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il Fatto Quotidiano
4 Maggio 2021
Fatto for future

Prosegue l’appuntamento con la Newsletter Fatto For Future. Questa settimana Pietro Mecarozzi ci spiega perchè non è poi così green il biodiesel. Secondo la giornalista scientifica Eliana Liotta non è “necessario essere vegani per rispettare l’ambiente. Ci sono altre diete sostenibili”. Mountain Wilderness ci racconta un modo diverso di fare vacanza, anche con la pandemia. Mentre il Coordinamento FREE critica l’impianto del Pnrr: “Guarda al passato, non al futuro”. Poi un’analisi dell’ambientalismo del ministro per la Transazione ecologica Cingolani. Per finire la rassegna stampa internazionale.

Buona lettura


Oli dannosi per l’ambiente e costi alti per gli automobilisti: ma è così green il biodiesel?

di Pietro Mecarozzi

Un inganno in piena regola, che ha portato delle finte rinnovabili nei biocarburanti. Si tratta di oli vegetali, classificati come Uco, oli usati per fritture o cucina, che a quanto pare non hanno mai visto friggere nulla, ma sono finiti nel biodiesel sussidiati e pagati come rifiuto, quindi il doppio. Circa 100.000 tonnellate su un totale di 1.400.000 tonnellate di biodiesel bruciato nelle auto diesel nel corso del 2019. È questa la denuncia sollevata da Legambiente e dal rapporto “Energia nel settore trasporti 2005 -2019” del Gestore Servizi Energetici.

Secondo il report, inoltre, almeno 90.000 tonnellate di Uco sono state importate dalla Cina, trattate in raffinerie spagnole e infine distribuite nelle normali pompe carburante italiane. Ma perché si tratta di un inganno e di un danno ambientale? Perché è olio di palma o di soia grezzo, probabilmente di qualità scadente, coltivato in piantagioni non certificate e frutto di deforestazione, e – proprio perché “sporcato” un po’ per classificarlo come rifiuto – viene considerato in “doppia contabilità”, cioè incentivato il doppio, nel gasolio da autotrazione.

(continua a leggere)


Il libro

Scegli l’olio giusto

Come togliere l’olio di palma dal serbatoio, e non solo

a cura di Andrea Poggio

(edizioni La Biblioteca del Cigno, euro 4,99)

Cosa collega le deforestazioni e il fenomeno del land grabbing in Malesia, Indonesia, Borneo, Papua Nuova Guinea, Filippine, America centrale e Africa Sub-sahariana, al diesel “green” che mette in moto le nostre auto? Quanti sanno che esiste una connessione diretta tra il lavoro sfruttato di decine di migliaia di contadini in tutto il mondo e i prodotti che usiamo, ogni giorno, per la nostra igiene personale e per addolcire la nostra alimentazione? La risposta a queste domande è la stessa: olio di palma. Un frutto prezioso della terra, inquinato però da un’economia di rapina, dagli interessi delle multinazionali e dai vizi della società dello spreco. Ma un olio “giusto”, alternativo a quello di palma, si può scegliere. Come spiega l’ebook “Scegli l’olio giusto. Come togliere l’olio di palma dal serbatoio, e non solo”, a cura di Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente, con il contributo degli esperti Dario Dongo, Peter Malaise e Fabrizio Zago. L’ebook si suddivide in sette capitoli: dagli effetti globali delle deforestazioni alle coltivazioni intensive di olio di palma, dallo sviluppo del mercato del biodiesel in Europa e in Italia alle sentenze con cui l’Agcm ha sanzionato le pratiche scorrette di greenwashing di Eni e di altre società, dall’elettricità verde ai biocombustibili. E, ancora, l’italian food e gli interessi dell’industria alimentare, dei detergenti e della cosmesi, una mappa delle bioraffinerie attive in Italia e un focus sul futuro dei biocarburanti.

Autore: Andrea Poggio. È responsabile mobilità sostenibile e stili di vita presso la segreteria nazionale Legambiente (www.viviconstile.org). Giornalista, sino al 1984 ha diretto La nuova ecologia. Ha scritto Vivi con stile (Terre di Mezzo, Milano 2007), Viaggiare leggeri (Terre di Mezzo, Milano 2008), Green Life (con Maria Berrini, Edizioni Ambiente, Milano 2010), Le città sostenibili (Bruno Mondadori, Milano 2013). Ha dato vita al premio Comuni Ricicloni (1993), alle giornate di volontariato Puliamo il mondo (1993), al premio Innovazione amica dell’ambiente (2000) e al primo servizio di car sharing a Milano (2001).

L'intervista

Eliana Liotta: “Basta fanatismi, non serve essere vegani per rispettare l’ambiente”

Per la giornalista scientifica "non è necessario eliminare la carne. Ci sono diete sostenibili, come quella Mediterranea che non esclude nulla, o la carnivora climatica e la pescetariana". E non è detto "che un’azienda biologica abbia un impatto ambientale inferiore rispetto a una fattoria convenzionale"

di Elisabetta Ambrosi

Su in vetta

Vacanze, come evadere con la pandemia: esiste un modo più sano di fruire il territorio

Spesso sulle montagne ricerchiamo gli stessi agi della vita di città, dall'albergo in quota con acqua calda, sauna e idromassaggio agli spostamenti in elicottero e fuoristrada. Ma c'è un approccio diverso

di Fabio Valentini (Mountain Wilderness)

Aiuti europei, la rivoluzione mancata del nostro Pnrr: guarda al passato non al futuro

lo stimolo applicato sulle sole fonti rinnovabili basterà allo sviluppo al massimo del 25% della potenza produttiva che l'Europa ci chiede per gli obiettivi di riduzione climatica del 55% al 2030.E che l'Italia interpreta nel Pnrr come un 51%

di Livio de Santoli (presidente Coordinamento FREE)

Le iniziative

La causa di Eni contro il Fatto arriva in Europa: le associazioni chiedono tutele per i giornalisti. La stampa internazionale

Oltre venti organizzazioni hanno inviato una lettera alla vicepresidente della Commissione Ue Vera Jourová per chiedono di includere, nell’imminente iniziativa sulle Strategic lawsuit against public participation (Slapp), una direttiva che protegga giornalisti, organizzazioni e attivisti dalle tattiche di intimidazione legale delle compagnie di combustibili fossili

di Elisabetta Ambrosi

Politica (ex) verde

Idrogeno, rinnovabili e nucleare: Cingolani ha idee poco “green”

Equivoci. La filosofia del ministro: la tecnologia curerà se stessa, la sostenibilità ambientale è buona solo se compatibile con l’economia

di Virginia Della Sala

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