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Ben tornati all’appuntamento con la newsletter Fatto for Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, con Elisabetta Ambrosi ci occupiamo degli eventi estremi che hanno colpito il nostro Paese durante l’estate appena conclusa. Basandosi sul rapporto della Fondazione CIMA e con l’aiuto degli esperti Vacchiano e Pasini, possiamo affermare che i costi climatici di questi ultimi mesi sono paragonabili a quelli del Ponte sullo Stretto.
Intervistiamo poi la regista Anna Recalde Miranda, che ci racconta come il suo Paraguay, distrutto dalle coltivazioni di soia transgenica, rischi di rappresentare il futuro dell’intero Pianeta. Il suo ultimo film, “Green is the new red”, sarà proiettato nell’ambito del prossimo “We World Festival di Bologna. Voci e racconti dai margini”, in programma dal 7 al 12 ottobre.
Nella rubrica La voce dei buoni parliamo dell’associazione Young Care Italia, che si occupa di assistere i ragazzi che devono occuparsi di genitori o fratelli malati. La fondatrice Samia Mariani: “Bisogna riconoscere il fenomeno e formare gli insegnanti, i medici di base, gli infermieri”.
Nello spazio riservato alle associazioni, ospitiamo gli interventi di Greenpeace Italia, che fa il punto sul mercato dei pesticidi in Europa, con l’Italia in prima fila nonostante i divieti, e dell’associazione Arca (Assieme per la Rigenerazione e la Cura dell’ambiente) sugli effetti benefici della natura sull’uomo, anche rispetto a malattie importanti: ma anche su questo tema la penisola resta indietro.
Buona lettura

Eventi estremi, l’estate 2025 ci è costata quanto il Ponte sullo Stretto
di Elisabetta Ambrosi
Un intreccio di anomalie termiche, precipitazioni irregolari ed eventi estremi: questa, in sintesi, è stata l’estate del 2025 in Italia. Sul nostro paese si è avuta “un’alternanza tra fasi di alta pressione subtropicale africana e improvvisi fronti disturbati, con anomalie di temperature diffuse, scostamenti tra 1,5 e 2,5 gradi rispetto alla media 1991-2020 e una distribuzione delle precipitazioni estremamente eterogenea tra nord e sud”, spiega il rapporto “Estate 2025 in Italia: com’è andata tra caldo estremo, siccità, mare e incendi” della Fondazione CIMA, centro di ricerca senza scopo di lucro che si occupa soprattutto di mitigazione dei rischi da disastri.
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Il libro

Storia del mondo in 10 tempeste
Vincenzo Levizzani
Il Saggiatore, pp. 224 euro 24
Napoleone aveva calcolato tutto: il perimetro della pianura di Waterloo, la disposizione dell’artiglieria, l’assalto della Guardia. L’unica incognita cui non aveva pensato fu il temporale che si scatenò nella notte tra il 17 e il 18 giugno 1815, rendendo il terreno impraticabile e costringendo l’imperatore a ritardi rivelatisi poi determinanti. A partire da episodi come questo, Vincenzo Levizzani ci guida attraverso i secoli per raccontarci le tante volte che i piani umani si sono scontrati con la furia degli elementi: dalla nebbia sfruttata da Annibale per la vittoria nella battaglia del Trasimeno alle nevicate che influenzarono l’esito della guerra delle Due Rose; dal tornado che giocò un ruolo chiave nella guerra d’Indipendenza americana all’anticiclone responsabile della carestia che scatenò la Rivoluzione francese fino alle osservazioni delle nubi che condannarono Hiroshima e Nagasaki a diventare i bersagli della bomba atomica.
Vincenzo Levizzani è un fisico dell’atmosfera e climatologo, ha svolto la sua attività di studio presso il CNR e insegnato presso l’Università di Bologna.
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