Loggia Ungheria

“Io e Severino ci spartimmo gli incarichi dentro all’Eni”

L’inchiesta/3 - Verbali segreti, terza puntata. L’avvocato ai pm: “Mi adoperai per la nomina di Descalzi e Marcegaglia ai vertici dell’ente”

Di Gianni Barbacetto e Antonio Massari
19 Settembre 2021

Continuiamo la pubblicazione di alcuni stralci – selezionati in ordine cronologico e per rilevanza dei ruoli pubblici – degli interrogatori resi dinanzi ai pm della Procura di Milano, Laura Pedio e Paolo Storari, da Piero Amara, ex legale esterno dell’Eni, già condannato per corruzione e ora indagato per violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Amara è l’unico indagato tra i nomi che leggerete e la sua versione (che ha già provocato da due giorni l’annuncio di decine di denunce per calunnia) è tuttora al vaglio dei magistrati inquirenti.

14 dicembre 2019

Amara: “Tornando ad una narrazione cronologica del mio rapporto con l’associazione Ungheria indico il 2014 come un anno cruciale. Intanto io mi ero da poco trasferito a Roma dove ho avuto modo di scoprire che le relazioni dell’associazione Ungheria avevano dimensioni ben più ampie di quelle che fino a quel momento avevo conosciuto. In quell’anno ci furono tre fatti per me rilevanti. Era in corso (tra gennaio e giugno) la vicenda relativa al procedimento disciplinare nei confronti di Maurizio Musco. Ho già riferito che ci tenevo moltissimo che il provvedimento cautelare adottato in sede disciplinare nei confronti di Musco fosse revocato. A tal fine mi spesi moltissimo con Vietti(Michele, ex vicepresidente del Csm, ndr) il quale mi garantì il buon esito del procedimento, dicendomi che in Commissione disciplinare se ne sarebbe occupato Annibale Marini, associato in Ungheria e da me personalmente conosciuto in questa occasione. In quello stesso periodo mi adoperavo per la nomina ad amministratore delegato di Eni di Descalzi (Claudio, ndr) che venne effettivamente nominato insieme a Emma Marcegaglia come presidente. Come ho già riferito, la Marcegaglia era molto vicina a Paola Severino e la Severino voleva che Musco (che aveva indagato su una società della Marcegaglia) fosse trasferito. Mi trovai nella condizione di dover abbandonare Musco su richiesta di Vietti il quale mi disse che la Severino aderiva anche lei all’associazione Ungheria. Fu questo uno dei casi in cui l’interesse dell’associazione prevalse sul mio rapporto personale con Musco. A seguito delle tensioni con la Severino e della nomina della Marcegaglia come presidente dell’Eni ebbi il timore di poter essere estromesso dagli incarichi che avevo ricevuto da Eni. Fu in quel periodo che chiesi a Granata(Claudio, dirigente Eni, ndr) garanzie e lui mi disse di non preoccuparmi, che avremmo trovato una soluzione. La soluzione fu quella che vi ho descritto e cioè la spartizione degli incarichi più importanti in Eni tra me e la Severino. Nello stesso anno a ottobre ho saputo da Vietti che Denis Verdini era un associato di Ungheria e mi sono manifestato a lui. Fino a quel momento i nostri rapporti erano stati mediati da Saverio Romano, politico siciliano”.

15 dicembre 2019

Come ho riferito ho saputo dell’appartenenza di Armanna(Vincenzo, ex dirigente Eni, ndr) ad Ungheria da Luigi Bisignani. Bisignani me ne parlò nel 2016 quando Armanna era già ‘gestito’ dall’Eni. All’epoca Bisignani stava valutando la possibilità di chiedere il rito abbreviato nel procedimento cosiddetto Nigeria. Parlammo di Armanna, io gli dissi che ormai era gestito dall’Eni e che sarebbe saltata l’ipotesi della corruzione internazionale perché Armanna avrebbe negato l’esistenza di pubblici ufficiali stranieri. Bisignani mi disse allora che Armanna aveva fatto parte dell’associazione Ungheria ma che era stato posato già nel 2015, in quanto ritenuto non controllabile e in questo senso inaffidabile. Mi disse che la ragione per la quale Armanna era stato posato era riconducibile al comportamento che aveva tenuto sia nella vicenda Eni che in altre vicende che riguardavano i suoi rapporti con Bisignani. Mi invitò pertanto a fare attenzione. Non ho condiviso con Armanna alcuna operazione di Ungheria. Non ho rivelato ad Armanna la mia appartenenza ad Ungheria, almeno così ricordo. Ho raccontato certamente ad Armanna le attività che stavo compiendo al Csm per ostacolare l’attività della Procura di Milano (candidatura di Amato a Procuratore di Milano ed esposto nei confronti di De Pasquale). Armanna mi ha riferito di far parte di una associazione che ritengo fosse Ungheria o per lo meno era in parte sovrapponibile a questa. Mi riferisco in particolare a rapporti con servizi segreti italiani di cui lui mi ha parlato e che – per quanto a mia conoscenza – sono riconducibili al contesto di Ungheria. In ogni caso non mi ha mai detto esplicitamente di far parte di questa associazione”.

