Boom di contagi nel Regno Unito, ecco perché è stato sfondato il tetto dei 50 mila

Le scuole superiori sono un veicolo di infezioni, ma il governo non fornisce indicazioni sulle restrizioni da mettere in atto. Quanti morti al giorno ci vogliono per costringere il premier a cambiare rotta? C'è chi dice 250. E ci stiamo avvicinando

The Covid Report Il Regno Unito è di nuovo il malato d’Europa. Per questo, eccezionalmente, questa lettera da Londra è interamente dedicata a offrire spunti per capire il motivo. Cominciamo come sempre dai dati ufficiali, che trovate aggiornati qui. Sfondato il tetto dei 50mila casi quotidiani, lo stesso ministro della Salute Sajid Javid ha dichiarato […]

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The Covid Report

Il Regno Unito è di nuovo il malato d’Europa. Per questo, eccezionalmente, questa lettera da Londra è interamente dedicata a offrire spunti per capire il motivo.

Cominciamo come sempre dai dati ufficiali, che trovate aggiornati qui. Sfondato il tetto dei 50mila casi quotidiani, lo stesso ministro della Salute Sajid Javid ha dichiarato mercoledì in conferenza stampa che i contagi potrebbero arrivare a 100mila al giorno durante l’inverno, ormai alle porte. Aumentano anche i ricoveri, quindi i casi di peggioramento tale da richiedere cure specialistiche, in salita del 15% sulla scorsa settimana e ora a oltre 950 al giorno. I decessi sono stabilmente oltre i 100 al giorno, (con punte oltre i 220), una cifra a cui, dopo due anni di pandemia, siamo in un certo senso orribilmente assuefatti, ma che resta spaventosa e riporta l’orologio indietro al marzo scorso.

Eppure, nell’attesa e controversa conferenza stampa di mercoledì, il governo ha scelto una linea attendista. Si parla insistentemente di un piano B che riporterebbe in campo, ad esempio, l’obbligo di mascherine e il lavoro da casa, ma per ora di ufficiale ci sono solo alcune raccomandazioni: indossare mascherine in luoghi chiusi, lavare spesso le mani, vaccinarsi. Solo se la situazione dovesse peggiorare torneranno restrizioni tutto sommato blande rispetto a quelle in vigore, per esempio, in Italia, mentre non si parla affatto né di green pass, escluso a fine settembre, né di un ritorno del lock-down, avversatissimo dai ‘settori produttivi’ e da buona parte del partito conservatore al governo.

Perché Londra sembra sottostimare i molti segnali di allarme? E perché il governo, che dopo una disastrosa gestione della prima fase della pandemia aveva recuperato credibilità con una trionfale campagna vaccinale, è ora tornato ad essere al centro delle critiche di epidemiologi ed esperti di salute pubblica per la lentezza nel reagire a questa nuova ondata? Andiamo con ordine, cercando per prima cosa di capire i fattori alla base dell’aumento dei casi. Una comparazione: secondo dati ONS, cioè dell’istituto di Statistica, nel Regno Unito sono infette più di una persona su 60, il livello più alto da gennaio. Fa 650 per milione. In Germania, scrive il direttore del Centre for Mathematical Biology dell’Università di Bath, i casi sono 165 per milione in Francia 71m in Spagna 35.

Le scuole: uno dei settori che avrebbero maggiormente trainato i nuovi contagi, come abbiamo scritto più volte, è quello delle scuole, che nel Regno Unito hanno riaperto, a seconda delle regioni, fra metà agosto e i primi di settembre. In quelle secondarie i contagi sono a livelli molto alti, anche a causa della mancanza di misure efficaci di ventilazione, alla carenza di linee guida ufficiali di prevenzione a cui i presidi sopperiscono con iniziative individuali e alla relativa lentezza della campagna vaccinale per i 16-17enni.
L’immunizzazione per i 12-15enni, a lungo limitata a quelli particolarmente a rischio, è ora aperta a tutti dopo l’approvazione da parte dell’Agenzia di Farmacovigilanza britannica della sperimentazione del vaccino Pfizer-Biontech per quella fascia d’età.

