Povertà - Da destra l’attacco al ministro

Provenzano ha ragione, il lavoro va tutelato. Anche se è in nero

Di Sal.Can.
25 Marzo 2020

Ci sono verità la cui evidenza acceca gli stolti. Il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto una verità elementare: “Se la crisi si prolunga dobbiamo prendere misure universalistiche per raggiungere anche le fasce sociali più vulnerabili: le famiglie numerose, oltre a chi lavorava in nero”. Già nel tempo imperfetto, “lavorava”, c’è una presa di distanza che comunque non oscura il senso della preoccupazione. La crisi che si annuncia sarà devastante e quella varia umanità che ancora è costretta al lavoro nero si troverà probabilmente travolta. A Matteo Salvini sono “cadute” le braccia. Proprio lui che si è messo alla testa di tutti i condoni possibili, colpi di spugna il cui costo si traduce in letti di ospedali al macero. Scandalo anche da Forza Italia e da tutto il variegato mondo liberal-liberista.

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Provenzano non ha potuto che ricordare l’ovvio: “Spesso ci sono quote di lavoro irregolare anche nelle imprese regolari, penso alla filiera del turismo”. E poi invitando a non “mettere la testa sotto la sabbia”. “Se si prolunga la crisi – ha aggiunto – l’impatto economico e occupazionale potrebbe essere persino peggiore di quello della Grande recessione” e allora “avremo la necessità di rafforzare misure più universalistiche”. Una è l’estensione del Reddito di cittadinanza oltre a misure di sostegno alla produzione e al rilancio della domanda. Ne sta discutendo tutto il mondo, lavoro nero o meno.

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