L’intervista - Giuseppe De Donno

Giuseppe De Donno, la (burrascosa) intervista a Mr Plasma: “Qui ho 340 avvocati. Cure e pazienti? C’è la privacy…” – L’AUDIO INTEGRALE

La patologia della donna incinta finita ospite in tv? “La so io. Ma, se non ne scrive, le faccio dare un’esclusiva quando partorisce”

21 Maggio 2020

Il dottor Giuseppe De Donno, uno dei personaggi più discussi del momento per la sperimentazione con il plasma al “Carlo Poma” di Mantova e per i suoi continui conflitti con colleghi e politici (di sinistra), mi ha concesso un’intervista che è diventata il dialogo surreale. Eccola.

ECCO L’AUDIO INTEGRALE DELL’INTERVISTA DI SELVAGGIA LUCARELLI A GIUSEPPE DE DONNO

Lei ha molto pubblicizzato la guarigione miracolosa grazie alla plasmaterapia di una paziente incinta. Ma ha dichiarato che avesse una polmonite interstiziale bilaterale, mentre fonti interne all’ospedale mi dicono che aveva un problema più contenuto all’apice di destra. È vero?

Sono informazioni gravissime che ledono la privacy di una paziente. La paziente l’ho seguita io per via ecografica, le immagini le ho solo io.

Però della polmonite ha parlato lei nelle interviste.

Posso denunciare chi le ha dato le informazioni, ho 340 avvocati dietro di me. Ascolti questo fraterno consiglio: non parli di questa donna.

È andata ospite di tutti i programmi tv, dalla D’Urso alla Rai: c’era anche lei, dottore.

Un medico ha scritto che la donna facendo la plasmaterapia ha messo a repentaglio la salute del feto, da quel giorno non ha più rilasciato interviste, ha pianto un giorno.

Ma io non ho detto questo.

Io sono il primario di pneumologia, mica un otorino. Se dico una cosa è perché è quella e nessuno la mette in dubbio. Mi dica nomi e cognomi di chi le ha parlato.

Aveva o no questa polmonite bilaterale?

Le immagini sono sottoposte a lavoro scientifico: non posso mostrarle a nessuno.

Ma questo lavoro scientifico sarà pubblicato?

A lei non deve interessare.

Perché, scusi?

Ecco perché non mi piace dare interviste al vostro giornale.

Sto solo facendo delle domande.

Mi lascia parlare o fa l’arrogante? La donna va protetta fino al parto. Lei cerca lo scoop fregandosene di una donna in gravidanza.

Lo scoop?

Non mi interrompa!

Mica sono una sua alunna.

Se fossi stato il suo maestro lei avrebbe imparato molto di più. Io sono un puro, faccio del bene a prescindere da voi!

Ma da voi chi? Senta, i valori dell’emogas della donna erano buoni, mi dicono.

Non abbiamo pubblicato questi valori apposta, la donna aveva un’insufficienza respiratoria e se lei prova a dire altro io vado dritto con i miei 340 avvocati.

Càspita, sono tanti.

Assolutamente sì.

Mi minaccia?

No, è una cosa fraterna.

Mica tanto. Va bene…

Non va bene per niente, anzi la avviso che lei è in vivavoce.

E quindi?

La avviso.

Cambiamo tema. È vero che prima della plasmaterapia aveva chiesto di avviare la sperimentazione del Tocilizumab?

Ma io sono il principal investigator, mica un campagnolo. Le sue domande nascondono un trabocchetto!

Le ho solo fatto una domanda. Non ha scritto lettere furenti ad Aifa perché le ha negato la sperimentazione col Tocilizumab?

Assolutamente no (chi scrive è in possesso della mail inviata da De Donno a Schettino e Perrone dell’Istituto tumori di Napoli dove era avviata la sperimentazione con in copia una trentina di persone tra cui sindaci e la Cappellari della Lega. De Donno annuncia un esposto alla procura perché non riceve il farmaco, minaccia di rivolgersi a giornalisti e politici per denunciare la cosa e si domanda perché la sperimentazione la stiano facendo a Napoli e non in centro lombardo, chiedendo di girare la mail all’Aifa, ndr).

