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il Fatto Quotidiano
21 Luglio 2023
Il fatto internazionale

Prosegue l’appuntamento con la newsletter internazionale dai contenuti inediti. Qui trovate alcune “cartoline” dalle principali capitali mondiali che vi raccontano quello che sta succedendo, quello che vi siete persi, quello che potrà succedere. Fatto inedito nella stampa italiana, le lettere sono siglate tutte da giornaliste.

Buona lettura


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Lettera da Tokyo

Tra Cina e Giappone è battaglia sui frutti di mare (contaminati dalle acque di Fukushima)

Pechino rifiuta il cibo delle acque salate nipponiche, nonostante il via libera dell'Aiea. La stessa posizione potrebbe venire adottata anche da Hong Kong. L'Ue, al contrario, ha reso noto di voler eliminare tutte le restrizioni

di Fabiola Palmeri

Lettera da Parigi

Gabriel Attal, il “cocchino” di Macron diventa ministro dell’Educazione

Pochi i volti nuovi del mini rimpasto all'Eliseo. E i sindacati sono già molto diffidenti verso il nuovo interlocutore, che dovrebbe risolvere il problema degli stipendi degli insegnanti

di Luana De Micco

Lettera da Mosca

Wagner, destinazione Bangui: in Africa per garantire il referendum a Touadera

Nella terra dei diamanti e dell'oro della Repubblica Centrafricana, il presidente in carica tenterà di stravolgere la regola dei due mandati. Per farlo, ha chiamato l'amico Prigozhin

di Michela A.G. Iaccarino

Lettera da Madrid

Spagna al voto, ma ai giovani i partiti in campo non piacciono

Il 60% dei ragazzi tra 14 e 30 anni non si sente rappresentato dalle formazioni politiche. I problemi più sentiti? Emergenza casa e lavoro

di Alessia Grossi

Lettera da Londra

Regno Unito, Sunak straperde le elezioni suppletive. Nuova stretta sui migranti

Dopo le dimissioni di 3 parlamentari conservatori, laburisti e lib-dem si aggiudicano due seggi e perdono il terzo (l'ex scranno di Boris Johnson) per un soffio. Un test elettorale - in vista del voto nazionale nel 2024 - che certifica la profonda crisi del Primo ministro e del suo partito

di Sabrina Provenzani

Lettera da Ankara

Erdogan, l’accordo sul grano ucraino è un bluff: i Paesi poveri sono già tagliati fuori

I russi il 18 luglio hanno interrotto il patto con Kiev che era stato siglato anche grazie alla regìa del presidente turco. Lui vuole replicare per vestire i panni di un paladino delle questioni umanitarie: ma i carichi di cereali per l'80% sono destinati alle nazioni ricche, non a quelle che soffrono la carestia

di Roberta Zunini

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