Roma, i manifesti del negozio per taglie forti non fanno ridere. E nemmeno funzionano

19 Novembre 2019

Caro Fatto, ho visto in tutta Roma la pubblicità dell’azienda per taglie forti Pitran. Molti cittadini hanno chiesto alla sindaca Virginia Raggi di rimuovere i cartelloni, i proprietari dell’azienda hanno risposto che la malizia è negli occhi di chi guarda. Insomma, la toppa è peggio del buco.

Frida Lalli

Gentile Frida,

ho chiesto di rispondere a questa lettera perché sono di parte, ma anche perché mi piace pensare che il buon senso vada oltre l’empatia e l’ironia. Da potenziale cliente del negozio che ha deciso nelle scorse settimane di tappezzare Roma con lo spot nella foto, mi sono chiesta se funzioni sul target a cui si rivolge, ovvero donne che – parlando per fatti e non per commenti – abbiano bisogno di vestiti di una taglia anche di molto superiore alla 46 e a un prezzo abbordabile.

Solo io lo trovo di cattivo gusto, oppure c’è davvero qualcosa che non va? Ci ho dovuto pensare un po’. In questo caso, infatti, non credo sia utile per pubblicizzarsi il “purché se ne parli”. Molte cose non vanno. Non va quel riferimento all’abbacchio (per i non laziali, è la carne di agnello protagonista della grigliata), non va il gioco di parole che richiama alla tristezza e alla depressione in vista del Natale (perché è difficile vestirsi o perché si mangia e si ingrassa? mistero), non va quel corpo esposto e vestito da coniglietta nel tentativo di un confronto con ciò che le ‘conigliette’ sono nell’immaginario collettivo.

C’è un grossissimo, e secondo me strategicamente consapevole, errore di ‘presupposizione’ che oltretutto rischia di nuocere agli affari in un momento in cui si lotta per il superamento del giudizio sul corpo: si presuppone che ci si ‘abbacchi’ per i vestiti a Natale, si presuppone che ci si voglia indignare o che ci si riconosca nello spot, si presuppone – come ha fatto il proprietario del negozio in una sua recente risposta – che sia necessario “ironizzare” e che non lo si faccia perché “non c’è un clima sereno nella nazione”. Lui lo fa e dice che pesa 107 kg. Dunque? Perché si sente il bisogno di una catalogazione, una definizione, un pregiudizio per ogni cosa?

I luoghi comuni quasi sempre bollinano e dileggiano, la polemica è una loro conseguenza, la visibilità un premio o un boomerang. Evitarlo, però, è semplice: vendi bei vestiti? Mostrali. Vesti fino alla 68? Scrivilo. Costano poco? Dillo. In un frangente – come la moda prêt-à-porter italiana – dove trovare abiti decenti oltre una certa taglia è quasi impossibile, se si ha un buon prodotto a prezzi accessibili basta mostrarlo. I clienti correranno, anche io.

Virginia Della Sala

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