Ha detto che ha ricevuto 18 proposte di lavoro nel mondo da varie strutture. Quali?

Non lo dico a nessuno, sennò entrano in competizione tra di loro.

Ah. È vero che ci sono tensioni nel suo reparto?

Sono il primario, mica il fruttivendolo. Non transigo quando qualcuno non rispetta i protocolli, divento cattivissimo.

È vero che ha scritto messaggi e lasciato note vocali ai dipendenti annunciando che non accetta comportamenti irriverenti nei suoi confronti, minacciando licenziamenti?

Se questo è il suo giornalismo, andrà lontano.

Mi interessa capire il clima all’ospedale.

Chi se ne frega. Pensi al plasma non a me.

Ma io le sto domandando del plasma, per esempio nella sperimentazione a Pavia dicono che sono morti tre pazienti e da lei nessuno…

Sono morti da loro, mica da me.

Venturi dell’ospedale di Pavia parla della plasmaterapia con più prudenza.

Che vada a studiare, dica a Venturi che studi.

Mi dicono che lei selezioni con grande attenzione i pazienti per non fallire la sperimentazione…

Non abbiamo mai arruolato nessuno che non avesse insufficienza respiratoria. Se scrive corbellerie se ne assume la responsabilità.

La smette di minacciare?

Non mi fido.

Lei ha la vocazione a fare il martire.

Il plasma convalescente diventerà un modello per le epidemie future, si ricordi.

Ma lo è già, è usato per Ebola, Sars…

E allora perché non l’hanno usato prima di noi, nel mondo occidentale?

Non ha iniziato Pavia prima di voi?

No, carina, vede com’è brava lei, non conosce la tempistica degli arruolamenti.

Perché mi chiama “carina”? Non abbiamo questa confidenza.

È un modo affettuoso. Lei riporta le discussioni con miei infermieri? Allora le dico che l’altro giorno mi ha chiamato un suo collega del Fatto e mi ha detto delle cose terribili su di lei, mi sono vergognato per lui.

Su di me?

Se io domani scrivessi un post su quello che ha detto il suo collega su di lei non farei un bel lavoro no?

Un collega che parla male, càpita.

Non uno, mi hanno telefonato in tre. Tutti hanno parlato di lei e gli ho sbattuto il telefono in faccia, sono un signore io.

Caspita, in tre!

Chiaritevi, hanno detto cose pesantissime. Vede, come lei si fida di persone che parlano di me…

Vabbè, non mi interessa.

Scriva che io mi sono prostituito sui giornali e in tv per parlare di plasma, faccia la giornalista seria.

Si candiderà con la destra?

Sono un primario felice, ho un gruppo di medici favolosi, lavoro con Franchini che è un amico. Secondo lei mollo per fare il sindaco o l’assessore a Mantova? Io lascio l’ospedale per 6 mesi solo se posso presentare il Festival di Sanremo.

È serio?

Sì, è il mio sogno da sempre, con mia figlia che fa la cantante che scende le scale dell’Ariston.

Quindi la politica non le interessa? E il selfie con la Cappellari della Lega col logo del partito?

Se me lo chiede un altro, lo faccio con un altro.

Be’ oggi è in diretta con Salvini, parla con Radio Padania, la Maglie…

Lei è amica di politici?

No.

Peccato avrebbe potuto chiedere ai 5 Stelle di retwittarmi.

Ma perché non si limita a lavorare e pubblicare i risultati?

Perché la visibilità serve. La mia Regione si è fidata a lungo di Burioni e poi guardi dove siamo andati a finire. In un altro Stato Burioni non farebbe più il virologo.

Ma che le ha fatto Burioni?

Ce l’ho con certa scienza che non si assume le responsabilità. Galli dovrebbe spiegare perché ha detto certe cose all’inizio, così come Salvarani. Queste persone hanno condizionato la politica. Ora però devo fare una call col Brasile, questo lo può scrivere se vuole.

Grazie, ma io scrivo tutto.

L’importante è che non scriva della donna incinta, glielo chiedo come un fraterno amico.

Ma se mi ha minacciato per 40 minuti.

Non è vero. Glielo chiedo col cuore in mano: se non scrive di lei, le farò fare l’esclusiva quando partorisce.

Arrivederci.

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