Il Giappone ha visto sparire in poche ore i miliardi di dollari donati all’Afghanistan

“Nostra priorità è proteggere la sicurezza dei cittadini e collaboreremo con le altre nazioni, compresi gli Stati Uniti, sempre avendo in mente gli interessi nazionali” ha sottolineato il premier Suga. Ma nessun politico sta prendendo posizione circa l'accoglienza dei profughi. E nel Paese cresce lo scontento per le misure anti Covid dagli effetti disastrosi sull'economia

“Vorrei sollecitare tutte le parti coinvolte in Afghanistan a ristabilire sicurezza e ordine, garantendo la protezione dei residenti e delle proprietà”: queste le parole del ministro degli Esteri, Motegi Toshimitsu, pronunciate a seguito della presa del potere dei Talebani, mentre si trovava in visita al Cairo per un incontro con il presidente egiziano, Abdel Fattah […]

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“Vorrei sollecitare tutte le parti coinvolte in Afghanistan a ristabilire sicurezza e ordine, garantendo la protezione dei residenti e delle proprietà”: queste le parole del ministro degli Esteri, Motegi Toshimitsu, pronunciate a seguito della presa del potere dei Talebani, mentre si trovava in visita al Cairo per un incontro con il presidente egiziano, Abdel Fattah el-Sisi. L’ambasciata giapponese è stata chiusa domenica e tutto il personale evacuato a causa della situazione, ma il ministero ha aperto un ufficio temporaneo a Istanbul: “Nostra priorità è proteggere la sicurezza dei cittadini e collaboreremo con le altre nazioni, compresi gli Stati Uniti, sempre avendo in mente gli interessi nazionali” ha sottolineato il premier Suga Yoshihide durante la conferenza stampa di mercoledì, ricordando come “la ricostruzione dell’Afghanistan continua a essere di primaria importanza per la pace e stabilità nella regione e per la comunità internazionale”.

Il Giappone è stato coinvolto attivamente nel processo di aiuto al paese, ospitando nel 2002 la Conferenza Internazionale sulla Ricostruzione e Assistenza, co-presieduta dall’ex alta commissaria delle Nazioni Unite per i rifugiati, Ogata Sadako, e di nuovo nel 2012 quando i Paesi donatori e le organizzazioni internazionali hanno discusso sulle modalità di sviluppo della nazione. Dal 2001 al 2020 inoltre, ha donato circa 6,9 miliardi di dollari per l’assistenza alla ricostruzione, con un sostegno aggiuntivo del governo pari a 720 milioni di dollari da stanziare fra il 2021 e il 2024. Il denaro è stato investito in varie attività quali la formazione di ufficiali di polizia e l’assunzione di ex militanti Talebani, progetti di sviluppo in agricoltura e per le infrastrutture, più sostegno finanziario finalizzato a rafforzare le misure contro l’epidemia da coronavirus. La delusione è comunque palpabile nelle parole di un alto funzionario del ministero degli Esteri: “I tentativi di vent’anni, compiuti dagli attacchi terroristici del 2001 in poi, sono andati in fumo”.

Fra il 2001 e il 2010 le Forze di Autodifesa della Marina avevano anche portato avanti alcune missioni di rifornimento nell’Oceano Indiano per aiutare le forze statunitensi a bloccare l’ingresso di terroristi, armi e sostanze stupefacenti in Afghanistan, azioni fermamente criticate dai partiti d’opposizione nipponici, gli stessi che fanno ora notare come nessuno dei politici al potere stia prendendo posizione chiara a proposito dell’accoglienza di rifugiati afghani.

Certo in questi ultimi giorni sono tanti i problemi nella capitale e nel resto delle isole, con i numeri dei contagiati da Covid-19 sempre più alti e preoccupanti, per non dire del rovescio di piogge disastrose che non accenna a fermarsi. A Tokyo a metà settimana si sono registrati 5.386 nuovi casi e 23.000 in tutto il Giappone, cifre che hanno fatto decidere premier e governo a prolungare lo stato d’emergenza al 12 settembre per sette nuove Prefetture, data che probabilmente verrà confermata anche per Tokyo e le altre cinque Prefetture già coinvolte. Queste decisioni non incontrano il favore dei cittadini che non riscontrano progressi dopo le misure messe in atto dalle autorità. I proprietari di ristoranti e varie attività commerciali sono sempre più preoccupati dalla diminuzione delle vendite, e gli economisti prevedono che i consumi scenderanno per un totale fra i mille e i tredicimila miliardi di Yen, fatto che frenerebbe ulteriormente la già lenta ripresa economica della nazione. La violenta salita dei contagi che sta mettendo il sistema medico in crisi, induce dunque i più a temere che le attività economiche non si riprenderanno neppure a fronte dell’aumento delle vaccinazioni.

“La diffusione nella somministrazione del vaccino riuscirà a prevenire l’aumento di casi gravi, ma non si verificherà una ripresa dell’economia a meno che non si migliori la capacità del sistema sanitario” sostiene Nagahama Toshihiro, capo economista dell’Istituto di Ricerca Daichi Life. Nel frattempo l’Agenzia Metereologica avverte del pericolo di nuove piogge con il conseguente rischio di allagamenti e frane in varie zone del paese. A sud, ovest e nord del Giappone si sono riversate grandi quantità di pioggia che dovrebbe gradualmente attenuarsi, limitando le vittime alle 8 persone attualmente decedute, mentre molte migliaia di sfollati stanno aspettando soccorsi e aiuti. E non è tutto, nella città di Shobara, Prefettura di Hiroshima, si è verificato un terremoto di 4,2 gradi e l’Agenzia avverte che se dovesse piovere ancora o in caso di scosse di assestamento, aumenterebbe il pericolo di frane.