Olimpiadi e stop: la tv finalmente liberata (finché dura)

9 Agosto 2016

Fa un certo effetto vedere Raidue spogliata dei suoi inutili palinsesti per vederla immersa nelle Olimpiadi, lo spettacolo più antico del mondo che riporta alle origini anche la Tv: mostrare ciò che accade a distanza nel momento in cui sta avvenendo. Per le sue ultime Olimpiadi Rai Sport si è camuffata da Sky, immergendo tre canali nel flusso dei giochi. Non mancano sovrapposizioni e confusioni, il “Tg Olimpico” con la sua retorica tutt’altro che olimpica fa rimpiangere i tg in borghese, insomma, il travestimento monotematico fa acqua. Eppure il fascino dei Giochi prevale ugualmente proprio perché si muove controcorrente rispetto all’insopportabile moda dello “storytelling”.

Le Olimpiadi hanno questo di meraviglioso: riportano lo sport a se stesso, ossia all’azione e all’emozione, unici veri antidoti alle chiacchiere. Maratone di diretta senza salotti né sofà, il calendario non ha tempo nemmeno per uno strapuntino, l’unica narrazione possibile è la mossa del judoka o la stoccata del fioretto. Ancora intronati dalla ridicola grancassa degli Europei, quasi ce ne eravamo dimenticati. Il calcio in Tv è ormai lo zero virgola di calcio e il 99 di fuffa; la politica, 100 per 100 fuffa. Con le Olimpiadi le percentuali si ribaltano. I telecronisti fanno la cronaca, i commentatori commentano, i tuttologi si estinguono. Ora che Renzi ha smesso di fare capolino dagli stadi e dai sambodromi per dire che per venti giorni dobbiamo parlare solo di sport, potrebbe accadere davvero.

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