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il Fatto Quotidiano
5 Ottobre 2021
Fatto for future

Prosegue l’appuntamento con la newsletter Fatto For Future. Questa settimana, oltre alla rubrica di Luca Mercalli, ci occupiamo di banche che investono in business inquinanti: Elisabetta Ambrosi elenca alcune strategie per ridurre l’impatto ambientale dei nostri conti correnti. Luana De Micco ci racconta uno degli effetti del caldo di questa estate: il calo drammatico della produzione di grano, con ripercussioni sui prezzi, ma anche sulla produzione della pasta. Nella rubrica associazioni, la Lega Anti Vivisezione denuncia il fenomeno sommerso delle fiere di specie esotiche in Italia, che oltre a una violenza contro gli animali rappresentano un rischio sanitario. Fridays For Future ci consegna il suo giudizio sulla settimana della Pre-Cop26 a Milano, salvata solo dalle mobilitazioni di strada del movimento dei giovani ambientalisti. Infine, nella rubrica “Verdi si diventa” impariamo a scegliere e a usare con accuratezza i detersivi, tra i prodotti casalinghi più dannosi per il Pianeta.

Buona lettura.


Quando il conto corrente fa male all’ambiente: come evitare di affidare i soldi alle “banche fossili”

di Elisabetta Ambrosi

“Si parla molto di plastica, riciclo, risparmio idrico e tante altre cose. Ma il problema degli investimenti fossili della finanza, cioè delle banche di cui ci fidiamo, è un problema molto più grande. Per questo cominciare a mettere il naso sull’utilizzo che il nostro istituto bancario fa dei nostri soldi è un’azione poco nota ma che può fare una grandissima differenza”. Nicoletta Dentico, giornalista, scrittrice esperta di salute globale e diritti umani auspica che, rispetto alla sostenibilità degli investimenti delle banche, accada quanto avvenne rispetto alle armi. “In Italia, grazie alla spinta dal basso e a una sensibilità diffusa, si arrivò a una legge sul commercio delle armi, la 185 del 1990, che imponeva alle banche trasparenza sui loro investimenti legati alle armi. Oggi dovrebbe essere lo stesso verso il sostegno alle industrie fossili”. Perché il problema – grave – è che mentre noi ci impegniamo per la raccolta differenziata la nostra banca potrebbe sostenere aziende che concretamente fanno male al pianeta.

(continua a leggere)


Il libro


Geografie del collasso

di Matteo Meschiari

(edizioni Piano B euro 14, pp. 136)

Covid-19 è il primo grande trauma collettivo dell’Antropocene, una catena di eventi materiali, culturali e sociali che stanno aggredendo il nostro immaginario con un impatto incalcolabile. Un effetto profondo della pandemia sarà costringere l’umanità al prossimo step cognitivo: l’accettazione della fine della pace climatica dell’Olocene. Abbiamo bisogno di tempo, ma il tempo a disposizione è poco. Negare il trauma, fare come l’erbivoro assalito dalla belva che si anestetizza per non vedere la fine è qualcosa che non possiamo permetterci. Dissoluzione degli ecosistemi terrestri, questione animale, mutamento climatico, inquinamento e dissesto demografico, diaspora, populismo, suprematismo, erosione delle risorse, rinuncia alla complessità e banalizzazione del pensiero: siamo ancora lontani dall’estinzione, ma le sfide che attendono noi e i nostri figli sono vertiginose e inquietanti. Bisogna prepararsi con strutture mentali solide, praticare modelli etici inclusivi e immaginare con coraggio delle alternative. Geografie del collasso è stato scritto per cominciare a capire il cambiamento, per reagire come persone pensanti agli effetti inevitabili dell’Antropocene.

Matteo Meschiari (Modena, 1968) è antropologo, geografo e scrittore. Si occupa di preistoria, paesaggio, letteratura e dinamiche culturali dell’Antropocene. Con Antonio Vena ha ideato il Progetto Tina e i blog La Grande Estinzione e Il problema di Grendel. Tra le pubblicazioni più recenti: Nelle terre esterne. Geografie, paesaggi, scritture (Mucchi, 2018), L’ora del mondo (Hacca, 2019), Neogeografia. Per un nuovo immaginario terrestre (Milieu, 2019), Antropocene fantastico. Scrivere un altro mondo (Armillaria, 2020).

Spaghetti scotti

Il cambiamento climatico arriva a tavola: poco grano, produzione di pasta a rischio

Le temperature altissime, vicino ai 50 gradi, registrate in Canada (primo produttore al mondo) questa estate hanno ridotto il raccolto di frumento del 40%. L'allarme dell'industria del settore. E si preannunciano prezzi più alti

di Luana De Micco

La denuncia

I collezionisti del terrore: le fiere di animali esotici (anche in Italia) e il rischio di nuove pandemie

La Lav ha avviato la Campagna #Acasaloro perché si vietino il commercio, il possesso e la riproduzione di esemplari che, senza l'attuale mercato, mai verrebbero in contatto tra loro, alimentando così il rischio che si diffondano patogeni

di Andrea Casini (responsabile LAV Animali esotici)

Aspettando Glasgow

La settimana milanese della pre-Cop26 e Youth4Climate: tutto da buttare, tranne le piazze

Milano è stata per cinque giorni al centro della politica mondiale sul clima. I palazzi hanno ospitato due grandi eventi di avvicinamento al 26esimo vertice sul clima di novembre, ma i contenuti più interessanti sono stati quelli portati dagli attivisti che hanno manifestato in strada

di Fridays For Future

Verdi si diventa

Detersivi, bastano cinque ingredienti per pulire, lavare e salvare il Pianeta (e pure la pelle)

Sugli scaffali dei supermercati esistono centinaia di sgrassatori, igienizzanti, sciogli-macchia: sono aggressivi, inquinanti e allergizzanti. I consigli degli esperti per produrre in casa detergenti efficaci ma ecosostenibili

di Elisabetta Ambrosi

 

Settembre dei record. Ma ci sono ancora margini per la Terra

In Italia – L’autunno tenta di farsi strada, il flusso perturbato atlantico si è abbassato di latitudine portando talora fenomeni violenti, ma nei giorni scorsi le temperature erano ancora estive a chiusura di un settembre tra i dieci più caldi in due secoli al Settentrione (anomalia circa +2 °C). Domenica 26 una perturbazione ha attraversato […]

di Luca Mercalli

 
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