Qui il grafico della popolazione vaccinata, dai 12 anni in su. I paesi europei, che hanno attivato più rapidamente l’immunizzazione dei minorenni, sono mediamente più avanti.

Quanto alle elementari, ho già riferito il caso del focolaio nella scuola di mia figlia. In caso di uno o più contagi, le linee guida non raccomandano di mandare a casa l’intera classe: si isola il contagiato e gli altri vanno a lezione previo test negativo. Per esperienza personale: non funziona benissimo, anche recentemente in classe ci sono stati nuovi casi.

Independence Day. Il 19 luglio scorso, con la solita retorica sovranista, il Regno Unito ha abbandonato ogni restrizione. I dati di allora lo consentivano, ma molti specialisti avevano tuonato contro la decisione e, tenendo in considerazione i rischi della riapertura delle scuole, la contagiosità della variante Delta e il ritardo nella vaccinazione dei minorenni, avevano previsto la nuova ondata. Ne scrive Politico in questo articolo.

Gli effetti della corruzione. Ho sempre insistito molto sulla gravità e pervasività di corruzione, clientelismo e nepotismo come fattori aggravanti della pandemia nel Regno Unito. Una notizia recente fa capire bene il perché. La scorsa settimana si è scoperto che un laboratorio privato, mai accreditato ma molto utilizzato, avrebbe rilasciato circa 40mila test risultati poi falsi negativi nel sud-ovest dell’Inghilterra. Questa massa di falsi negativi avrebbe avuto un impatto rilevante nel picco di contagi nella regione. Ma non è finita qui. Il laboratorio è della società Dante Labs, di Immensa Labs, fra l’altro di proprietà di un imprenditore italiano. Già nel 2020 Byline Times aveva rivelato come Immensa avesse ottenuto appalti pubblici per almeno 119 milioni malgrado fosse aperta da 4 mesi.

The Citizens ha poi approfondito le presunte violazioni della privacy dei suoi clienti qui.

Perché, malgrado tutto questo, il governo sembra non rendersi conto della gravità della situazione? Anche qui, i fattori sono diversi: il primo è culturale e ha che fare con le spaccature interne al partito di governo che dominano e danneggiano la politica britannica da decenni. Esempio: nella conferenza stampa di mercoledí il ministro della salute Javid incoraggia, ma senza imporlo, l’uso delle mascherine in luoghi chiusi. Però in Parlamento il suo collega e pezzo grosso dei Tories Jakob Rees-Mogg si prende gioco della misura, dicendo che i parlamentari conservatori sono un gruppo unito da fraterno cameratismo eh questo, boh, forse li rende immuni? Il giorno dopo la ministra per i Vaccini dice in televisione che “l’uso della maschera non deve diventare un segnale virtuoso, perché indossarla per ore può essere molto fastidioso”.

Il secondo è di natura scientifica. Gli esperti ritengono che l’intervallo ideale fra la seconda e la terza dose sia di circa 6 mesi, e quindi stanno valutando il rapporto rischi-benefici di affrettare le terze immunizzazioni con il rischio di ritrovarsi una immunità ridotta la prossima estate. Poi c’è il solito pragmatismo britannico. E qui riferisco brutalmente il calcolo costi benefici dietro a certe scelte dell’esecutivo: qual è il costo umano politicamente accettabile per reimporre maggiori restrizioni? Ovvero: quanti morti al giorno possiamo permetterci prima che la pressione dell’opinione pubblica ci costringa a scegliere fra proteggere la salute e proteggere l’economia? La soglia sarebbe di 250 morti al giorno. Martedì scorso sono stati 223.

Seguitemi, se volete, a @sabriprovenzani