Il Fatto di domani. Non solo Conte, tutti parlano con i talebani. Covid, scuola nel caos a pochi giorni dal via

Di Il Fatto Quotidiano
20 Agosto 2021

AFGHANISTAN, LE DUE KABUL. Le informazioni che giungono dalla capitale afgana restituiscono il quadro di una città divisa in due. Da una parte c’è l’aeroporto internazionale, dove continuano le tensioni causate dalle persone – secondo Emergency sarebbero 10 mila – che cercano di fuggire dal Paese. Dall’altra c’è il resto di Kabul, dove non si segnalano disordini: “La situazione è in continuo miglioramento, almeno in termini di feriti di guerra”, ha riferito il coordinatore della ong fondata da Gino Strada Alberto Zanin, anche se nel resto della città “continuiamo a sentire raffiche di armi semi automatiche sia durante la notte sia durante il giorno”. L’ambasciatore dell’Afghanistan all’Onu ha denunciato che è partita una “caccia casa per casa” ai danni degli afgani considerati collaborazionisti, e oggi i talebani hanno aggredito un fotografo del Los Angeles Times e una troupe della Cnn, mentre a Herat veniva giustiziato il capo della polizia: il video dell’esecuzione circola sui social. Aprendo la riunione straordinaria dei ministri degli Esteri della Nato, il segretario generale Jens Stoltenberg ha detto che al momento la priorità per la coalizione è il rimpatrio degli occidentali e dei collaboratori afgani: le stime dell’Alleanza parlano di 18 mila evacuati dal 14 agosto, di cui la metà approdata negli Stati Uniti. Proprio mentre leggete questa newsletter, a Washington il presidente Joe Biden si prepara a tenere un secondo discorso alla nazione. Oltre agli aggiornamenti dal terreno, sul Fatto di domani spiegheremo come si stanno muovendo i talebani per organizzare il loro nuovo regime.

QUANDO NASCE LA TRATTATIVA CON I TALEBANI. Come detto, parallelamente al ritiro occidentale sul territorio si consolida il potere talebano (escludendo la valle del Panjshir dove si trovano il vicepresidente del governo deposto e il figlio dello storico generale anti-talebano Massoud). E così comincia a emergere in primo piano la questione delle alleanze, quindi della diplomazia e del dialogo. Lo ha detto chiaramente oggi il commissario Onu per i rifugiati: se si vuole contenere il danno umanitario e aiutare la società civile afgana, con i talebani si deve parlare. Concetto ribadito anche da Angela Merkel in visita a Mosca. Sul Fatto di domani vedremo che la posizione è condivisa anche dalla presidente della deposta assemblea nazionale afgana, che intervistiamo. A leggere queste dichiarazioni sembra lontano anni luce il richiamo strumentale alla “linea dura” del “non si tratta con i terroristi” sbandierato contro Conte dai due Matteo. Come racconteremo sul giornale, le trattative con i talebani non sono una novità di queste ore. E non interessano solo agli occidentali: dietro l’angolo ci sono Russia, Cina e Iran. Un portavoce dei talebani oggi ha detto che “la Cina è un grande Paese e penso che possa giocare un ruolo molto grande nella ricostruzione dell’Afghanistan” e, da Mosca, Putin ha aperto al nuovo regime afgano: “La democrazia non si può esportare, che uno lo voglia o no. D’ora in poi lo standard internazionale dev’essere il rispetto delle differenze”.

LA GRANA DURIGON E L’UNITÀ DEL CENTRODESTRA. Il tema ufficiale sono le prossime amministrative, ma sul tavolo c’è anche la questione del sottosegretario leghista. In questi minuti Matteo Salvini sta incontrando Silvio Berlusconi. Ad annunciare il vertice è stato il deputato forzista Elio Vito: “Sarebbe opportuno che oltre del futuro del centrodestra parlassero anche del presente. Ci sono tanti giovani, militanti, dirigenti del centrodestra che partecipano ogni anno il 23 maggio a iniziative per promuovere la legalità e per ricordare il sacrificio di Falcone e di Borsellino. Credo che i nostri leader converranno che non possono essere rappresentati al Governo da chi vuole sostituire il nome di questi eroi con quello del fratello di Mussolini”. Sul giornale di domani vedremo com’è andato l’incontro e continueremo a chiedere che il premier Draghi prenda una posizione netta sull’esponente leghista (a 15 giorni dall’esplosione del “caso Durigon” da Palazzo Chigi ancora tutto tace). La nostra petizione ha superato 150 mila firme. Sentiremo la voce di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso da Cosa Nostra nel 1978. Sul caso, con una lettera a Draghi, è intervenuta anche l’Anpi. Domani partono poi anche le nostre pagine sul “Romanzo Quirinale”: vedremo uno dopo l’altro quali sono i candidati in pectore per la successione a Sergio Mattarella.

COVID, PER CHI SUONA LA CAMPANELLA. Oggi è stato il giorno del tradizionale monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità sulla diffusione del Covid. Come abbiamo scritto, l’Italia resta per ora tutta bianca. Sardegna e Sicilia sono ancora le Regioni con il più alto tasso di occupazione delle terapie intensive. Entrambe sono al 9,2% (uno dei parametri per entrare in zona gialla è il superamento di quota 10%). Subito dietro, ci sono Toscana (6,7%), Calabria (6,5%) ed Emilia Romagna (5,8%). Intanto dall’ufficio del commissario all’emergenza arrivano dei dati poco consolanti sul tema vaccini: sono oltre 4 milioni gli over 50 che non hanno ancora iniziato il ciclo di immunizzazione. Tra i 16 e i 19 anni, soltanto il 40% dei ragazzi ha ricevuto entrambe le dosi. Ma ci sono numeri allarmanti anche tra il personale scolastico: 187mila persone non sono ancora state vaccinate (il 12,82%). In queste condizioni, vedremo, sarà difficile riaprire le scuole in sicurezza tra meno di un mese. Non solo: andremo a mettere in fila, punto per punto, tutte le criticità del nuovo anno scolastico, dagli insegnanti che mancano all’irrisolto problema dei trasporti pubblici. Qui i numeri di giornata (7.224 nuovi casi e 49 morti).


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Il meeting di Rimini. Con l’appello del presidente della Repubblica a vaccinarsi si è aperto oggi l’incontro annuale di Comunione e liberazione, a cui parteciperanno nei prossimi giorni politici e ministri. Noi faremo i conti in tasca alla kermesse.

Allarme chip. La carenza di materie prime per la fabbricazione di microprocessori sta mandando all’aria i piani delle grandi case automobilistiche.

Svolta nell’inchiesta TAP. Respinta la richiesta di archiviazione per i vertici della società che costruisce il gasdotto in Salento, accusati di avere eluso la direttiva sugli impianti.

Calcio d’inizio. Il campionato di calcio riprende domani con grandi aspettative. Ne parliamo con una stella della vecchia scuola: Zibì Boniek.


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