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Ben tornati all’appuntamento col nostro inserto Il Fatto Economico. Questa settimana, con Gianni Dagoni, ci occupiamo di Eni, perché Claudio Descalzi punta a un quinto mandato al vertice dell’azienda, nonostante il titolo abbia perso il 10% dal 2014. In realtà, ci sono altri candidati di peso che potrebbero essere presi in considerazione per l’Eni. Uno è Roberto Cingolani, ad di Leonardo ed ex ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi. Un altro potrebbe essere Flavio Cattaneo, ad dell’Enel, se non dovesse andare alle Generali con la spinta di Francesco Gaetano Caltagirone. Vedremo come andrà a finire. Sempre Dragoni, nella sua rubrica Poteri deboli, ci parla dello strano caso proprio di Leonardo e dell’aumento di capitale di Avio.
Con Tommaso Faccio parliamo di patrimoniale e dell’avversione non solo della destra verso una simile tassa. Cosa ferma l’opposizione dal contemplare una patrimoniale sui ricchi, visti anche i sondaggi che mostrano come la maggioranza della popolazione sia a favore? Probabilmente la serie di bufale che vengono raccontate per inquinare il dibattito. Ha giurato che con lei al governo la patrimoniale non si farà mai, invece a Meloni piace la tassa sull’oro: Beppe Scienza ci racconta che già due anni fa fu messo a segno un tiro mancino ai danni dei risparmiatori italiani.
La premier ha il problema dei salari, e infatti insiste con tagli di tasse e decontribuzioni per far salire il netto in busta paga. Questo, però, ha degli effetti collaterali: meno contributi, assegni pensionistici più bassi; meno gettito, meno servizi pubblici. Ne scrive Roberto Rotunno.
Torna, infine, la rubrica La trave nel piatto: questa settimana la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, torna sulla COP30, perché anche di fronte al baratro ambientale non si è riusciti a cambiare strategia.
Buona lettura
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