|
Ben tornati all’appuntamento con la newsletter Fatto for Future. Questa settimana, oltre alla rubrica di Luca Mercalli, con Michela Iaccarino andiamo in Liguria, regione regina delle start up ambientali. Finita nelle liste dei record negativi per eventi catastrofici dovuti al cambiamento climatico, è anche la culla dei giovani innovatori italiani green. Un esempio? La start up che aiuta i pescatori a raccogliere trasformare i rifiuti o quella che utilizza gli scarti del pesce per fertilizzare i terreni.
Elisabetta Ambrosi ha intervistato l’antropologo Andrea Staid che, nel terzo saggio di una sua “trilogia”, analizza il modo in cui costruiamo le case. Secondo il docente, dovremmo prendere spunto dalla natura per poter ottenere abitazioni non solo più ecologiche, ma anche più economiche.
Parte oggi, poi, una nuova rubrica, che abbiamo pensato di chiamare “La voce dei buoni”: vi racconteremo storie “ad alta intensità di bene”, in ogni ambito. Questa settimana partiamo dall’Ucraina, dove un gruppo di frati cappuccini supporta le donne che hanno perso un figlio in guerra.
Nello spazio riservato alle associazioni, ospitiamo i contributi di Marevivo, contrario – insieme a molte realtà scientifiche – alla possibilità di estrarre materiali dai fondali oceanici (nuova frontiera del non ambientalismo trumpiano), e quello di Amref, che presenta il rapporto annuale sulla presenza dell’Africa nei media italiani.
Buona lettura.

Pescare i rifiuti o trasformare gli scarti del pesce in biostimolanti: il futuro delle start up green in Liguria è già presente
di Michela A.G. Iaccarino
Quando al largo degli oceani le correnti si scontrano, inizia una danza di muri d’acqua che si abbracciano in grandi spirali. Si crea un enorme vortice: quel ciclone liquido si chiama “gyre”. Chi ama i mari, lo conosce bene. Fondamentali per lo scambio dei flussi marini, i vortici creano però al loro interno enormi isole di plastica, ciclopiche barriere di rifiuti che viaggiano per chilometri prima di disperdersi e avvelenare ogni sponda. Hanno deciso di battezzarsi in nome di quel ballo delle onde i fondatori di Ogyre, la start up che lavora con piccoli pescatori dall’Indonesia al Brasile fino al Senegal per “ripulire gli oceani, un rifiuto alla volta”. Vengono pagati per pescare non pesce, ma immondizia e “questo ha un impatto ambientale e anche sociale” racconta Antonio Augeri. Molti dei suoi 36 anni li ha trascorsi su una tavola da surf in pelago, come Andrea Faldella, velista e subacqueo: insieme hanno deciso di creare nel 2020 la piattaforma globale che collabora con “chi conosce meglio degli altri i problemi” dei mari: i piccoli pescatori che, da una costa all’altra del mondo, soffrono delle stesse tragedie.
(Continua a leggere)
Il libro

Allegro bestiale. Viaggio ai confini della biodiversità
Telmo Pievani, Banda Osiris, Sacco Vallarino
Aboca, pp. 180, euro 20
Si parla tanto, oggi, di biodiversità, ma perché dobbiamo difenderla con la massima urgenza? Dopo aver condiviso il palco mettendo in scena uno spettacolo divertente dai continui rimpalli tra musica, comicità e divulgazione scientifica, l’evoluzionista Telmo Pievani e l’eclettica Banda Osiris hanno di nuovo unito i loro sguardi per costruire un bestiario surreale e comico fatto di creature reali e immaginarie con l’intento di spiegarci che la biodiversità è un’assicurazione sulla vita: più è alta e meglio è, perché più c’è diversità genetica e più le popolazioni biologiche sono sane e resistenti. Noi umani dobbiamo tornare al nostro posto e darci meno arie. E dovremmo smetterla di celebrare sempre le solite specie carismatiche delle savane e delle giungle, al mondo ci sono altri innumerevoli modi di esser vivi.
Telmo Pievani, evoluzionista, saggista, è docente di Filosofia delle scienze biologiche all’Università degli Studi di Padova e visiting scientist all’American Museum of Natural History di New York. È direttore di Pikaia e del web magazine dell’Università di Padova, “Il Bo live”.
|