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Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, nel nostro inserto, Giulio Da Silva si occupa di quello che sarà il 2025 (e gli anni dopo) per Ita Airways, la compagnia nata dalle ceneri di Alitalia. Le cose non stanno come le ha annunciate l’ad Eberhart, secondo cui questo sarà un anno di consolidamento, e il 2026-27 di crescita. Non ci saranno assunzioni né una crescita della flotta e delle destinazioni internazionali. La situazione non è rosea e gli ingressi saranno “minimi”.
Giuliano Garavini ci spiega perché, al cospetto di Stati Uniti e Cina, l’Unione europea è un “nano energetico”. Gli Usa, dai tempi di Obama, sono diventati i primi produttori di greggio e gas, mentre Pechino è leader nella rinnovabili e ha i fossili russi scontati. Noi, di contro, importiamo il 60% dell’energia e da tre anni lo facciamo a prezzi altissimi con effetti drammatici su famiglie e imprese.
Un trend che sembra non dover cambiare: come scrive Marco Palombi, il governo italiano ha deciso di anticipare le aste per le riserve di gas, ma questa mossa servirà a poco. Le scorte europee sono ai minimi e iniziare prima non dà vantaggi. Il metano viaggia sui 56 euro al MWh e secondo il ministro Pichetto Fratin in estate sarà pure peggio.
Alessandro Aresu analizza, invece, le parole di Mattarella a proposito di “oligarchi” tecnologici: il presidente parla spesso di “neo feudatari del Terzo Millennio”, riferendosi a una figura come Musk. Ma puntare il dito non basta a nascondere il flop dei nostri investimenti in materia tecnologica.
Nella sua rubrica, infine, la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, affronta il tema degli sprechi alimentari e di come il cibo in sovrappiù ricaschi in termini sociali ed economici su tutti noi cittadini.
Buona lettura.
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