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UCRAINA, SOLDATI ACCERCHIATI NEL KURSK: KIEV PENSA AL RITIRO. MATTARELLA DA HIROSHIMA: “SCONSIDERATE LE MINACCE NUCLEARI”. Kiev starebbe valutando il ritiro dalla regione russa di Kursk, che ha occupato in parte ad agosto, perché 10mila soldati sono a rischio di accerchiamento dopo che la Russia ha sfondato le principali linee di difesa. Lo riporta il Telegraph, citando fonti ucraine al fronte: “Vogliamo evitare perdite – dice un sergente -. La paura dell’accerchiamento è reale”. Anche secondo il Kiev Indipendent “la logistica delle truppe ucraine nell’Oblast di Kursk è stata distrutta” e “i soldati di stanza nella regione vorrebbero ritirarsi”. Diversa la versione veicolata da Rbc-Ukraine: negli ultimi giorni la situazione si è complicata, ma per ora il comando non ha in programma di ritirare le truppe. Il piano russo, scrive Rbc, è quello di “tagliare la strada Sudzha-Sumy e di creare così un accerchiamento operativo delle nostre truppe”. Tuttavia “la situazione non è ancora catastrofica e le nostre truppe non sono attualmente circondate”. Intanto la protezione di Washington sul continente potrebbe presto finire: il quotidiano svedese Expressen riferisce che gli Usa hanno informato i loro alleati dell’intenzione di interrompere la partecipazione alla pianificazione di future esercitazioni militari in Europa. E da Hiroshima, devastata nel 1945 insieme a Nagasaki dalla bomba atomica, Sergio Mattarella rivolge un monito alla “Federazione Russa, promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare, instillando l’inaccettabile idea che ordigni nucleari possano divenire strumento ordinario nella gestione dei conflitti”. Minacce che per il presidente “sono pronunciate con sconsideratezza inquietante”. Sul Fatto di domani la cronaca della giornata.

RISIKO EUROPA, MEDIA: “TRUMP VUOLE SPOSTARE 35MILA SOLDATI DALLA GERMANIA ALL’UNGHERIA E ABBANDONARE LE ESERCITAZIONI MILITARI IN UE”. Donald Trump sta valutando di ritirare 35mila soldati dalla Germania e di ridistribuirli nell’Europa dell’est, in primis in Ungheria, con una decisione che finirebbe per rendere ancora più tese le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico. La motivazione: il presidente degli Stati Uniti ha più volte avvertito gli alleati europei che d’ora in avanti dovranno pensare da soli alla sicurezza del continente e ora “è arrabbiato perché sembrano spingere per la guerra”, ha detto al Telegraph una fonte vicina alla Casa Bianca. “Sebbene non ci siano annunci imminenti, l’esercito sta considerando il ridispiegamento di truppe in tutto il mondo per affrontare al meglio le attuali minacce ai nostri interessi”, ha detto Brian Hughes, portavoce della sicurezza nazionale. Non sarebbe l’unica cattiva notizia di giornata per Bruxelles. Secondo il quotidiano svedese Expressen, Washington avrebbe informato gli alleati di voler di interrompere la partecipazione alla pianificazione di future esercitazioni militari in Europa. Il blocco si applicherebbe agli eventi in fase di progettazione per i prossimi anni e non a quelli già pianificati per il 2025. Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe di un deciso cambio di rotta rispetto alle politiche adottate finora. Soltanto nel 2024 i comandi militari Usa hanno svolto almeno 4 esercitazioni di rilievo nel continente in collaborazione con gli eserciti di paesi scandinavi, tra cui quello svedese che è membro della Nato.

SIRIA, SCONTRI TRA FEDELI DI ASSAD E FORZE GOVERNATIVE: ALMENO 532 MORTI NELL’OVEST. La Siria è alle prese con la peggiore ondata di violenza dalla caduta del regime di Bashar al-Assad. Scontri armati sono in atto da giorni sulla costa mediterranea. Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, il numero di civili alawiti uccisi dalle forze di sicurezza e da gruppi alleati è salito a quota 532. Le violenze, scoppiate giovedì nelle aree costiere e sulle montagne di Latakia, vedono contrapporsi le forze governative e milizie fedeli all’ex presidente, deposto a dicembre in un’offensiva lampo dei ribelli. Inoltre almeno 18 militanti filo-turchi sono stati uccisi negli scontri con la milizia arabo curda delle Forze democratiche siriane (Sdf) nel nord-est del Paese. I ministri degli Esteri, della Difesa e i capi dell’intelligence di Turchia, Giordania, Siria e Iraq si incontreranno domani ad Amman per discutere di quanto sta avvenendo nel paese e delle principali minacce alla sicurezza nella regione. Sul Fatto di domani la cronaca e l’analisi di quanto sta avvenendo.
LE ALTRE NOTIZIE
Germania, c’è l’accordo di governo tra Cdu-Csu e Spd. I conservatori di Cdu-Csu e il centro-sinistra dell’Spd hanno raggiunto un accordo di principio per formare un governo in Germania. “Le consultazioni sono concluse, c’è un documento esplorativo congiunto. Abbiamo raggiunto un accordo su alcune questioni. Il documento costituisce la base per i negoziati di coalizione che inizieranno la prossima settimana”, ha detto il leader della Cdu, Friedrich Merz. “Abbiamo un grande compito davanti a noi. Siamo consapevoli delle sfide, soprattutto per quanto riguarda la situazione internazionale”, ha affermato Merz.
La protesta dell’Anm: “Andremo ovunque, presto da Mattarella”. Monta la protesta dell’Anm contro la separazione delle carriere, con il presidente Cesare Parodi che fissa come obiettivo “imbastire tutta una serie di manifestazioni, di incontri, per portare il nostro messaggio alle persone che magari non l’hanno capito o che magari non lo conosco nemmeno”. “Il compito dei magistrati – sottolinea il segretario dell’Anm, Rocco Mariotti – non è collaborare con il governo di turno ma applicare la legge”. Confermato l’incontro con Sergio Mattarella entro marzo.
Sci, Bringnone vince il gigante di Aare. Goggia fuori. Federica Brignone ha vinto lo Slalom Gigante di Coppa del Mondo ad Aare, in Svezia. Per Brignone è il successo n.36, il nono stagionale che si avvicina al record di undici detenuto da Alberto Tomba. Fuori l’altra azzurra, Sofia Goggia, seconda dopo la prima manche: è finita in rotazione su un dosso. Seconda la neozelandese Alice Robinson, terza l’albanese di origine italiana Lara Colturi. Domani la tappa svedese si chiude con uno slalom speciale.
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