L'intervento

Cinquant’anni di contraccezione legale, ma pagata a caro prezzo e vittima delle fake news

Nel 1971 la Corte Costituzionale abroga l'articolo 553 del codice penale che vieta la produzione, il commercio e la pubblicità degli anticoncezionali. Ancora oggi, però, non è facile per le donne autodeterminare la propria sessualità, complici l'offensiva cattolica e un mare di bugie

Di Elisabetta Canitano*
6 Gennaio 2021

Nel 1971 questo articolo di legge sottostante era ancora in vigore in Italia. Il Codice Rocco, codice penale dell’Italia fascista, era parzialmente ancora attivo, quindi faceva parte del corpo di norme denominato “delitti contro l’integrità e la sanità della stirpe”.

Art. 553. Incitamento a pratiche contro la procreazione.
Chiunque pubblicamente incita a pratiche contro la procreazione o fa propaganda a favore di esse è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire quattrocentomila.
Tali pene si applicano congiuntamente se il fatto è commesso a scopo di lucro.

Nel 1957 la pillola comincia a essere in vendita negli Stati Uniti come regolatore del ciclo, anche lì non andava benissimo parlare di contraccezione ma, non esistendo leggi contrarie, dal 1960 va in vendita come contraccettivo. E noi? Noi dobbiamo aspettare l’abrogazione degli articoli che vietano gli atti diretti a ridurre la procreazione per poter scrivere “contraccettivo”, ma in realtà la pillola arriva comunque in Italia, nel 1967, nello stesso identico modo in cui è arrivata negli Stati Uniti, come terapia delle irregolarità mestruali.

Nel 1971 finalmente l’articolo 553 (ma anche il 552, che parla di sterilizzazione volontaria) viene abrogato, e la pillola contraccettiva può essere venduta su prescrizione medica con la sua vera finalità.

Problema risolto? Tutt’altro. La contraccezione in Italia ha avuto comunque una vita dura fin dall’inizio e negli anni 70 per le ragazze farsi prescrivere la pillola non è affatto semplice e i ginecologi non sono ben intenzionati al riguardo. L’Aied a Roma in quegli anni ha due medici di medicina generale, non ginecologi, che si prestano ad accogliere le donne e le ragazze dietro contribuzione economica facoltativa e che prescrivono la pillola con incredibile modernità, dopo un colloquio, senza analisi del sangue se non vengono fuori problemi importanti in famiglia (come è oggi prescritto da tutte le linee guida internazionali), misurando la pressione e senza visita ginecologica.

In tutta Europa funziona così anche adesso.

I medici di medicina generale chiedono alle loro utenti se hanno bisogno di contraccezione e prescrivono la pillola. In Francia e in Inghilterra, se lo chiedono, possono accedere all’addestramento per l’inserimento della spirale, in Francia i medici di medicina generale possono occuparsi dell’aborto farmacologico per le loro pazienti che andranno in ospedale e vedranno uno specialista solo in caso di bisogno.

La contraccezione è gratuita, o a bassissimo costo. In Belgio una confezione di pillola costa 2 euro.

In Italia la Chiesa cattolica ha ingaggiato una lotta contro l’autodeterminazione delle donne rispetto alla riproduzione fin da subito. Negli anni la maggior parte dei pronunciamenti ufficiali della Chiesa cattolica, a parte Bergoglio che ha detto “essere cattolici non significa fare figli come conigli”, anche con poca eleganza, sono contro il controllo delle nascite. Addirittura nelle sue parti estreme si dice che la contraccezione è la madre dell’aborto, perché se hai rapporti sessuali pensando di non rimanere incinta questo significa che concepisci il sesso senza procreazione e quindi prima o poi rimarrai incinta distrattamente e farai un aborto. Per la chiesa non c’è scampo. O non lo fai o lo fai e rimani incinta. Poi ci possiamo arrampicare sui metodi naturali insegnati in parrocchia come il controllo del muco, la conta dei giorni, e tante altre cose, che gli insegnanti di metodi naturali spacciano per sicuri al 99.99 per cento. Per aver scritto una volta, ingenuamente, che sono metodi adatti alle coppie che non hanno completato la famiglia, nel sito dell’Associazione Vita di Donna, sono stata inseguita giorni e giorni da un’insegnante di metodi naturali che voleva convincermi che mentivo e che contare i giorni è sicuro come prendere la pillola.

Sì, perché le fake news sono il passatempo preferito dei nostri cattolici anti choice (Biden è un cattolico pro choice) e così dal parroco sotto casa fino ai professori di ginecologia delle università cattoliche è tutto un proliferare di bugie sulla contraccezione, che circolano nella nostra popolazione. Eccone alcune:

Non va bene cominciarla a prendere troppo giovani, gli ormoni si devono cominciare più tardi;

Serve assolutamente una visita ginecologica per cominciare a prendere la pillola;

Tutte le donne a prescindere dalla loro età, storia familiare e personale devono assolutamente fare delle analisi del sangue per sapere se possono prendere la pillola e ripeterle regolarmente;

Servono delle analisi del sangue che ti deve prescrivere il tuo ginecologo per capire qual è la pillola adatta a te;

Bisogna fare delle sospensioni periodiche altrimenti poi non potrai avere bambini perché il tuo corpo si addormenta;

Se non ti vengono le mestruazioni con la pillola devi assolutamente sospendere e cambiarla perché se non mestrui ti succederà qualcosa di male;

Comunque dopo un tot di anni la devi sospendere perché non si può prendere troppo a lungo;

Se con un’ecografia si vede che l’interno dell’utero è troppo sottile allora devi sospendere sennò ti si atrofizza l’utero;

Bisogna fare regolarmente un’ecografia mentre prendi la pillola così vedi se ci sono dei follicoli e in caso la cambi perché non è sicura.

Bene… un gran respiro… nessuna, nessuna di queste cose è vera, nemmeno lontanamente, come non è vero che le donne che abortiscono poi hanno il cancro della mammella e/o si ammazzano. Non è vero che devi aver avuto dei figli per mettere la spirale, non è vero che se metti la spirale poi rimarrai sterile, non è vero che la spirale è un aborto tutti i mesi, non è vero che se fai tanti aborti poi rimarrai sterile. Non è vero che se prendi la pillola del giorno dopo tre volte, o quante volte ti capita, poi non avrai più bambini, non è vero che è una bomba di ormoni, è un farmaco come un altro, che si prende quando c’è bisogno, al massimo non funziona e resti incinta e puoi anche portare avanti la gravidanza senza problemi. Non è vero che con l’aborto farmacologico le donne rischiano la vita, non è vero che devono stare ricoverate o sotto controllo continuo, in Inghilterra durante il lockdown lo hanno fatto in contatto telefonico con i servizi ricevendo i farmaci a casa, e andando in ospedale solo in caso di problemi.

Ah, in Inghilterra sono gratis tutti i contraccettivi ormonali, pillola, anello, bastoncino sottocutaneo, spirale e nessuno si sognerebbe di farli pagare. Da noi invece Beatrice Lorenzin, ex ministra della Salute, ha tolto anche le uniche due pillole che non si pagavano, e le ha rese tutte a pagamento.

Cinquant’anni quindi, e ben poche vittorie.

*Ginecologa e presidente dell’Associazione Vita di Donna

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