Il Fatto di domani. Dopo Renzi&Cesaro: tutti i “salvati” dalla Giunta. Il primo sciopero dell’era Draghi: la scommessa di Cgil e Uil

Di FQ EXTRA
15 Dicembre 2021

IL PRIMO SCIOPERO GENERALE DELL’ERA DRAGHI. Scatterà domattina la protesta convocata da Cgil e Uil (qui una guida ai settori interessati dalla protesta). L’appuntamento si porta dietro uno strascico di attacchi da parte della politica di destra (da Salvini e Meloni a Renzi) della Confindustria e anche dell’altra sigla confederale che ha scelto di non aderire, la Cisl. Ma sconta anche la freddezza di un partito come il Pd, dove oggi Debora Serracchiani dice “rispetto lo sciopero ma non lo comprendo”. Lasciateci esercitare il nostro diritto costituzionale, è la dichiarazione delle ultime ore di Landini e Bombardieri. Sul giornale di oggi abbiamo spiegato i motivi che hanno portato Cgil e Uil a convocare lo sciopero: non solo il giudizio negativo sulla legge di Bilancio e sulla logica del taglio delle tasse, ma anche lo stop al salario minimo, il congelamento della riforma delle pensioni, le politiche su smart working e licenziamenti. Sul Fatto di domani andremo a vedere chi e per quanto tempo incrocerà le braccia. Intervenendo in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo di domani, il premier oggi ha fatto un accenno importante sul tema dei rincari delle bollette: dicendo che per calmierare i prezzi di luce e gas non si può escludere un intervento sui profitti delle società energetiche. Approfondiremo sul giornale di domani.

DOPO RENZI&CESARO: TUTTI I “SALVATI” DALLA GIUNTA IMMUNITÀ. “Come sempre, mi affido alla giustizia”, dichiara oggi “Giggino a’ purpetta”, al secolo Luigi Cesaro, dopo che la Giunta delle immunità parlamentari di Palazzo Madama ha votato per rigettare la richiesta di arresti domiciliari che lo riguardava, approvando una mozione di Italia Viva. La Giunta ieri ha votato per dare lo scudo anche alle intercettazioni di Matteo Renzi nell’inchiesta Open, proposta da Forza Italia. Sul Fatto abbiamo raccontato la corrispondenza di amorosi sensi tra renziani e berlusconiani sul tema dell’impunità, ma a far discutere è anche l’astensione di Pd e M5S su entrambi i dossier. Motivi tecnici, spiegano da entrambi i partiti, ma il dato resta. Sul Fatto di domani sentiremo le ragioni della scelta dalla senatrice Castelloni, capogruppo M5S in Senato. Poi metteremo in fila tutte le mozioni approvate dalle Giunte per le autorizzazioni di Camera e Senato negli ultimi anni. A proposito di Open, oggi Renzi doveva essere sentito dai giudici di Firenze, ma ha consegnato una memoria dove contesta le accuse. Forte delle garanzie ricevute ieri dal Senato, ha attaccato a tutto campo i magistrati sui social: “Voglio che si faccia giustizia sul serio”, ha detto il senatore “verificando se le plurime violazioni costituzionali dei Pm meritino una sanzione”.

MANOVRE D’AVVICINAMENTO AL COLLE. Il leader di Italia Vita non si è risparmiato anche qualche battuta sull’elezione del Capo dello Stato, tema che tiene banco in questa fase. Non perdendo occasione per attaccare i suoi ex alleati del Pd. Il segretario Letta ha tracciato un profilo del futuro presidente in un’intervista: un uomo super partes che piaccia a destra e sinistra, non un leader di partito. “È la scoperta dell’acqua calda”, l’ha gelato Renzi. Forse Letta si riferiva a Mario Draghi, nome che Renzi vorrebbe tenere fisso a Palazzo Chigi. Vedremo sul Fatto di domani che, mentre Berlusconi prosegue la sua campagna per la conquista del Colle, a destra si sta lavorando anche a un “piano b” per eleggere qualcun altro. Ma Silvio non molla. Dopo aver rinunciato all’intervista con Bruno Vespa (come abbiamo scritto oggi sul Fatto), oggi ha scelto un’altra platea: un messaggio videoregistrato trasmesso alla presentazione del libro di Gianfranco Rotondi, in cui ha lanciato un messaggio di pacificazione politica bipartisan, mimando uno stile “quirinalizio”. Sul Fatto di domani spiegheremo i dettagli di questa strategia, e capiremo in che modo si tengono insieme il gran rifiuto di ieri e l’appello di oggi. La nostra petizione su Change.org per dire no all’elezione del Caimano al Quirinale ha superato le 170 mila firme.

COVID, L’EUROPA BACCHETTA I MIGLIORI SUI CONTROLLI ALLE FRONTIERE. Sembra che a Bruxelles non sia piaciuta per niente la decisione presa ieri dal Consiglio dei ministri, che ha imposto l’obbligo di presentare un tampone negativo per tutti i viaggiatori che arrivano da Stati esteri, anche se vaccinati e in possesso di green pass europeo (per i non vaccinati c’è anche l’obbligo di quarantena). Il principale motivo di disappunto è il fatto che il governo italiano non si è coordinato con le autorità europee su una misura che di fatto mette da parte le regole comunitarie stabilite per garantire la mobilità tra gli Stati membri anche durante l’emergenza pandemica. Dalla commissione dicono che il caso avrà un impatto sul Consiglio europeo di domani, dove è atteso anche il premier. Sul Fatto di domani vedremo perché l’Europa ha bacchettato Draghi. L’esecutivo si è giustificato evocando il peggioramento rapido della situazione sanitaria, anche per colpa della variante Omicron. Oggi i contagi sono sempre di più: quasi 23.200 e 129 morti. La preoccupazione si fonda sulle proiezioni, per nulla confortanti, relative al tasso di occupazione degli ospedali e sul ritmo della campagna vaccinale. Il Centro di controllo delle malattie ritiene che la percentuale di immunizzati in Europa non sia sufficiente a frenare la variante Omicron, quindi serviranno restrizioni. Per ora l’Italia ha impresso una stretta solo alle frontiere, anche se alcune città cominciano a cancellare i grandi eventi (come il concertone di Capodanno a Roma). Ma il nodo dei controlli resta il grande problema del contenimento sociale dell’epidemia. Sul giornale di domani racconteremo anche l’esito della perizia della procura di Messina sulla morte di una donna dopo il vaccino Astrazeneca: i periti hanno trovato un nesso causale.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Il nucleare in Italia. Tra le critiche, il governo ha partecipato al convegno dal titolo “Il nucleare decisivo per la transizione energetica”, organizzato a Roma dall’Associazione italiana nucleare. Intanto è stato avviata la fase due della ricerca del deposito nazionale delle scorie.

In Francia magistrati in sciopero. Le toghe francesi ce l’hanno con Macron, racconteremo le ragioni della loro protesta.

L’Onda nera tedesca. La notizia di un attentato sventato a Dresda riaccende il dibattito sulla radicalizzazione dell’estrema destra tedesca, coperta dal partito Afd.

Ti racconto The Boss. La nostra intervista a Little Steven, storico chitarrista della band di Bruce Springsteen, che ci racconta gli aneddoti di una leggenda.


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