I giornalisti Rai difendono Innaro, accusato di sovranismo

In Rai si alzano gli scudi per difendere il corrispondente da Mosca Marc Innaro, accusato di essere filo-Putin solo per aver fatto un ragionamento più complesso sulla situazione della crisi Ucraina. Con addirittura un’interrogazione in Vigilanza del Pd, che chiede “una rotazione dei corrispondenti delle sedi estere”. Quasi una fatwa che, fa notare qualcuno, ricorda […]

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In Rai si alzano gli scudi per difendere il corrispondente da Mosca Marc Innaro, accusato di essere filo-Putin solo per aver fatto un ragionamento più complesso sulla situazione della crisi Ucraina. Con addirittura un’interrogazione in Vigilanza del Pd, che chiede “una rotazione dei corrispondenti delle sedi estere”. Quasi una fatwa che, fa notare qualcuno, ricorda la campagna che la destra avviò contro Giovanna Botteri accusandola, quando era negli Usa, di essere troppo “anti-trumpiana”. Botteri poi fu spostata in Cina. Qualcuno pensa di fare lo stesso con Innaro? Intanto il giornalista viene difeso dal sindacato Usigrai: “Contro di lui accuse pretestuose e infondate. L’azienda difenda i propri cronisti”. Qualche fibrillazione c’è anche sugli inviati. Sul campo ce ne sono 12, ma si è notato, per esempio, che il Tg1 di Monica Maggioni non ha cronisti a Kiev, tanto da utilizzare un giornalista esterno, Valerio Nicolosi di Micromega. La testata principale presa in contropiede. Qualche polemica pure per la mancanza di un coordinamento tra le diverse testate, in modo da utilizzare al meglio gli inviati: adesso ognuno fa un po’ come gli pare, prestandosi gli inviati all’occorrenza.