|
Ben tornati all’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, nel nostro inserto, Nicola Borzi si occupa del caso “The Rock Trading”, la cripto-borsa italiana bloccata il 17 febbraio 2023 e fallita il 14 aprile successivo con un “buco” di almeno 65,8 milioni. 18mila clienti sono rimasti con il cerino in mano. Il 25 giugno scorso i pm milanesi hanno chiesto la condanna a 7 anni per Davide Barbieri e a 6 per Andrea Medri, manager e azionisti di Trt, per le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, formazione fittizia del capitale, infedeltà patrimoniale. Tra soci occulti, trucchi contabili e 550 milioni nascosti, si può dire quindi che il caso “The Rock Trading” non è stato figlio del caso.
Con Alessandro Aresu parliamo di Intelligenza Artificiale e, in particolare, della guerra che Meta, OpenAi e gli altri grandi colossi stanno mettendo in atto per accaparrarsi le menti più preparate. Prima i talenti (asiatici) si attiravano con gli ideali. Ora che il settore vale miliardi si pagano come grandi amministratori delegati. Questo, però, significa che alla base della piramide lavorativa, un numero crescente di programmatori e altre figure verrà sottopagato. E c’è un altro dato interessante, come leggerete nell’articolo di Gianni Dragoni: Apple è invece in crisi nera. La “mela” ha perso appetibilità per gli investitori, attirati appunto dall’euforia per l’intelligenza artificiale. Pesano anche concorrenza asiatica e dazi: -15% in Borsa. E c’è chi vuole sostituire l’Ad Tim Cook.
Non ha questi problemi Pier Silvio Berlusconi, che parla anzi di alzare gli stipendi (a cominciare dal suo).
Francesco Lenzi ci spiega – anzi, spiega alla maggioranza – che lo spread non è una virtù. Il differenziale con i Bund più basso da 15 anni, infatti, ha fatto esultare FdI&C. Ma a pesare è il peggioramento di Francia e Germania. Ai conti pubblici serve la crescita, che sta mancando.
Alfonso Scarano, infine, risponde al ministro Foti, che in Aula – replicando a sua volta al Fatto – aveva fatto dietrofront sul piano per le aree interne: lo “scacco matto” evocato dal titolare degli Affari europei, Pnrr e politiche di coesione in realtà è solo una resa.
Buona lettura.
|