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il Fatto Quotidiano
11 Aprile 2022
Il fatto economico

Prosegue l’appuntamento con la newsletter il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, pubblichiamo un’inchiesta del Financial Times che ricostruisce com’è nata e quali sono gli obiettivi della strategia delle sanzioni: il piano nasce ancora una volta negli Usa e applica un approccio inedito all’economia di mercato, ossia l’idea di usare il potere finanziario e le risorse monetaria come un’arma politica contro i Paesi ritenuti ostili.

Buona lettura.


FT: fare la guerra con la finanza, dove nasce la strategia Usa delle sanzioni contro la Russia

di Valentina Pop, Sam Fleming e James Politi

Il 27 febbraio, al terzo giorno di guerra in Ucraina, a Bruxelles, al 13° piano della sede della Commissione europea, Ursula von der Leyen aveva un problema. La presidente della Commissione ha passato la giornata al telefono nel suo ufficio per cercare di convincere i governi occidentali a varare la più vasta e pesante serie di sanzioni finanziarie ed economiche mai applicate a un Paese ostile. L’accordo era vicino ma, a Washington, la segretaria del Tesoro Janet Yellen vedeva e rivedeva i dettagli della misura più drammatica e sensibile di tutte, per il mercato: sanzionare la stessa banca centrale russa. Gli Stati Uniti sono stati la forza trainante delle sanzioni contro la Russia, ma Yellen voleva esaminare tutti i risvolti e gli europei, preoccupati di una fuga di notizie, erano ansiosi di gettare il cuore oltre l’ostacolo il più velocemente possibile. (…)

L’intenzione dichiarata delle sanzioni è danneggiare significativamente l’economia russa. Oppure, come ha detto un alto funzionario Usa, spingere la valuta nazionale russa “in caduta libera”. È un tipo di guerra nuovo, significa trasformare il dollaro americano e le altre valute occidentali in un arma per punire gli avversari dell’occidente. Questo approccio al conflitto è nato circa vent’anni fa. La guerra finanziaria ha riempito il vuoto bellico causato dal fatto che gli elettori americani si sono stancati dei continui interventi militari e delle “guerre infinite” che gli Usa hanno portato avanti per decenni. In assenza di un’ovvia opzione militare o diplomatica, la politica di sicurezza Usa si è così rivolta alle sanzioni, specialmente a quelle finanziarie.

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