Il Fatto di domani. Stangata in bolletta, Conte strappa a Cingolani “l’impegno a calmierare i prezzi”. La Lega allo sbando cancella Pontida

Di Il Fatto Quotidiano
14 Settembre 2021

BOLLETTE ALLE STELLE, VERDI E CONTE ACCERCHIANO CINGOLANI. Mentre Mario Draghi parla di Transizione, quella digitale però, i Verdi scendono in piazza contro Roberto Cingolani e Giuseppe Conte con i ministri pentastellati incontrano il ministro della Transizione ecologica. Dopo l’uscita infelice sul nucleare e – soprattutto – la notizia dei maxi rincari delle bollette dell’energia, una parte della politica fa le pulci all’operato dell’uomo che doveva spingere l’Italia nel green. Angelo Bonelli, durante il flash mob organizzato a Roma, c’è andato giù duro, chiedendo la testa del titolare del dicastero: “Cingolani è il ministro che sta sabotando la transizione ecologica con una strategia della comunicazione che punta a diffondere paura tra i cittadini aprendo alle pressioni delle lobby del nucleare e delle fonti fossili. Ieri il ministro ‘della denuncia e non delle soluzioni’ ha informato gli italiani che il costo della bolletta elettrica aumenterà del 40%, sul banco degli imputati è stata messa subito la transizione ecologica e non il fatto che il prezzo del gas sta aumentando. Cingolani invece di intervenire per ridurre il prezzo dell’energia, come sta facendo la Spagna, puntando sulle rinnovabili continua nella sua strategia di allarmismo”. Il tutto mentre il Codacos faceva le stime della stangata: 500 euro a famiglia di media, a cui vanno sommati i rincari dei carburanti (+324 euro). Poi, alle 17.30, la delegazione dei 5 Stelle ha varcato le porte del ministero. L’incontro è durato più di un’ora. Uscendo, Conte sul caro energia ha detto: “il M5s formulerà proposte e sia Cingolani sia il governo sono disponibili a confrontarsi per calmierare i prezzi”. E ha anche dichiarato di aver ricevuto “garanzie che l’Italia non abbraccerà l’energia atomica, il nucleare non è la scelta degli italiani”. L’ex premier non ha risparmiato una stoccata a Salvini, che in giornata si era detto a favore di un ritorno all’atomo: “Salvini può trasferirsi in Francia”. Sul Fatto di domani vi daremo conto del faccia a faccia.

ENERGIA, CHE FINE HA FATTO IL PNRR? Il contesto in cui avviene l’incontro tra Conte e Cingolani è quello del caro bollette. Una vera e propria stangata che si preannuncia in autunno e anche in inverno, preannunciata dallo stesso ministro, che ieri ha detto che l’aumento del prezzo della luce arriverà addirittura al 40%. Dalle parti di Confindustria e degli industriali degli idrocarburi si sono cominciate ad additare le quote verdi europee, introdotte per ridurre le emissioni di C02 secondo il piano di decarbonizzazione. L’energia costa di più per colpa delle tasse ambientaliste, si dice. Invece Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione responsabile per il Green deal, ha tolto subito ogni ambiguità: solo un quinto degli aumenti è dovuto alla riduzione di Co2. Il resto “è una conseguenza di una carenza sul mercato. Questa è l’ironia, se avessimo avuto il green deal cinque anni fa non avremmo avuto il problema, perché saremmo stati meno dipendenti dai combustibili fossili”. Sul Fatto di domani vedremo nei dettagli quali sono le cause che aumentano la bolletta elettrica in Italia e cosa stanno facendo i Paesi europei per tamponare la situazione (per esempio la Spagna). C’è da considerare anche un altro elemento: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Vedremo cosa contiene il testo alla voce decarbonizzazione e cosa sta facendo il ministro Cingolani.

LA LEGA SEMPRE PIÙ SLEGATA ARCHIVIA IL CELODURISMO. In questi giorni sarebbe dovuto tenersi a Pontida il raduno storico della Lega. Quello del celodurismo di Bossi, dell’acqua sacra del Po e di “Roma ladrona”. Un simbolo dell’appartenenza padana che, però, con la leadership di Salvini è progressivamente stato messo da parte. Da due anni il raduno di Pontida non si tiene più. C’è la difficoltà del Covid, certo, ma la spiegazione regge solo in parte, perché nel frattempo i partiti hanno ripreso da tempo a fare feste, comizi e incontri pubblici, e Salvini ne ha girati tanti, da nord a sud. In realtà Pontida è una metafora del nuovo corso leghista impresso dal leader, che negli ultimi tempi, compresso tra gli obblighi di governo e l’avanzata di Fratelli d’Italia, si sta dirigendo sempre più su un binario morto. Oggi abbiamo raccontato la chat dei governatori leghisti che cercano di differenziarsi dalla linea del Capitano. Senza strappare, però. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia oggi ha detto chiaro ai cronisti: “La leadership di Salvini non è in discussione” (e poi Salvini gli ha fatto eco dicendo di essere d’accordo con il governatore sull’uso del green pass). Almeno fino alle amministrative. Sul giornale di domani torneremo su questa frattura nella Lega con un’indagine sui leghisti del nord orfani del Carroccio e l’analisi del politologo Piero Ignazi. E sul fronte delle elezioni di ottobre, vedremo che anche il resto della destra non si sente tanto bene.

TERZA DOSE E ANTINFLUENZALI, AUTUNNO IN ALTO MARE. A poche ore dal Consiglio dei ministri (atteso per giovedì) che dovrebbe estendere il green pass a tutti i lavoratori del pubblico e del privato, l’argomento continua a far discutere. Nella Lega l’assenso alla misura dichiarato dal ministro Giorgetti ha di fatto sancito la spaccatura con Salvini. Favorevole si è detta oggi la ministra forzista Mara Carfagna, mentre Salvini è tornato a insistere sui tamponi gratuti (sguazzando nell’ambiguità di presentarli come un’alternativa al vaccino): “Noi chiediamo milioni di tamponi rapidi gratuiti o a basso prezzo per milioni di famiglie di italiani in difficoltà”. Sul giornale di domani cercheremo di capire verso quale testo si sta andando (e quindi, quale sarà il peso del leader del Carroccio). Nel frattempo è slittata a domani l’Aula del Senato chiamata a esprimersi sul dl green pass già in vigore: lo slittamento è dovuto alla necessità per la commissione Affari costituzionali di analizzare i 103 emendamenti presentati. Sul giornale ci occuperemo anche di un altro tema che si preannuncia divisivo: la terza dose e la coincidenza con i vaccini antinfluenzali. Mentre la Gran Bretagna, infatti, ha già dato il via libera al terzo richiamo per tutti gli over 50, da noi la discussione è ancora in alto mare pure per quanto riguarda i soggetti fragili: “Al momento non siamo stati contattati e non abbiamo ricevuto alcuna indicazione operativa”, hanno spiegato i medici di base. E che succederà tra un mese, quando partirà la campagna contro la normale influenza? Sul fronte epidemia, infine, va segnalato che in Alto Adige ci sono già alcune classi in Dad. Qui i numeri odierni dei contagi (4.021 nuovi casi, 72 vittime che portano il totale oltre le 130 mila). A conforto, se mai ce ne fosse bisogno, dell’efficacia del vaccino arrivano gli ultimi numeri da Israele: il 65% di tutti i casi gravi riguarda il 17% di popolazione ancora non vaccinata.


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