Il Fatto di domani. Nucleare, le “scorie” di Cingolani portano a McKinsey. Covid sempre più su: ospedali a rischio intasamento

3 Dicembre 2021

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CINGOLANI “AMBASCIATORE DEL NUCLEARE”. ALTRI SPICCIOLI PER LE BOLLETTE. L’incontro con i sindacati di ieri ha prodotto qualche discussione in più sull’impianto del decreto fiscale. Per concedere qualcosa alle richieste dei sindacati che lamentavano uno sbilanciamento verso i redditi medio-alti, il governo ora sta valutando una misura aggiuntiva: un taglio dei contributi una tantum, nel 2022, per i lavoratori sotto i 35 mila euro. I sindacati non sono convinti, e non escludono di convocare uno sciopero generale a breve. La maggioranza si è spaccata invece sul nodo bollette. Per calmierare la stangata (prevista per il prossimo anno tra il 25% e il 50% dalle associazioni dei consumatori) Draghi aveva ipotizzato di chiedere un contributo di solidarietà di due anni ai redditi sopra i 75 mila euro. Idea appoggiata da M5S, Pd e Leu, ma poi scartata in Consiglio dei ministri a causa della contrarietà dei partiti di destra (e Italia Viva). Alla fine verranno stanziati 800 milioni aggiuntivi rispetto ai 2 miliardi già previsti: è ancora poco. Intanto, la politica reagisce alle dichiarazioni del ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani che, ieri a Bruxelles, ha rilanciato il tema del nucleare cosiddetto “pulito”, di quarta generazione: una passione che il ministro della Transizione ecologica non nasconde. Verdi, Leu e Movimento 5 Stelle lo hanno attaccato ribadendo che l’energia atomica deve restare fuori dallo schema della transizione (per Fratoianni di Leu, Cingolani si comporta da “ambasciatore del nucleare”). Sul Fatto di domani vedremo quali sono le ambizioni di Cingolani sul nucleare, e come si collegano con la gestione dei fondi del Pnrr: sul Fatto di oggi abbiamo rivelato che il ministro vuole nominare a capo della gestione fondi un uomo del colosso della consulenza McKinsey.

COVID, GLI OSPEDALI RISCHIANO L’INTASAMENTO. Il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità certifica la crescita della pressione sugli ospedali. La percentuale dei pazienti Covid in terapia intensiva in Italia era al 7,3% al 2 dicembre (maggiore di oltre un punto rispetto alla settimana precedente) e quella nei reparti ordinari al 9,1% (dall’8,1%). La soglia di allerta, ricordiamolo, è fissata rispettivamente al 10% e al 15%. L’Iss sottolinea anche che sono sempre di più i casi non associati a catene di trasmissione, dato che indica un sistema di tracciamento in difficoltà. E con un indice di replicazione dell’epidemia che resta superiore a uno (cioè in crescita), la Sanità pubblica, soprattutto quella di alcune Regioni rischia di nuovo di collassare: vedremo perché sul Fatto di domani. Da lunedì l’Alto Adige passerà in zona gialla, aggiungendosi così al Friuli Venezia Giulia, ma anche altre Regioni sono in bilico. Oggi i positivi sono più di 17 mila e i morti 74. Sul fronte della campagna vaccinale, mentre oggi il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha detto che “l’obbligo vaccinale non è all’ordine del giorno” (nonostante in Europa se ne stia discutendo), il coordinatore del Cts Franco Locatelli si è spinto oltre, e ha dichiarato addirittura concreta la possibilità che serva una quarta dose, dopo la terza che si sta cominciando a somministrare. Mentre Silvio Brusaferro ha parlato dell’incremento dei contagi nei più giovani: da 0-9 anni l’incidenza è pari a 180 per 100mila abitanti rispetto a 130 della scorsa settimana, mentre nella fascia 10-19 anni è pari a 160 da 125.

BERLUSCONI AL QUIRINALE: SALVINI TENTENNA. La nostra petizione su Change.org ha superato 100 mila firme. Per la cronaca, quella di Libero che invece si intitola “Non toglieteci il Quirinale” non va molto oltre le 4000 firme. Tra queste si è aggiunta, qualche ora fa, quella di Matteo Salvini, che dice di averlo fatto contro la sinistra radical chic. Meno per convinzione nella forza della candidatura di B., si legge tra le righe, visto che stamattina in un’intervento pubblico il leader leghista ha liquidato la questione dicendo: “Berlusconi al Quirinale? Tutti i candidati sono candidabili. Sarà poi il Parlamento a decidere”. Salvini ha passato poi la staffetta a Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, che all’opposto ha espresso un chiaro auspicio di vedere B. presidente della Repubblica: “Non facciamo nomi ma abbiamo tutti la speranza che l’unico presidente del Consiglio di centrodestra degli ultimi anni possa farcela”. Insomma, tra detto e non detto, lo spettro di B. continua ad aleggiare sul Colle. Noi domani proseguiamo la campagna con una nuova puntata della Storia di B., che da oggi è diventato anche un podcast gratuito disponibile nella sezione Extra e presto sulle principali piattaforme.

MATTARELLA TRA STUPORE E TREMORI (DI POLSI). Tanto si è sentito tirare per la giacchetta, che alla fine ha mandato una nota di smentita. Il Presidente della Repubblica uscente, Sergio Mattarella, ha smentito la ricostruzione che lo vorrebbe incline al bis del settennato. Tutto nasce dalla proposta di legge costituzionale avanzata ieri dal Pd per impedire la rielezione del Capo dello Stato e il semestre bianco, che si applicherebbe a partire dall’elezione successiva a quella prevista a febbraio. Un’ardita lettura data dai giornali mainstream (Repubblica, che riporta la notizia senza dire di essere il destinatario della smentita), oggi, la voleva come un corteggiamento rivolto a Mattarella, per convincerlo ad accettare il secondo mandato. Ma fonti del Colle hanno fatto notare che la circostanza “è motivo di ulteriore conferma della ben nota opinione dell’attuale presidente di non aderire all’ipotesi di una rielezione”. Sul Fatto di domani vedremo da chi è composta in Parlamento la squadra (trasversale) del Mattarella bis.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Parla Roberto Fico. Sulla situazione del Movimento 5 Stelle e le prossime priorità politiche, sul giornale di domani intervistiamo il presidente della Camera.

Nuova perquisizione alla Juventus. La Guardia di finanza è tornata nella sede del club, alla ricerca della presunta scrittura privata tra la società e CR7.

Macron d’Arabia. Il presidente francese è partito per un viaggio ufficiale di due giorni tra Qatar, Arabia Saudita ed Emirati.

La fotografa degli addii. Intervista a Deanna Dikeman, vincitrice del premio Nadar per un lavoro sull’invecchiamento e sull’assenza.

Che c’è di Bello. Nel nostro inserto culturale del sabato: il film Azor di Andreas Fontana, lo spettacolo Antichi maestri, adattamento da Bernhard, la mostra su Christopher Coltzau, il libro La bastarda di Violette Leduc, e l’opera di Georges Simenon. E un saggio sulla storia del Partito Radicale.


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