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Coronavirus, gara di solidarietà per l’Italia. Manca solo l’amico Trump

Aiuti - Russia, Turchia ed Egitto offrono assistenza. Gli Usa, interpellati, non ancora

25 Marzo 2020

Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, al Fatto Quotidiano conferma di aver scritto al Segretario della Difesa Usa Mark Esper, chiedendogli aiuti militari nella lotta contro il Covid-19. A renderlo noto era stata la Cnn. L’Italia ha chiesto attrezzature mediche come mascherine e ventilatori e che il contingente militare Usa in Italia fornisca personale medico e ospedali da campo. In quale misura, però, il Pentagono sia disponibile è tutto da vedere. Lunedì sera Mike Pompeo, in un tweet, ha detto quanto il Dipartimento di stato sia orgoglioso di lavorare con gli amici italiani. Rilanciando la notizia di qualche giorno fa di un ospedale da campo con otto posti per terapia intensiva a Cremona e il sostegno alle iniziative del Gemelli di Roma. Sono in allestimento anche presidi sanitari nelle basi militari, ma sull’arrivo degli arrivi richiesti, però, nulla si sa.

Questo mentre i più noti regimi del mondo (allo stato meno colpiti dalla pandemia) hanno fatto a gara a soccorrere il nostro Paese, che ha chiesto aiuto a tutti, con un’operazione congiunta tra Palazzo Chigi, Farnesina e Difesa. Dalla Cina ogni giorno arrivano vari tipi di aiuti, sabato sono arrivate dall’Egitto di Al Sisi 1,5 milioni di mascherine. E soprattutto Vladimir Putin, in una lunga telefonata con Giuseppe Conte, ci ha tenuto a mettersi in prima fila. Domenica sono atterrati nove aerei militari russi con ventilatori, mascherine e medici destinati alla Lombardia. Così il Cremlino dava notizia della telefonata con Conte: “Il presidente russo ha confermato la disponibilità a fornire il rapido aiuto necessario. In particolare strumenti di protezione personale, sistemi mobili Kamaz per la disinfezione dei veicoli e delle aree, strumenti medici e di altro tipo e l’invio di squadre di specialisti”.

Ieri un contingente di medici russi è arrivato a Bergamo, uno è atteso a Brescia. Una settimana fa anche il “Sultano” Erdogan aveva parlato con Conte, garantendo l’arrivo di 200 mila mascherine ferme ad Ankara (che però solo in parte sono state sbloccate). Ma ieri sera è arrivata a Bari la prima donazione della Croce Rossa turca a quella italiana con alcuni dispositivi di protezione medica.

Tutto questo attivismo di alcuni tra i regimi meno democratici del mondo, qualche conseguenza geopolitica potrebbe portarla. Potrebbe trasformarsi in un conto da presentare. E non è un caso se il governo ha sollecitato gli alleati Usa a fare la loro parte.

Alcuni aiuti da Germania e Francia sono arrivati nei giorni scorsi, ma non troppo pubblicizzati, visto che Macron e Merkel devono prima pensare ai loro di malati.

Ma dopo la mobilitazione di Putin&c., lunedì la Cancelliera ha mandato 3 milioni e mezzo di mascherine e 350 ventilatori lunedì. E la Germania ha iniziato ad accogliere malati italiani. Ancora. Ieri la Ue ha annunciato un bando per un appalto congiunto grazie al quale potrebbero arrivare tra due settimane le maschere facciali e chirurgiche, i guanti, gli occhiali e le tute protettive per i 25 Paesi Ue che hanno partecipato all’acquisto congiunto.

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