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il Fatto Quotidiano
7 Febbraio 2023
Fatto for future

Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla consueta rubrica di Luca Mercalli, con Luana de Micco andiamo in Francia, dove è iniziata la demolizione del “Signal”, edificio simbolo dell’erosione della costa, costruito negli anni ’60 a 200 metri dal mare e ora minacciato dalle onde. Un fenomeno che riguarda centinaia di comuni francesi. Elisabetta Ambrosi intervista la ricercatrice Serena Rugiero che ci parla della povertà energetica, un fenomeno che prima riguardava i Paesi poveri ma che ora interessa anche i cittadini europei.

Nello spazio dedicato alle associazioni ospitiamo un intervento di Eal, Isde Italia e ReCommon sulla proliferazione delle centrali a gas in Italia e i rischi connessi. Mountain Wilderness Italia, invece, denuncia i danni provocati dalla pratica dello sci notturno.

Nella rubrica Verdi si diventa, infine, scopriamo i vantaggi (inaspettati) dei prodotti surgelati.

Buona lettura


Demolito il “Signal”, edificio simbolo dell’erosione della costa francese

di Luana De Micco

La demolizione del “Signal” a Soulac-sur-Mer, in Gironda, è iniziata. Una ruspa ha cominciato ieri a smantellare lo scheletro del palazzone di cemento di quattro piani che in questi ultimi anni è diventato per tutti in Francia il simbolo dell’erosione del mare sulla costa atlantica. I suoi ex residenti sono considerati di fatto i primi “sfollati climatici” del Paese.

Il Signal era stato costruito negli anni 60 sul lungomare di Soulac a 200 metri dalla riva. Quando i suoi residenti sono stati evacuati, nel gennaio 2014, il mare distava solo una manciata di metri. Nei giorni di mareggiata, come è successo nel 2010 con la tempesta devastatrice Xynthia, le onde avevano mangiato tutta la spiaggia e sfioravano i muri del palazzo. Il Signal rischiava di crollare da un momento all’altro col cedimento della duna. I residenti hanno combattuto una lunga battaglia legale prima di riuscire, nel 2020, a ottenere il risarcimento dello Stato attivando il cosiddetto fondo Barnier, creato nel 1995 per indennizzare i casi di espropriazione dovuti a “’rischi naturali maggiori”, tra cui cui però non rientra l’erosione delle dune: hanno ottenuto circa il 70% del valore iniziale del palazzo, che fu stimato a 7 milioni di euro, accettando di rinunciare ad ogni ulteriore richiesta di risarcimento futuro e che il loro caso non costituisse un precedente. A Soulac-sur-Mer, la demolizione del Signal dovrebbe durare tra cinque e sette settimane. Dopo di che interverrà l’Ufficio nazionale delle foreste per ripristinare la vegetazione costiera.

(continua a leggere)


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