L’UCRAINA VERSO L’ESCALATION? IL SENSO DELLA “MEZZA MOBILITAZIONE” DI PUTIN. Il presidente russo ha parlato alla nazione e, oltre a confermare i referendum in Donbass, Kherson e Zaporizhizhia, ha ordinato la “mobilitazione militare parziale” nel Paese: 300 mila soldati in riserva (russi che hanno già prestato servizio) saranno richiamati per essere schierati ai confini con l’Ucraina. Poco più dell’1% della popolazione maschile arruolabile della Russia, secondo il ministro della difesa Shoigu. Nel discorso, Putin ha agitato ancora una volta lo spettro del nucleare: “L’Occidente ha superato ogni limite, ci vogliono distruggere. Useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per difenderci”. Mentre Shoigu affermava che la Russia non sta combattendo “solo con l’Ucraina, ma con la Nato e tutto l’Occidente”. Il resto del mondo ha reagito con preoccupazione. Zelensky dice che per Kiev l’obiettivo resta riconquistare tutti i territori occupati. Joe Biden, dall’assemblea dell’Onu, ha parlato di “referendum farsa” che viola la sovranità dell’Ucraina e di “minaccia spericolata e irresponsabile” a proposito del nucleare. Anche la Cina è intervenuta per chiedere il cessate il fuoco. Gli analisti occidentali interpretano la mossa come un segnale di disperazione e invitano a non sottovalutare il rischio di escalation. Sul Fatto di domani vedremo tutte le implicazioni, anche con un’intervista al generale Marco Bertolini. Nel frattempo fanno il giro del web notizie (non sempre verificate) su un esodo record di russi verso Turchia e Paesi baltici. Manifestazioni di protesta in diverse città russe hanno portato al fermo di una settantina di persone.
PREZZI DEL GAS INTORNO AI 200 EURO, LA FED PREPARA UN’ALTRA STRETTA DEI TASSI. Le parole di Putin hanno avuto un effetto immediato sul prezzo del gas in Europa, che è tornato a impennarsi oltre i 200 euro al megawattora sul listino Ttf di Amsterdam in giornata, per poi scendere a 192 euro. Anche il petrolio è salito a 93 dollari al barile. Le Borse, però, oggi guardavano soprattutto a Washington. Nella capitale americana si è tenuta infatti la seconda giornata di riunioni della Federal Reserve, che ha deciso di alzare i tassi di interesse dello 0,75%: per la terza volta consecutiva il costo del denaro salirà in una forchetta fra il 3% e il 3,25%. L’obiettivo dell’istituto è arrivare al 4% entro fine anno. Sul Fatto di domani vedremo quali effetti potrebbero ripercuotersi sulla situazione europea, e analizzeremo da vicino le ultime strategie della Bce sui tassi. Intanto si apre un capitolo sanzioni. Mentre a New York, all’assemblea dell’Onu, tutti i leader occidentali ribadiscono che è importante andare avanti (ieri Truss e Draghi, oggi lo farà Biden nel suo discorso), secondo Bloomberg la Commissione europea intende ammorbidire le sanzioni alla Russia per quanto riguarda carbone, prodotti che ne derivano e fertilizzanti. A quanto si apprende, mercoledì prossimo dovrebbe arrivare una nuova comunicazione sul dossier energia.
4 GIORNI AL VOTO: MELONI E LE SPINE DEL SUD. Alle elezioni ormai mancano pochissimi giorni e tra i partiti aumentano le tensioni e i distinguo. Nel centrodestra le divisioni tra Salvini e Meloni sono tornate in primo piano sul tema dello scostamento di bilancio (contro il caro energia). Il leader della Lega ripete che ce n’è bisogno e dice che “Chi chiede tempo sbaglia, Fdi come Pd”. La replica di Meloni è intrisa di moderazione: “Non è la soluzione”, dice la leader FdI, che poi lancia il disaccoppiamento dei costi di gas ed energia. È scoppiata un’altra polemica per un saluto romano fatto dal fratello di Ignazio La Russa, Romano, assessore alla Sicurezza in Regione Lombardia, a un funerale a Milano. Ma i problemi più grandi Meloni sembra averli al sud, come vedremo sul Fatto di domani. Intanto perché Giuseppe Conte da qualche giorno ha messo nel mirino la leader di FdI, battendo sulla suo progetto di abolire il reddito di cittadinanza ma anche sulle sue relazioni pericolose con l’ultradestra europea. Lo scontro va letto insieme alle previsioni dei politologi, come Roberto D’Alimonte che oggi sul Sole 24 ore spiega che la rimonta delle ultime settimane del Movimento di Conte al sud potrebbe rendere di nuovo “contendibili” anche collegi che ormai erano dati sicuri per il centrodestra, e che il Pd non sembra avere i numeri per riprendere. Meloni sembra essersi accorta di questa concorrenza, a sentire i comizi siciliani (dove ha ritrattato parzialmente la sua posizione sul reddito di cittadinanza). Sul giornale di domani vedremo come i leader si stanno giocando la partita del voto del sud.
INTELLETTUALI (PIÙ O MENO) IMPEGNATI: GLI ENDORSEMENT DEI VIP. Una campagna elettorale fondata su tv e social network non poteva fare a meno del supporto delle star dello spettacolo, che spesso arrivano proprio dalla rete con esternazioni più o meno spontanee. Poi ci sono le scelte di campo di intellettuali come Tomaso Montanari, che sul Fatto di oggi spiega “perché voterà 5S nonostante gli errori”. Sul Fatto di domani troverete una rassegna di appelli al voto, da Elio Germano alle artiste contro Meloni, da Pif e Giorgio Pasotti allo scrittore Maurizio De Giovanni, che intervisteremo. E leggerete anche cosa ha detto il regista Ken Loach a proposito della divisione della sinistra.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Viareggio, le motivazioni della sentenza. L’ex ad di Rfi e Fs, Mauro Moretti, e Michele Mario Elia, capo Direzione tecnica poi ad Rfi, non ebbero colpa della mancata riduzione della velocità del treno merci che il 29 giugno 2009 deragliò nella stazione di Viareggio causando 32 morti e numerosi feriti e danni materiali. Così la Corte di appello di Firenze nella sentenza al processo bis.
Sipari chiusi e luci spente, nuova crisi per teatri e cinema. La nostra inchiesta sulle ripercussioni della crisi energetica su un settore – quello dello spettacolo – già duramente colpito dalla pandemia.
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