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Bentornati al consueto appuntamento con la newsletter economica del Fatto Quotidiano. Questa settimana, nel nostro inserto, Andrea Moizo si occupa del porto di Genova. Non solo sette anni sotto un presidente corrotto senza che nessun dirigente s’avvedesse di alcunché: per almeno un quinquennio all’Autorità di sistema portuale di Genova s’è sorvolato pure sulla sistematica inadempienza agli impegni in termini di movimentazione, investimenti e occupazione presi dalle decine di concessionari dell’ente. Più che mare, una giungla.
Con Alessandro Aresu analizziamo la guerra dei chip in corso tra Usa e Cina, che relega l’Europa al ruolo di “vaso di coccio”. Nicola Borzi torna, invece, sui guadagni di Trump grazie al business delle criptovalute: in nove mesi sono stati generati profitti pari a 9 miliardi di dollari.
Nella sua rubrica sui Poteri deboli, Gianni Dragoni ci parla dei numeri della Rai, dopo che il Cda ha soltanto dichiarato che l’azienda è in utile.
Il docente e ricercatore dell’Università Bocconi, Pietro Galeone, analizza i dati economici con particolare riferimento alla povertà: un residente su dieci, in Italia, non ha i mezzi per una vita dignitosa. Ma, ci spiega, si tratta di una scelta politica precisa del governo Meloni.
Infine, Ettore Boffano ci ricorda che oggi è il giorno in cui l’ad di Stellantis, Filosa, parlerà d’Italia con i sindacati. Ma tanto continueranno a trionfare i “poi vedremo”.
Buona lettura.
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