Il progetto

Next Generation Ue e la sfida della Vision Zero per la mobilità delle città

Legambiente, Fondazione Guccione, Vivinstrada e Kyoto Club hanno presentato una proposta per investire i fondi del Recovery Fund: sicurezza stradale e mobilità sostenibile, trasporto ferroviario regionale, trasporto pubblico locale e sharing

Di Legambiente
19 Gennaio 2021

Una mobilità in città sicura e sostenibile. Da Legambiente, Fondazione Guccione, Vivinstrada e Kyoto Club è arrivata nei giorni scorsi una proposta per investire i fondi del Pnrr in una mobilità Vision Zero: 23 i miliardi da impegnare su sicurezza stradale e mobilità sostenibile, trasporto ferroviario regionale, trasporto pubblico locale e sharing, di cui 8 miliardi sul Fondo nazionale per la sicurezza stradale da spendere per riqualificare le strade urbane e le città e predisporre un piano di formazione e comunicazione per una “Vision Zero”, che cambi la cultura della mobilità oggi incentrata sull’egemonia dell’auto privata, azzerando morti e feriti su strada. Quattro gli assi prioritari del piano presentato: riqualificare le città, potenziare il trasporto ferroviario regionale, il trasporto pubblico locale e la sharing mobility, affidare la delega a un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, predisporre un piano per la comunicazione e la formazione.

Per le associazioni proponenti “Vision Zero vuol dire nuova mobilità, sicurezza stradale, ambiente, democrazia rappresentativa e diretta, rigenerazione urbana, decarbonizzazione. Tra collisioni stradali e inquinamento urbano nel 2019 sono morte più di 83.000 persone: il costo sociale, sempre secondo i dati Istat di quell’anno, risulta pari a 16,9 miliardi di euro, l’1% del pil nazionale. Questo sanguinoso tributo, che ha un costo sociale ed economico enorme, vede la velocità come causa principale delle collisioni stradali ed elemento che ne determina la gravità, ma non è inevitabile”. “Si può cambiare – spiegano le associazioni – semplicemente attivando il dispositivo ISA (Intelligent Speed Adaptation), moderando la velocità con maggiori controlli e la riduzione delle sezioni stradali e della velocità, aumentando il modale share e dissuadendo dall’uso del mezzo privato, rimettendo al centro delle città e della viabilità le persone e non le automobili, al centro della mobilità gli utenti e non i mezzi di trasporto. In una sigla: Città Vision Zero, che vanno realizzate non perdendo l’opportunità dei prossimi fondi in arrivo e in discussione”.

La proposta a firma di Legambiente, Fondazione Guccione, Vivinstrada e Kyoto Club è stata presentata nei giorni scorsi in diretta Facebook. Nel corso del webinar dal titolo “Next Generation Ue. La sfida della Vision Zero per la mobilità delle città” è stato sottolineato che con il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, si può e si deve cominciare una trasformazione della mobilità urbana. Pianificando azioni e risorse certe sul trasporto pubblico locale, su quello condiviso a basso impatto ambientale, su isole pedonali e ciclabilità diffusa, oltre a una politica di moderazione della velocità e della riduzione dell’uso dello spazio pubblico da parte dei veicoli privati, anche in sosta. Un fronte su cui l’Italia è in grave ritardo. E che l’ultima bozza del PNRR sembra dimenticare mettendo ingenti risorse sui trasporti ma sbilanciando gli investimenti sulle grandi opere extra urbane e sull’alta velocità mentre serve un deciso impulso verso le reti di mobilità urbana e verso la sicurezza stradale in città. È necessario prevedere i giusti investimenti per mettere al primo posto, nei sistemi di trasporto, le persone e una visione di città che ne ridisegni l’assetto in maniera più sostenibile, dal punto di vista economico, sanitario, sociale.

A questo link è possibile leggere il documento redatto dalle associazioni e i quattro assi prioritari del piano presentato con le relative voci di investimento.

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