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Ben tornati all’appuntamento con la newsletter Fatto for Future. Questa settimana, oltre alla rubrica di Luca Mercalli, con Elisabetta Ambrosi ci occupiamo di incendi. La stagione estiva ormai è alle porte e, con essa, anche la solita allerta. Ma, se negli ultimi anni siamo diventati bravissimi a spegnere i roghi, ancora troppo poco si fa sul fronte della prevenzione. Con l’aiuto di esperti, cerchiamo di capire cosa servirebbe realmente.
Parliamo poi di Filosofia del futuro, anzi del passato. Roman Krznaric, Senior Research Fellow presso l’Università di Oxford, che abbiamo intervistato, ci spiega perché dalla Storia possiamo apprendere molte lezioni positive. Può insegnarci proprio a nutrire la speranza.
Nello spazio riservato alle associazioni, ospitiamo gli interventi di Ultima Generazione, che con il M5S ha presentato una risoluzione contro gli sprechi alimentari, e di Marevivo che, in vista della Giornata mondiale degli Oceani, illustra le sue dieci priorità.
Infine, nella rubrica La voce dei buoni, raccontiamo la storia delle persone che, da dieci anni, curano i piedi dei migranti della rotta balcanica, di cui si parla poco ma che non è meno pericolosa di quella mediterranea.
Buona lettura.

Con l’estate riparte l’allerta incendi, ma spegnerli non basta più: i consigli degli esperti per i piani di prevenzione
di Elisabetta Ambrosi
Spegnere gli incendi nel modo tradizionale, quando cioè si manifestano, con i tradizionali mezzi antincendio, concentrandosi solo sulla risposta (un incendio scoppia, si cerca di spegnerlo) non basta più. Anzi, rischia di rendere gli incendi ancora più indomabili. L’approccio legato alla soppressione del fuoco non affronta inoltre né la questione della prevenzione né il recupero post incendio, così che in molte regioni si sono tra l’altro accumulate grandi quantità di materiale combustibile, aumentando i rischi. Ma in generale il comportamento estremo degli incendi, con una propagazione rapida e irregolare e un’intensità anormalmente elevate, travolge sempre di più le capacità di protezione civile e antincendio. ”È il cosiddetto paradosso degli incendi: più si diventa bravi a spegnere gli incendi, più questi diventano estremi e più è debole la capacità di prevenzione”, afferma Costantino Sirca, docente di Agraria all’Università degli studi di Sassari e membro del CMCC (Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici).
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Il libro

Ingiustizia climatica. Perché combattere le diseguaglianze può salvare il Pianeta
di Friederike Otto
Einaudi, pp. 288, € 19,50
Il nostro Pianeta ha la febbre. Chi ci governa di volta in volta sposta in avanti il limite oltre il quale non potremo piú fare nulla: due gradi, un grado, mezzo. Ma è un’illusione. Un compromesso tra il profitto di pochi e la sofferenza di molti. Perché la febbre non è la malattia, ma un sintomo: colonialismo, sfruttamento, razzismo, una civiltà fondata sul consumo di combustibili fossili nel Nord del mondo a spese della distruzione del resto dell’umanità. Friederike Otto traccia cosí i fili di una trama intricata e politica che richiede una svolta che non può essere legata al mutamento degli stili di consumo o all’innovazione tecnologica, ma deve essere politica e radicale.
Friederike Otto è una fisica con un dottorato in filosofia della scienza. È Senior Lecturer in scienza del clima presso il Grantham Institute for Climate Change and the Environment. È una delle fondatrici del World Weather Attribution, un progetto internazionale volto ad analizzare e comunicare le possibili influenze del cambiamento climatico sugli eventi metereologici estremi. Nel 2021 «Time» l’ha inserita tra «Le 100 persone piú influenti per il nostro futuro».
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