L’intervista - Marco Bellocchio - Regista

Anche Bellocchio contro Durigon: “Ha detto una cosa orrenda: il fratello del Duce era fascista dalla testa ai piedi. Ed è folle cancellare la lotta antimafia”

15 Agosto 2021

“DURIGON FUORI DAL GOVERNO!” – FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE SU CHANGE.ORG

“La proposta di Claudio Durigon è orrenda” e “dobbiamo rifiutarla totalmente”. Il regista Marco Bellocchio, 81 anni, fresco della Palma d’oro alla carriera a Cannes e da metà luglio al cinema con il suo nuovo film Marx può aspettare, non ha dubbi: serve una “dura opposizione” alle parole del sottosegretario della Lega che ha proposto di intitolare il parco di Latina al fratello del duce Arnaldo Mussolini invece che a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Maestro Bellocchio, cosa ne pensa delle parole di Durigon?
È una proposta che mi ha colpito molto, una follia. Arnaldo Mussolini era un fascista dalla testa ai piedi, non un personaggio qualunque.

Perché è stata lanciata la proposta?
Faccio un altro esempio: ad Alessandria una giunta di centrodestra vuole intitolare una via ad Almirante. Quello che mi colpisce negativamente è il fatto che l’unico obiettivo di queste proposte sia sempre quello di raccogliere qualche voto in più. È come se la democrazia potesse prescindere dai valori: come se, in base a un principio numericamente democratico, cioè le elezioni, si potesse rinunciare a uno dei valori fondamentali della nostra società come quello dell’antimafia. Anche la sinistra lo fa…

Quando?
Per esempio sullo ius soli: a me sembra un’ovvietà ma ci sono delle prudenze di molti partiti che hanno paura di dire “sì” per perdere voti.

Dice Durigon che voleva recuperare le “radici” della sua città.
Togliere il nome di Falcone e Borsellino per intitolare una via o una strada non va bene. Sono stati due personaggi giganteschi che hanno dato la loro vita contro la mafia.

Così si vellicano gli spiriti neofascisti?
Per far eleggere qualcuno del suo partito, Durigon è disposto a cancellare pagine di storia molto recente: non parliamo di eroi del Risorgimento ma di persone che, trent’anni fa, con il loro sacrificio e la loro vita hanno provocato delle scelte dei governi di allora che sono servite proprio a diminuire l’influenza della mafia in Italia. Poi c’è un problema della politica…

Ovvero?
Quando voi giornalisti fate una domanda sul tema a Meloni o a Salvini loro sfuggono. Invece dovrebbero dire apertamente che prendono le distanze almeno dai fatti più negativi del Ventennio fascista. Invece sfuggono e resta l’ipocrisia. A questo punto lo dicano chiaramente: ‘Non vediamo niente di male nell’allearci con dei gruppi, anche se piccoli, che rivendicano un certo passato’. Sarebbe tutto più chiaro.

Lei ha diretto il film Il Traditore che racconta la storia di Tommaso Buscetta e conosce benissimo cosa significa la lotta alla mafia e l’impegno di Falcone. Con quelle parole Durigon che messaggio ha mandato?
Un messaggio da rifiutare totalmente. Mi ha sempre colpito il rapporto tra Buscetta e Falcone, un uomo molto pragmatico ma inflessibile. Il giudice ha detto una frase che tutti conoscono: “La mafia è un fenomeno umano: ha un inizio e una fine”. Su questa sua convinzione Falcone ha costruito il proprio lavoro preciso e instancabile. Per questo l’idea di sostituirlo con Mussolini è orrenda.

Il sottosegretario si deve dimettere?
Questo non lo so, le dimissioni sono una questione personale. Certo, Durigon è un rappresentante del governo e dovrebbe dire: “Ho sbagliato”. Ma al governo ci sono anche altri partiti e devono decidere loro. Ma in questa vicenda conta solo una cosa: bisogna impedire che il parco venga intitolato a Mussolini.

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