi che in ottobre raddoppieranno. Le istituzioni non possono dire con la destra una cosa e con la sinistra un’altra. Non va certo fatto terrorismo, ma queste rassicurazioni sono immotivate e smentite dal regolatore.

Come se lo spiega?

Non me lo spiego, tanto più che non credo che Cingolani in questo momento sia a caccia di voti…

La dipendenza da Mosca non è colpa di Cingolani.

Certo che no. Uscirà a breve un mio libretto intitolato Il ricatto del gas russo: se era inevitabile rifornirsi da Mosca, non era inevitabile farlo in quelle misura, renderla il partner privilegiato. Quella è una scelta politica e l’hanno fatta in molti, alcuni per soldi. Ovviamente nel libro farò nomi e cognomi. Anche l’Europa sono vent’anni che si gira dall’altra parte, eppure l’abbiamo visto più volte che Putin non era il biscottino che ci veniva venduto.

Il governo ha provato a cercare fonti alternative.

Rispetto alla dipendenza dalla Russia qualcosa è stato fatto. È vero che Algeria e altri Paesi hanno dato di più. Ma la situazione è talmente complicata che, ad esempio, la scelta di affidare a Snam il riempimento degli stoccaggi, necessaria, ha finito per far alzare i prezzi. E quindi da un lato si contribuisce all’aumento dei prezzi e dall’altro si dice “Price cap, Price cap” senza neanche mai spiegare cos’è questo benedetto tetto ai prezzi.

L’Europa, però, ha varato un piano di risparmi.

L’Ue non ne azzecca una: facciamo un piano di risparmio del 15%… anzi no, del 7%… volontario. Il Platts Europe Gas Daily ha scritto che all’Europa rischia di mancare il gas in inverno e di fronte a questo qui si naviga a vista, pare non si abbia contezza delle cose, mentre il governo tedesco ha detto: bisogna ridurre i consumi del 20%, un quinto del totale.

Anche i prezzi sono un bel problema. Quasi un razionamento di fatto.

Quest’inverno la botta per le famiglie sarà enorme. Abbiamo già speso circa 35 miliardi per abbassare le bollette, quanto dovrà mettere sul tavolo il governo adesso? Perché ovviamente dovrà farlo, almeno per le fasce più deboli, anche se è una involontaria spinta ai consumi. Come per la pandemia, credo che occorra far ricorso al senso di responsabilità degli italiani: anche perché uscite come o i condizionatori o la pace non paiono aver funzionato…

Come si spiegano prezzi così fuori scala, praticamente mai visti?

I prezzi esplodono per un motivo: manca l’offerta.

Quella russa.

Tutte le misure di embargo ci stanno tornando indietro come un boomerang. È vero che i prezzi del petrolio ora stanno fortunatamente calando, ma, è il mio timore, solo momentaneamente.

La conclusione qual è?

Ma se questa è la situazione cosa rassicuri? Bisogna dire la verità.

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