|
Ben tornati all’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, nel nostro inserto, Leonardo Bison fa il punto su lavoro nero e sfruttamento nell’industria della moda. Domani al ministero delle Imprese, otto giorni dopo il commissariamento di Loro Piana, si terrà un tavolo nazionale con il ministro Adolfo Urso. Come leggerete, si discuterà dell’avvenuta estensione della cassa integrazione per il comparto, di un nuovo “piano nazionale” ma anche della proposta di una “nuova norma a tutela della legalità”.
Con Ettore Boffano torniamo sulle dolenti note di Stellantis: il governo e il primo azionista dicono che il nuovo ad Filosa rilancerà il gruppo in Italia, ma i segnali sono negativi. La produzione cala, la Cig cresce e si annunciano investimenti all’estero. John Elkann, però, pensa al riarmo: come leggerete nell’articolo di Gianni Dragoni, per cedere Iveco Dv a Leonardo ora vuole 1,7 miliardi.
Lo stesso Dragoni rilegge l’affare Mediobanca-Generali, dove Caltgirone appare favorito. L’operazione, condotta attraverso Mps, vede l’appoggio del governo Meloni. L’ago della bilancia potrebbero essere i titoli portati in dote da tre casse di previdenza private: Enasarco (agenti di commercio), Enpam (medici) e Cassa forense.
Il prorettore dell’Università di Genova, Fabrizio Benente, ci mette in guardia dalla lezione americana sugli Atenei. Il governo federale sta usando il bisturi in profondità, sottraendo risorse importanti e minando, probabilmente, il futuro della ricerca. In Italia, al momento, traspare il disegno di un’università/azienda che distribuisce titoli, in un sistema che premia consenso, velocità e obbedienza. Un disegno da contrastare.
Nella rubrica La Trave nel piatto, infine, la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, si sofferma sul caporalato: esattamente come accade nella moda, si va sempre al ribasso sui prezzi e mancano gli strumenti per il contrasto. Il sistema alimentare dovrebbe essere governato dall’etica, non dalla finanza.
Buona lettura
|