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Bentornati all’appuntamento del lunedì con la newsletter Il Fatto Economico. Con Patrizia De Rubertis parliamo di bollette. Non bastavano oneri, imposte e tasse, si è aggiunta la stangata del cosiddetto “mercato libero”: la relazione annuale dell’Arera certifica che l’Italia rimane tra i Paesi Ue dove l’energia costa di più per le famiglie. L’Authority, però, introduce un bizzarro nuovo criterio per assegnare le colpe: la responsabilità della stortura di questo mercato e di una concorrenza disastrosa è tutta in capo agli italiani, incapaci di scegliere “le offerte migliori”.
Salvatore Cannavò ci parla, invece, del mistero dei bilanci di Gkn, la fabbrica di Campi Bisenzio chiusa nel 2021 dal fondo Melrose, mai riattivata dalla nuova proprietà Qf di Francesco Borgomeo e presidiata ancora dal Collettivo di fabbrica. La vicenda pende presso il Tribunale fallimentare. E qui entra in gioco il valore dello stabilimento e più in generale i valori fissati a bilancio, che assomigliano a montagne russe. A rimetterci, neanche a dirlo, sono gli operai.
Con Roberto Rotunno torniamo a occuparci di contratti pirata. Alcuni giorni fa è stato presentato lo studio “Fare contrattazione nel terziario di mercato”, pubblicato dall’associazione Adapt, fondata da Marco Biagi, che porta esempi concreti. Esistono oltre 250 contratti ma, di questi, solo 18 sono firmati da Cgil, Cisl e Uil. Con quelli non rappresentativi arrivano in tasca al lavoratore circa 4mila euro in meno all’anno.
L’economista Gustavo Piga analizza l’ennesima fase di grave difficoltà economica che sta attraversando il nostro Paese e, in particolare, le due proposte di Banca d’Italia e di Confindustria per uscirne. Secondo il docente, la strada per la crescita non è quella del debito comune Ue. All’Italia serve migliorare la spesa e investire in deficit.
Torna, infine, la rubrica “La trave nel piatto”: questa settimana la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, si occupa di pastorizia, un mestiere antico che andrebbe riscoperto.
Buona lettura.
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