|
DAZI, LA PARTITA È ANCORA APERTA: DIVERGENZE SUL CONTENUTO DELL’INTESA TRA UE E USA. L’EUROPA: “ACCORDO NON VINCOLANTE, NEGOZIATI ULTERIORI”. La partita dei dazi tra Usa e Ue è ancora da giocare, anche se il Vecchio Continente pare già sconfitto. L’intesa raggiunta in Scozia tra Trump e von der Leyen, secondo l’Ue “non è giuridicamente vincolante (…) l’Ue e gli Usa negozieranno ulteriormente”. È scritto in una nota pubblicata da palazzo Berlaymont: dal documento emergono differenze significative rispetto alla scheda dell’intesa resa nota ieri dalla Casa Bianca. Ad esempio, secondo l’esecutivo comunitario resterebbero fuori dai dazi chip e farmaci, mentre sparirebbe l’impegno sulla digital tax: il contrario di quanto sostiene Washinghton. Malgrado l’Europa abbia assunto la promessa di acquistare dagli Usa 750 miliardi di dollari di combustibili fossili – soprattutto gas naturale liquefatto (Gnl) – la decarbonizzazione resterebbe in agenda al 2050, perché l’impegno riguarda solo “i prossimi tre anni”. Undici Paesi Ue hanno scritto un documento-appello per chiedere una protezione efficace per l’industria dell’acciaio. Già ieri erano giunte le critiche di Francia e Germania, all’intesa sui dazi. “Un danno sostanziale”, secondo Merz. “Un giorno triste – secondo Macron – quando un’alleanza di popoli liberi, decide di sottomettersi”. Oggi la Commissione ha ribadito di aver tratto il meglio da una situazione difficilissima: il 15% è pur sempre la metà del 30 minacciato da Trump, mentre l’Ue garantisce continuità all’alleanza con gli Usa. “Pensiamo di aver scongiurato lo scenario peggiore (…) di aver creato la prevedibilità e la stabilità che i nostri Stati membri e la nostra industria ci hanno chiesto”, ha dichiarato il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill. Sul Fatto di domani torniamo sull’intesa della discordia.

LONDRA RICONOSCERÀ LA PALESTINA SE ISRAELE NON ACCETTA LA TREGUA A GAZA. HAMAS: “OLTRE 60 MILA VITTIME DAL 7 OTTOBRE”. Malgrado i morti per fame e malnutrizione, a Gaza l’assedio di Israele prosegue. Secondo fonti mediche i morti oggi sono 62 palestinesi: 19 sarebbero stati uccisi mentre aspettavano la distribuzione degli aiuti. Stando ad Hamas che governa il territorio, i morti nella Striscia sono più di 60 mila dal 7 ottobre. Oggi Londra ha annunciato che legittimerà la Palestina se Israele non accetterà la tregua: “Cessate il fuoco o a settembre o la riconosciamo la Palestina”, ha dichiarato il premier Keir Starmer. La Germania ha annunciato missioni di lancio di aiuti dalla Giordania a Gaza, già domani. Il cancelliere chiederà “ai tre ministri degli Esteri di Francia, Regno Unito e Germania di recarsi insieme in Israele giovedì prossimo per presentare la posizione dei tre governi”. Parigi, Londra e Berlino sono pronti e premere su Netanyahu per l’inizio di una tregua. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato la richiesta a Israele di riaprire immediatamente i valichi di Gaza per l’ingresso di aiuti umanitari. Intanto, secondo Ross Smith del World food program (Onu), la fame a Gaza ha raggiunto le vette delle carestie in Etiopia e in Biafra, che nel secolo scorso provocarono oltre due milioni di vittime. In Israele la destra estrema, al governo con Netanyahu, esorta ad all’occupazione dei territori, in Cisgiordania e nella Striscia. Nel primo caso, non c’è momento più opportuno” all’annessione, secondo il ministro Bezalel Smotrich. Il quale vede di buon occhio l’occupazione di Gaza: “una parte inseparabile della Terra di Israele”. Sul Fatto di domani torneremo sulla tragedia in corso nella Striscia.

UCRAINA, ZELENSKY: “22 MORTI E 85 FERITI IN 24 ORE, SERVONO PIÙ SANZIONI”. MOSCA: “IMPEGNATI NEL PROCESSO DI PACE, MA IL RILANCIO DEL RAPPORTO CON GLI USA RALLENTA”. Neppure in Ucraina si fermano i combattimenti. Nelle ultime 24 ore, Zelensky ha denunciato 22 morti e 85 feriti per via degli attacchi russi in 73 località. Il presidente ucraino ha ricordato come i raid siano avvenuti “dopo che gli Stati Uniti hanno espresso una posizione molto chiara, sostenuta dal mondo intero, secondo cui la Russia deve porre fine a questa guerra e passare alla diplomazia”. Nel mirino di Mosca, durante la notte, è finita la città di Kamensk nel Donetsk, con il suo ospedale cittadino. Secondo Kiev, sarebbero morte 3 persone inclusa una donna incinta. Un altro bombardamento avrebbe colpito i civili di una colonia penale nella regione di Zaporizhzhia, Il leader ucraino è tornato ad invocare “una pressione sanzionatoria molto dura, davvero dolorosa”, contro la Russia. Mosca, con il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, fa sapere di essere ancora “impegnata nel processo di pace” in Ucraina per “garantire i suoi interessi”. A proposito dell’ultimatum di 10-12 giorni lanciato da Trump a Putin, la Federazione non si scompone: “Abbiamo preso atto della dichiarazione di ieri del presidente Trump. L’operazione militare speciale prosegue”, ha aggiunto Peskov. Che ammette le incrinature nel rapporto con la Casa Bianca: “La Russia ha visto un ‘rallentamento’ nei tentativi di rilanciare i rapporti con gli Stati Uniti”. Sul Fatto di domani le ultime novità sul campo e nella diplomazia.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Separazione carriere, i timori di Nordio sul referendum: “Sondaggi contrastanti”. Il Fatto quotidiano ha raccolto i dubbi del Guardasigilli sulla consultazione popolare, che potrebbe partire una volta approvato alla Camera e al Senato il provvedimento contestato dai magistrati. Eppure si è sempre mostrato fiducioso sulla vittoria delle destre. Sulla tempistica non ha dubbi: “Non slitterà”.
West Nile, altre 3 vittime in Campania e Lazio. Dall’inizio dell’anno sono 6 in Italia. Tutti i pazienti deceduti avevano malattie pregresse. La Regione Lazio stanzia un milione di euro per le disinfestazioni. I governatori Rocca e De Luca invitano alla calma: “Niente allarmismi, non è il Covid”. La malattia si innesca dopo la puntura di zanzare infette. Sono state attivate diverse misure di precauzione per evitare la trasmissione per via trasfusionale: in 31 Province, per esempio, ci sono limitazioni alle donazioni di sangue.
Ilva i Taranto in bilico: caos sull’accordo di programma con le dimissioni del sindaco. Il primo cittadino Pietro Bitetti, eletto neanche 2 mesi fa, ha gettato la spugna: “Inagibilità politica”, ha detto dopo la dura contestazione di un centinaio di attivisti che lo hanno costretto a rimanere asserragliato a Palazzo Città. Il sindaco era ad un passo dalla firma dell’intesa per un tentativo di rilancio green dello stabilimento.
|