(…)

Domanda del pm: Alberta Casellati, membro laico del Csm, non faceva parte di Ungheria?

Amara: “No, né era sotto il controllo di persone a me note. È sempre stata disponibile al dialogo ma indipendente nelle decisioni. È bene che precisi che fino all’estate del 2016 mi sono mosso con una certa libertà e ho frequentato senza particolari cautele i membri dell’associazione Ungheria. Ad agosto 2016 l’avv. Calafiore(Giuseppe, avvocato, ndr) è stato informato dal senatore Riccardo Conti di Ala che la Gdf ci teneva sotto controllo con intercettazioni, cimici e ocp. Da quel momento ho adottato una serie di cautele ed ho evitato di incontrare direttamente gli associati. Per esempio pur essendo stato invitato all’evento che annualmente Michele Vietti organizza tra molte persone e al quale partecipavano molti degli associati, dopo l’agosto 2016 non vi ho più partecipato. Mi riservo di produrvi copie delle mail di invito agli eventi”.

Le repliche alle dichiarazioni di Piero Amara

Luca Lotti

“Ho già querelato l’avvocato Piero Amara con richiesta di risarcimento danni in sede civile per le dichiarazioni rilasciate in tv lo scorso 27 maggio 2021: fatto questo a suo tempo ampiamente riportato da agenzie di stampa e da altri organi di informazione. Oggi sul Fatto Quotidiano si leggono altre affermazioni dell’avvocato Amara su di me totalmente inventate e prive di ogni fondamento che infangano il mio nome e il mio onore: motivo per cui stamattina ho depositato nei suoi confronti una seconda querela. Sempre questa mattina, poi, con una mail, ho ricordato alla smemorato quotidiano diretto da Marco Travaglio l’esistenza della mia querela di maggio scorso. Una querela che, per correttezza e completezza di informazione nei confronti dei lettori, speravo potesse essere citata insieme ai fantasiosi contenuti dei verbali pubblicati oggi”. Lo afferma in una nota l’onorevole Luca Lotti.

