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Bentornati al consueto appuntamento con la newsletter economica del Fatto Quotidiano. Questa settimana Giuseppe Pietrobelli ci racconta i retroscena di quello che il governo e gli organizzatori considerano un successo: i lavori messi in campo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Su un investimento totale di 4 miliardi ci saranno opere incompiute per 3 miliardi, opere che vedremo finite quando il braciere dei Giochi sarà spento da tempo: si prevede che 98 di queste arriveranno – se mai accadrà – entro il 2033.
Alessandro Aresu affronta il tema dell’interventismo della Casa Bianca nel settore delle Big Tech: negli Usa lo Stato entra nel colosso dei chip Intel, in una sfida alla Cina condotta all’insegna dell’allargamento ipertrofico della sicurezza nazionale. Da Nippon Steel al prelievo su Nvidia, le armi predisposte dall’amministrazione Trump sono destinate a restare cariche anche quando il tycoon non sarà più presidente.
Il capo della casa Bianca è protagonista anche dell’articolo che Nicola Borzi dedica alla questione dei dazi: ancora una volta l’Unione europea ha chinato il capo dinanzi a Donald Trump decidendo di non imporre alcuna web o digital tax e salvando di nuovo i colossi della Silicon Valley.
Riccardo Castellana, infine, ci spiega perché la riforma del reclutamento dei professori universitari – che punta ad abolire il filtro dell’abilitazione scientifica e a lasciare soltanto i concorsi “locali” – fa gli interessi soltanto degli atenei telematici.
Buona lettura
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