Giovanni Canzio e Pasquale Ciccolo
Gli alti magistrati Giovanni Canzio, primo presidente emerito della Corte di Cassazione e Pasquale Ciccolo, procuratore generale emerito sempre presso la Cassazione, rendono noto di aver dato mandato al loro legale di fiducia di querelare l’avvocato Piero Amara. La querela è in ordine alle dichiarazioni “gravemente diffamatorie e grossolanamente calunniose” rese nei loro confronti e pubblicate ieri da Il Fatto Quotidiano.
Giuseppe Amato
“Con riferimento alle notizie apparse su Il fatto quotidiano del 17 settembre 2021, in particolare alle dichiarazioni dell’avvocato Amara gravemente diffamatorie e grossolanamente calunniose, rendo noto di avere già dato mandato al mio difensore di fiducia di querelare l’avvocato Amara e di valutare ogni azione a tutela della mia reputazione, così gravemente ed ingiustificatamente lesa, in ogni sede di competenza, anche a carico di chi abbia contribuito a divulgare le suddette dichiarazioni”. Così in una nota il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato.
Chiara Balducci
“In relazione alle dichiarazioni farneticanti rese dall’avvocato Amara e pubblicate da ieri sui quotidiani nazionali circa una mia presunta partecipazione ad una presunta loggia denominata Ungheria, ho già dato mandato ai miei legali al fine di presentare denuncia per calunnia”. Così l’avvocato Paola Balducci.
Nitto Palma
“Con riferimento alla propalazione da parte de ‘Il Fatto Quotidianò dei verbali “segreti” di interrogatorio di Amara e delle succinte dichiarazioni che mi riguardano, comunico che nella mattinata odierna ho sporto denuncia per calunnia e per tutti gli altri reati che dovessero ipotizzarsi. Ho appreso dell’esistenza della cosiddetta ‘loggia Ungherià mesi fa dai giornali e, inutile dirlo, non ne ho mai fatto parte, così come di qualsivoglia altro tipo di consorteria, né mai alcuno mi ha chiesto di aderirvi. Inutile, altresì, dire che non ho mai conosciuto Amara, della cui esistenza in vita ho appreso solo dai giornali”. E’ quanto afferma in una nota l’ex Guardasigilli ed esponente di FI, Francesco Nitto Palma.
Elena Stanisci
“Con riferimento alla pubblicazione da parte de ‘Il Fatto Quotidianò dei verbali “segreti” di interrogatorio di Amara e delle dichiarazioni che mi riguardano, rappresento che nella mattinata odierna ho sporto denuncia per calunnia e per tutti gli altri reati che dovessero ipotizzarsi. Non ho mai conosciuto Amara, né faccio parte o ho mai fatto parte, della cosiddetta ‘loggia Ungherià, della cui esistenza ho appreso solo dai giornali. Confido nel ripristino della verità da parte della giustizia”. A scriverlo, in una nota, è Elena Stanisci (rpt: Stanisci), presidente di sezione del Tar del Lazio.
Paola Severino
Con riferimento all’articolo pubblicato oggi dal vostro giornale, che riporta alcuni stralci dei verbali di Piero Amara, intendo precisare e vi invito a pubblicare, anche nell’edizione online, quanto segue:
– ho già dichiarato e ribadisco di non aver mai fatto parte di alcuna loggia, segreta o palese, e di non aver mai saputo dell’esistenza di una loggia denominata Ungheria
– non ho mai avuto alcun rapporto con l’avv.Amara, il quale peraltro, su puntuale domanda del PM, ha già dichiarato in precedenti verbali già pubblicati, di “non avere rapporti diretti con lei”. Poichè non ne ho, nè ne ho mai avuti neanche di indiretti o mediati, è falso quanto viene riportato nel titolo, secondo cui “ci siamo spartiti gli incarichi Eni”.
– quanto al PM Musco, è bene ricordare che gli esiti delle verifiche condotte dagli ispettori del Ministero della Giustizia sono stati confermati in vari gradi di giudizio ed hanno portato alla sua radiazione dalla magistratura.
Confido che le Procure titolari delle indagini facciano al più presto chiarezza, e tutelerò in ogni sede la mia reputazione, guadagnata in anni di faticoso esercizio della professione, nel pieno rispetto delle regole e della deontologia.
Paola Severino
Rosanna De Nictolis, Ermanno de Francisco e Hadrian Simonetti
“Non abbiamo mai fatto parte di alcuna loggia e nemmeno sappiamo cosa sia questa cosiddetta Loggia Ungheria. Pertanto richiederemo all’autorità competente di procedere per calunnia nei confronti dell’avvocato Amara, per l’eclatante falsità delle dichiarazioni che, secondo odierne notizie di stampa, egli avrebbe reso nei nostri confronti”. Così, dopo la smentita analoga del Presidente del Consiglio di Stato, la Presidente del Cgars Rosanna De Nictolis, il Presidente di Sezione Ermanno de Francisco e il Consigliere di Stato Hadrian Simonetti.
Claudio Galoppi
“Non ho mai fatto parte di alcuna loggia né segreta né palese, né ho mai sentito parlare della cosiddetta loggia Ungheria. Non ho mai visto né conosciuto tale avvocato Amara le cui dichiarazioni sono nei miei riguardi destituite di ogni fondamento. Ho dato mandato al mio legale di presentare una denuncia per calunnia nei confronti dell’autore di queste dichiarazioni”. Così l’ex Consigliere togato del Csm Claudio Galoppi.
Sergio Santoro
L’avvocato Sergio Santoro, ex presidente aggiunto del Consiglio di Stato, “smentisce categoricamente quanto affermato da Piero Amara nell’interrogatorio dell’11 gennaio 2019, riportato sul Fatto Quotidiano”.
“Dal primo febbraio 2016 fino al 23 aprile 2021, data del mio collocamento a riposo per limiti di età – precisa Santoro in una nota – sono stato presidente della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, e in tale periodo ho emesso come presidente del collegio esattamente dieci sentenze nelle quali era parte Consip, ma l’esito è sempre stato di conferma dei provvedimenti sanzionatori dell’antitrust ivi impugnati e accertati come condizionamenti anticoncorrenziali e spartizioni di lotti. Le insinuazioni del sig. Amara, che oltretutto non ho mai visto né conosciuto, sono pertanto calunniose. Aggiungo – sottolinea ancora Santoro – che non ho mai visto, ne ho mai conosciuto nemmeno il sig. Bigotti, nè ho mai deciso cause in cui fossero parti sue società. Preciso, infine, che il prof. Tedeschini è da molto prima del 2016 mio difensore in alcuni giudizi amministrativi e civili, e pertanto mi sono sempre doverosamente astenuto dal giudicare nei processi nei quali l’avv. Tedeschini era difensore, come facilmente verificabile”.

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